Alla scoperta dei piccoli borghi del fermano
Abito nello splendido Abruzzo, ma le mie origini sono squisitamente marchigiane, per la precisione di Fermo.
Mio nonno paterno era emigrato in Venezuela nel secondo dopo guerra, facendosi una nuova famiglia in terra sud-americana.
Quando tornava in “incognito” in Italia s’incontrava con mio padre, che mi portava con lui e si davano appuntamento nel parcheggio antistante l’entrata cittadina.
I miei ricordi sono indelebili e durante quei “clandestini“ rendez-vous ho iniziato a legarmi a questa bella terra, trovandomi nelle braccia di un nonno insensibile che ai doveri coniugali aveva preferito la sete d’avventura.
Ma è tutta la provincia del fermano a smuovere qualcosa dentro il mio animo e non perdo occasione di tornaci per visite sempre più approfondite.
La magnetica torre
Amo fissare Moresco sulla collina prospicente il suo entusiasmante skyline, con una “gerarchia spaziale” fissata in base all’altezza, ed a fungere da capofila c’è la sua torre eptagonale.
In qualsiasi borgo mi reco, trovo qualcosa di diverso che avvalora la mia presenza, vivendo gli stessi sentimenti dei miei momentanei concittadini.
Il paesino mi ha amato incondizionatamente fin dal primo momento, perché dopo il mio articolo molte persone mi hanno scritto per fare la mia conoscenza.
Questa è la mia grande ricchezza. Non ho semplicemente followers, ma qualcosa di più profondo a cui mi sento legato.
Le mie parole non rimangono sospese, ma sono delle intrepide viaggiatrici alla ricerca di una meta. Sarebbe? L’animo di questa meravigliosa gente.
I social sono una vetrina sul mondo, in cui un signor nessuno può sperare di divenire famoso senza nessuna particolare qualità, mentre il giornalismo mi sembra qualcosa di necessario alla crescita sociale, bypassando i filtri di Facebook e quant’altro.
Aspetto il gentile signore che mi ha scritto via WhatsApp, per conoscere questa specie di “medico dei borghi“, sottostante il portico della piazza.
Nonostante sia primavera inoltrata il pomeriggio è uggioso, triste, tipico di questi strani cambi di stagione non più all’insegna del sole ma di temporali equatoriali.
Mentre gustiamo un energico caffè, nel bar anziani sono concentrati a sbattere assi su assi su di un tavolino in legno. Assaporano a piccoli sorsi il loro bicchiere di vino e fortunatamente per la nostra penisola, sanno come risolvere i drammi della nostra società.
Questa è l’ultima visione pre-Covid della bella Moresco. Ho bisogno di tornare e di sedermi a cavalcioni su di un muretto mentre mi godo con serenità il bel panorama della vallata dell’Aso.
Signori preparate una sedia, ma niente vino preferisco un buon caffè. Devo essere sveglio durante questa Briscola che aspetto da tempo di giocare.
Fermano capitale olandese in Italia
Il fermano è preso d’assalto da tantissimi visitatori del nord-Europa, soprattutto olandesi. Monterubbiano la loro “roccaforte“.
Chi mi parla è Gerry Polemans una delle cittadine “ad honorem” di questo meraviglioso borgo. Conosce a mena dito le ricche tradizioni marchigiane e aspetta la manifestazione di Sciò la Pica con grande entusiasmo.
Assieme a suo marito Josh e alla inseparabile cagnetta Dolce, sono stati tra i primi a “profanare” le mura cittadine e la loro vita è oramai divisa tra Veldhoven e Le Marche.
Arrivo in mattinata e prima d’intervistarli armo il drone per le mie solite riprese sul tessuto storico, ma qualche cittadino non gradisce e così mi ritrovo una pattuglia dei carabinieri a interrogarmi sul perché della mia presenza.
Si avvicina un militare, mostro i miei documenti, ma ho dimenticato la mia patente. L’uomo non si fida , mi crede una abusivo e devo lavorarlo “verbalmente“, per fargli capire la mia professionalità.
Fortunatamente, qualche giorno fa avevo inviato ai vigili urbani una PEC con tutto il necessario e uno di questi vedendomi in difficoltà chiarisce le mie reali intenzioni.
Passata la “burrasca“, preferisco lasciare il mio veivolo e inizio a passeggiere tra le rue in muratura, imbattendomi in una strana targa votiva mariana.
A casa Poelmans, vengo festeggiato dai due coniugi ma non dalla piccola Dolce, che prima di ripormi fiducia mi ringhia contro.
Si parla, si discute e si ragiona. Le difficoltà del nostro tessuto produttivo hanno varcato i confini nazionali, ma ci consoliamo con la bellezza del nostro amato territorio fermano, che oggigiorno si è tinto d’orange.
Una minuscola “Amsterdam” nel cuore delle Marche.