Discoteca Babaloo dalla Russia con amore
La Crimea regalata da Chruščëv agli ucraini per compensarli dei dolori inferti da Stalin, torna ad essere la potenziale polveriera d’Europa.
E’ così Occidente ed Oriente tornano a confrontarsi per mere questioni territoriali, addossandosi l’un l’altro le solite colpe.
Ci trinceriamo dietro dei confini geografici chiamandoli stati e lottiamo con i nostri simili per dei pezzi di terra, che al nostro trapasso rimarranno dove sono.
Della Russia e dell’Asia Centrale ne ho sempre subito il fascino, per i libri di Terzani e soprattutto per Olga, incontrata decenni anni fa in uno scarpificio marchigiano e divenuta, assieme al sottoscritto, ospite fisso del Babaloo.
Faceva parte della nuova nomenclatura sovietica che tentava, dopo la caduta del Muro di Berlino, di scrollarsi di dosso il “lezzo” dell’economia centralizzata per passare a quella di mercato.
Dal Babaloo al Piramide di Mosca
La chiamavo “Lady Ostara“, come la dea germanica della primavera, perché ogni qual volta faceva ritorno nelle Marche i miei sensi si ridestavano come d’incanto.
Il Babaloo era la nostra “isba” e ci trascorrevamo stupendi sabati sera, godendoci intensi attimi di felicità.
Questa meravigliosa discoteca era il punto d’incontro delle nostre due culture.
Tentavamo di avvicinarci, imparando alcuni vocaboli delle nostre rispettive lingue e finivamo la serata nella romantica Sirolo.
Porto Potenza Picena era il punto di partenza della nostra storia e il bar Piramide di Mosca il nostro punto di approdo.
Visita interna
Oggi il Babaloo è abbandonato al suo destino.
Dove prima scandivo allegri passi di danza con la mia Matrioska, oggi ci sono macchine in rovina entrate chissà come.
La consolle del Dj, si trova su di un ripiano e quando tento di salirci sfondo il ripiano della passerella.
Le travi marce sono rovinosamente cadute a terra.
In questo immane caos è arduo svolgere il proprio lavoro.
Con un occhio osservo il display della mia fotocamera, con l’altro mi concentro sugli innumerevoli “trabocchetti” posti lungo il mio cammino.
Materassi e oggetti di ogni foggia, mi inducono a pensare che la discoteca sia divenuto il rifugio di qualche disperato, oltre ad essere utilizzata come discarica abusiva.
Insieme al mio assiduo fotografo Andrea, anch’esso amante dei siti in salsa Urbex, saliamo al primo piano.
La situazione è migliore, ma non dissimile dal pian terreno.
Sembra che la discoteca sia abitata da vecchi fantasmi, che portano in seno gai ricordi del loro passato.
Gli eleganti lampadari sono il simbolo di un anacronistico tempio del divertimento.
La “sala ovale galleggiante“, sul bel lago artificiale è stata abbattuta e le assi in legno poste a potezione ricordano la sua presenza.
Vorrei continuare a scrivere ma non voglio farmi male, d’altronde nonostante siano passati anni non ho ancora metabolizzato questa storia.
Il Babaloo parte delle nostra vita
Sono convinto che in molti vi sarete immedesimati nel mio amarcord.
Questo luogo decadente è l’esempio lampante dell’inamovibilità del nostro paese.
Oggi più che mai sento, che la chiusura del Babaloo abbia tolto a tutti noi qualcosa di prezioso e a cui ci sentiamo legati.
Il mio cervello è ancora giovane e non vuole arrendersi al lento decadimento del mio corpo, la cui geometria ha perso la sua simmetria.
Non riesco a seguirlo, invece mi piacerebbe ripresentarmi a Lady Ostara con il vigore passato.
Di Olga non ho più notizie, lei si è portata con se la parte più bella della mia esistenza, facendo terminare così la mia gioventù.
FOTO ANDREA ADELCHI CLEMENTONI
13 risposte
Vedere queste immagini fa male al cuore, la fine di una era non deve mai essere l’inizio del degrado. Che peccato
Che tristezza vedere luoghi di divertimento così decadenti e senza vita. Sembra la scena di un film di guerra e purtroppo è realta’.
Andato all’asta l’anno scorso, dopo anni di abbandono, la pista galleggiante sull’acqua è stata abbattuta e con essa i ricordi di un posto magico, un set cinematografico unico che aveva dato vita a stupende ed indimenticabili serate estive da sogno.
“Sic transit gloria mundi”
Pezzo davvero toccante. Non sono mai stata al Babaloo ma ciò che viene descritto conferma ancor di più lo stato in cui il nostro paese sta andando, portando via con se pezzi di vita che ci appartengono cambiandoci per sempre.
E’ così per tutti! Niente sarà più come prima.
Ho trascorso meravigliose serate in questo luogo che confermo essere stato una delle più belle discoteche d’Europa, forse la più bella in assoluto. Queste immagini mi rattristano molto perché con esse se ne va un pezzo di trascorso, un bel periodo della mia vita.
Salve Barbara
Tra Marche, Abruzzo ed Emilia Romagna ci sono molte strutture disco e non oramai del tutto abbandonate.
Posso capirla sono postilla di una italia che non tornerà più.
Grazie del suo messaggio.
Salve Barbara
Grazie per il suo messaggio. Ci sono tante strutture oramai del tutto abbandonate.
Sono sintomo di una Italia che non tornerà più.
Meraviglioso articolo fin troppo malinconico di un’Italia che non tornerà piu’.
Complimenti ma anche tanta tristezza.
Andati via i Russi chissà che fine faranno i nostri scarpifici. Le marche vivevano con questo tipo di turismo.
Anch’io sono stato uno dei fortunati a passare bellissime serate all’interno di questa stupenda discoteca. Ero un ragazzino all’epoca e ogni volta, era sempre una roulette russa per entrare, non si sapeva mai se ci avrebbero rimbalzati all’ingresso.
Le cubiste, la pista galleggiante, l’arredamento curato tutti bellissimi ricordi.
Signor Marco grazie per il suo messaggio. Il Babaloo è oramai simbolo di un’Italia che non tornerà più.
Stupendo articolo. Tolte qualche locale oramai non è rimasto quasi nulla.
Le estati prima erano un terno al lotto ed erano talmente tanti i divertimenti che non sapevi mai come poteva finire.
Tutto è finito, niente è come prima. Stupendo articolo, bei ricordi.
Di solito le vecchie generazioni elogiano il proprio passato, denigrando quello attuale. Sottoscrivo in pieno. Con l’avvento dei social è aumentata l’anaffettività e diminuita l’empatia. Il mondo verrà inghiottito dal nulla. Il Babaloo bei ricordi di un mondo ancora alla portata di tutti.