Settembre 1991
Settembre 1991 – non avrei mai immaginato quello che sarebbe successo dieci anni dopo.
Ero a Butterfly Park, assieme a mio padre, nell’attesa di prendere il traghetto per raggiungere la Statua della Libertà.
Le dimensioni della “Grande Mela” erano sproporzionate rispetto alla mia Italia e tutto mi sembrava esageratamente “fuori scala”.
Gli States uscivano vincenti dallo scontro contro l'”Impero del Male” ed il mondo non aveva più due sfere d’influenza.
Il Capitalismo aveva trionfato sul Comunismo.
Mi sentivo un “campagnolo” nei confronti dei cittadini newyorkesi, perché distante dalla realtà di questo tecnologico paese.
Ai miei occhi innocenti tutto era superbamente affascinante.
“Gringolandia” mi stravolse, non vedevo l’ora di tornare a casa per pavoneggiarmi con i miei amici.
I low-cost erano ancora un miraggio e quel dispendioso viaggio mi fece diventare una star tra le star nella provinciale Giulianova.
Per tutti quell’estate ero l'”Americano“.
11 Settembre 2001
Il bel 28 “schiaffato” sul mio libretto mi inorgogliva.
Avevo studiato tutta l’estate per ottenere un bel voto e riscattare la pessima figura rimediata a Scienze delle Costruzioni.
L’estate volgeva al termine e mi godevo i suoi ultimi scampoli, vestito di tutto punto per incontrarmi con la ragazza di un tempo.
Dopo la bella passeggiata nei giardini della bella Ascoli Piceno, entro nel bar Quintana e vidi in televisione la collisione di due aerei contro le Torri Gemelle.
Che prologo. “Bruce Willis sta sicuramente lavorando ad un nuova action-movie“, pensavo tra me.
La clientela muta cozzava con il mio entusiasmo e i sottotitoli mostravano la truce verità.
Il mondo era diviso, i Palestinesi in festa e l’Occidente muto, ad una persona che soffre c’è una che gioisce del tuo male.
Così ti fa diventare la guerra.
Oriana Fallaci nel suo libro “La Rabbia e l’Orgoglio” mostrava la debolezza del nostro mondo e di contro altare Terzani rispondeva con “Lettere contro la Guerra“.
Quel giorno non morirono tante persone, ma anche il ragazzo che era in me.
3 risposte
A casa a studiare, ero iscritto a Giurisprudenza. Restammo incollati al televisore io e mia mamma. Mio padre era in giro per lavoro come di consueto e ci telefonò per condividere il momento. Nella mia mente il ricordo di quelle immagini è accompagnato dal silenzio. Per me che avevo 22 anni, il mondo di colpo non è stato più lo stesso.
Ero al lavoro e mentre ero in pausa per un caffè un mio collega mi diede la tragica notizia.
Avevo 25 anni e non dimenticherò quel giorno.
Ero a mangiare un panino e godermi le ultime giornate di sole