Bambini Saharawi in Italia, Sì all’accoglienza, No alla strumentalizzazione

2540976 2133 saharawi 2

Indice

Campi profughi a Tindouf (Algeria)

Un drammatico problema quello dei capi profughi in Algeria, che potrebbe creare radicalizzazioni.

“Da qualche settimana alcuni siti online, istituzionali e non, hanno pubblicato notizie sull’attività di accoglienza a favore dei bambini provenienti dai campi profughi di Tindouf (in Algeria).

Un’iniziativa denominata “Ambasciatori di pace“, promossa dal fronte separatista paramilitare chiamata “Fronte Polisaro” e sostenuto da alcune istituzioni della nostra Penisola”.

Intervento del presidente dell’Irepi Domenico Letizia

Domenico Letizia, analista geopolitico, che ha allarmato la nostra politica nei confronti di un problema non risolto

Come think thank “Irepi”, dichiara il presidente Domenico Letizia: “Chiediamo se le nostre istituzioni democratiche siano a conoscenza delle accuse di crimini contro l’umanità del segretario generale del Polisario Brahim Ghali, senza dimenticare che più di 28 capi della dirigenza del Polisario sono destinati di avvisi di cattura internazionali da parte della giustizia spagnola”.

“Tra i vari eventi ricordiamo il rapimento della cooperante italiana Rossella Urru e dei suoi due colleghi spagnoli nel 2011, con la complicità diretta di alcuni responsabili del Polisario nei campi”, aggiunge Letizia.

La situazione di degrado dei campi è stata denunciata da numerose Ngo quali Human Right Watch, Amnesty International, “France Liberté“, “US comittee for refugee and immigrants e dal Parlamento Europeo.

Dai rapporti di tali organizzazioni leggiamo che spesso i bambini vengono rapiti dalle loro famiglie per essere addestrati e arruolati nelle file delle milizie. L’esibizionismo pubblico dei bambini con scopo di propaganda politica è contrario a ogni principio morale e viola le convenzioni sulla protezione dei diritti dell’infanzia.”

Problemi di radicalizzazione

Rossella Urru, studiosa del popolo saharawi e della loro vita nei campi profughi algerini. Al momento del sequestro lavorava da due anni nel campo di Hassi Raduni . Il suo lavoro consisteva nel sostegno alla Mezzaluna rossa per verificare la qualità e e la gestione degli aiuti umanitari, nella formazione del personale locale, soprattutto donne.

Non dimentichiamo che il livello di radicalizzazione in questi campi, sopratutto tra i più giovani, può rappresentare un serio problema di sicurezza internazionale.

Ricordiamo che in quella zona è attiva, una cellula locale di Al Qaeda nel Maghreb e estremisti islamici dell‘ISIS che svolgono attività di reclutamento, indottrinamento politico e religioso dei minori.

Siamo convinti che queste iniziative – continua Letizia – sono un tentativo di voler mascherare le sofferenze prevalenti in questi campi, dove abbiamo avuto modo, anche da recenti incontri, di apprendere delle violazioni dei diritti fondamentali previste dalla Convenzione di Ginevra sui rifugiati, e che rappresentano una manovra politica strumentale sulla pelle dei bambini, come già denunciato presso il Consiglio dei Diritti Umani di Ginevra”, dichiara il giornalista e analista geopolitico Domenico Letizia, membro del Consiglio Direttivo di Nessuno Tocchi Caino.

Appello alle istituzioni

Lanciamo un appello alle istituzioni italiane a non farsi ingannare dalla propaganda del Polisario chiedendo alla comunità internazionale una soluzione politica definitiva dalle controversie regionali.

Elio De Rosa

 

 

 

Indice

Ultimi articoli

Autore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *