Uno strano incontro
Nutro un grande amore per la regione Marche, probabilmente per le mie radici fermane, ma sopratutto perché la considero una “fucina” di talenti e di affascinanti borghi, che riesce con la sua genuina semplicità a contrastare l’algida gemmazione della globalizzazione.
Sono legato da uno stretto vincolo di terra e sangue e sento il dovere, ogni qualvolta rientro in patria dopo le mie avventure giornalistiche, di scrivere articoli con il chiaro intento di promuovere questo magico territorio.
E’ un lavoro non da poco, poiché oltre a conciliare la mia professione d’architetto, devo fare i conti con le nostre sfaccendate istituzioni restie a rendersi disponibili, nonostante il mio background lavorativo.
A Montefiore dell’Aso, il mese scorso incontro la sua memoria storica: il signor Gianfranco de Carolis, che dopo avermi “iniziato” ai segreti del suo affascinante paesino, mi propone un’intervista successiva alla pubblicazione del suo opuscolo dal titolo:” Gli Ebrei e Montefiore dell’Aso“.
Sir Moses Montefiore: Rothschild, Filantropia e Sionismo
Dopo i saluti di rito cominciamo il nostro giro turistico e non riesco a stare dietro al mio erudito cicerone, desideroso di mettere in mostra il suo sapere.
La storia degli ebrei di Montefiore affonda le radici nella notte dei tempi ed il suo ghetto è un chiaro ricordo dei tempi che furono.
Pensavo vi fosse rimasto un simbolo tangibile della sua esistenza, come nella limitrofa Monterubbiano, ma devo usare la mia immaginazione, anche se la mia mente torna indietro a sanguinosi pogrom.
A differenza di Praga (Articolo sulla magica Praga https://bit.ly/38fwr5Q), non esiste nessun Golem a proteggere il popolo eletto ma solo una figura leggendaria: Sir Moses Montefiore.
Questo carismatico personaggio, fin da giovanissimo aveva mostrato di essere un formidabile commerciante ed un abile broker, tanto da essere assunto dalla compagnie delle Indie e lavorare successivamente per la famiglia Rothschild.
Divenne un personaggio influente del nascente capitalismo e rafforzò il suo vincolo di sangue imparentandosi con la stessa, così da far nascere un potente sodalizio finanziario, primo su tutti la fondazione della compagnia di assicurazioni Alliance.
Per arrivare in anticipo alle notizie utili sugli investimenti della borsa di Londra, Sir Moses utilizzava piccioni viaggiatori alla stregua dei moderni messaggi Whatsapp e raggiunse l’apice della sua ricchezza con la sconfitta napoleonica a Waterloo, grazie a mirate speculazioni.
Successivamente divenne un filantropo facendo abolire la schiavitù nelle colonie britanniche e successivamente interferì con la politica americana, divenendo membro della Gran Loggia Scozzese.
Iniziò i suoi viaggi per arginare l’antisemitismo nazista e gettò le basi del moderno stato d’Israele acquistando terreni in Palestina che venivano donati a chi smetteva di commerciare e divenisse pastore o contadino.
La sua laboriosità è stata ripagata dal governo israeliano che l’ha posto su una banconota ed il suo cognome è stato utilizzato per “battezzare” ospedali, musei, vie e quartieri, mentre la sua carrozza è stata messa a mo’ di reliquia, al centro del museo ebraico di Gerusalemme.
Montefiore dell’Aso il luogo dove tutto è possibile
Montefiore dell’Aso è un libro di pietra e narra storie incredibili che si intersecano con il mito dei Templari, mentre a fungere da cornice c’è il suo pregevole tessuto urbano.
Nel polo museale della Chiesa di San Francesco ogni ambiente ha un’esposizione; dalle opere di Adolfo de Carolis fino alla sala dedicata Carlo Crivelli, dove capeggia il suo enigmatico capolavoro.
In ogni formella dell’opera è posto un personaggio che mette in luce particolari stilistici e caratteriali dei singoli soggetti, come l’ammiccante Maddalena.
Uscito dal chiostro passeggio e respiro la vitalità di un tempo ed assaporo a pieno il folclore marchigiano con tutti i suoi misteriosi antefatti.
La mia guida ogniqualvolta si ferma mi cita la visita di un personaggio illustre, antiche leggende e dei risvolti tecnologici, poichè la cittadina è stata tra le prime ad avere l’energia elettrica.
E’ la città dei primati, ma dove i primi hanno dovuto cedere il passo alla crisi emigrando in nazioni più consone alle proprie capacità, desertificando l’ospitale cittadina.
In questa terra di mezzo tutto è possibile perfino la realizzazione di labirintici sotterranei, rifugio per i partigiani durante la Seconda Guerra Mondiale.
Non distruggiamo la Storia
Non mi soffermo solo sul “volto” della città, ma anche su quello dei suoi cittadini che con i loro titoli accademici mettono in luce il loro sapere.
Molti luminari hanno avuto i loro natali a Montefiore dell’Aso a partire da Girolamo Montanini, fondatore dell’omonima scuola a Fermo e comandante delle truppe papaline, Francesco Egidi presidente della parapsicologia europea ed i suoi due cugini; uno rettore dell’università Galileo Ferraris di Torino ed un’altro ambasciatore prima a New York e poi a Londra.
Mi sale una strana amarezza, la mia maturità ha cancellato con un colpo di spugna la mia spensierata gioventù, facendomi preferire il silenzio al rumore.
Eppure sono proprio queste giornate a dare un significato alla mia esistenza oltre a questi laboriosi “custodi della memoria”.
Chi li sostituirà nel ruolo di archivisti? Le disincantate “Sardine” impegnate in una lotta mediatica senza una chiaro progetto? I nostri politici? O forse il nostro pigro popolo alle prese con nuove “battaglie” interinali?
L’unica arma di riscatto per rifiorire dal buio che sta attanagliando il mondo è la cultura.
Per questo considero il prezioso lavoro di Gianfranco De Carolis estremamente prezioso, per chi come lui vuole tramandarci il nostro “tessuto genetico storico”.
Non distruggiamo la storia.
4 risposte
Un articolo interessante su un borgo sconosciuto ai tanti
Marco, sei un mito quando scrivi. Condivido ogni tua riflessione, finalmente espressa in libertà, senza condizionamenti di sorta, una libertà che solo pochi possono permettersi, elevandosi dalla “aurea mediocritas” massificata che perdura da decenni nel nostro umiliato paese
Grazie.
Ho scritto l’ultima parte sperando che qualcuno raccolga questa sfida e rillanci il nostro bel paese.
Nel privato ci sono tanti piccoli certosini appassionati che lavorano spesso in silenzio per preservare i nostri tesori culturali nascosti.
È nel pubblico che non c’è attenzione e tanto meno meritocrazia.
Non c’è culto dell’intimita’ e perdiamo tanto eppoi tanto. Intanto la vita scorre e corre.