Palestre ancora chiuse?

Nonostante palestre, ristoranti e altri esercizi commerciali siano chiusi da tempo la morsa del Covid non allenta la sua presa.
La nostra politica ha gestito la pandemia con dei DPCM degni di un enigmista (Pasqua vietata lungo lo stivale con la possibilità di recarsi tranquillamente all’estero), con il risultato che siamo ancora con l’acqua alla gola.
Invece di supportare lo sport con le giuste e doverose cautele mantenendo il popolo in forma e superare piu’ facilmente l’agognato lockdown, si è preferito calcare la mano facendo abbassare per diversi mesi le “saracinesche” con ricadute negative sul nostro stato di salute.
Il motto latino mens sana in corpore sano non ha più ragion d’esistere e per capire la spinosa questione ho intervistato uno dei massimi esperti nel settore della nutrizione: il Dottor Manuel Salvadori, con cui ho affrontato il binomio alimentazione-Covid.
Covid e cibo
M.I.:” Buongiorno dottor Salvadori, pensa che la situazione Covid stia peggiorando in qualche modo il rapporto delle persone con il cibo?“.
M.S.: “Purtroppo le ristrettezze imposte dalla pandemia hanno alterato negativamente il rapporto delle persone con il cibo, perché la maggior parte di noi tende a considerarlo un’alternativa alle costrizioni esterne a cui ci siamo dovuti abituare da un anno a questa parte”.
Aspetti emotivi

M.I.: “Quali sono gli aspetti emotivi legati all’alimentazione?“.
M.S.: “Il legame con il cibo è strettamente personale e legato a un momento particolare della nostra vita e della nostra giornata.
Ci si può abbuffare per un litigio, un fallimento lavorativo o al contrario per festeggiare un evento recandosi al ristorante.
Attualmente negli junk-food cerchiamo una valida alternativa alla nostra esistenza e una compensazione alle ristrettezze dei DPCM, con un quadro clinico in chiave obesità drammaticamente peggiorato.
Da professionista mi auspico che questa sia una parentesi passeggera per poter tornare alla normalità e lavorare con una clientela serena e motivata”.
Se la pandemia si protrarrà

M.I.: “Se questa situazione perdurerà nel tempo quali saranno gli strascichi per la nostra società?“.
M.S.: “Se la situazione dovesse divenire strutturale ci troveremmo di fronte a uno scenario clinico inquietante.
Gli psicologi ci hanno fornito testimonianze molto dettagliate sulla nascita di nuovi disagi psicologici e comportamentali da parte di quei soggetti che hanno sofferto maggiormente questo inconsueto “modus vivendi“.
Nello specifico si è riscontrata in ambo i sessi una crescita esponenziale dei casi di bulimia e anoressia. Togliamoci dalla mente che questi malesseri siano prettamente femminili.
Nella peggiore delle situazioni bisogna lavorare in sinergia con molteplici figure professionali e intervenire nell’immediato per evitare che nei soggetti più fragili i disagi non diventino una costante”.
Niente sarà piu’ come prima
Nessuno si fa più illusioni, il mondo che abbiamo conosciuto non esisterà più. La pandemia è una prova generale per una società “casalinga” e più digitalizzata.
Sono parole banali e sulla bocca di tutti e a questo punto penso sia importante approcciarsi ad un sistema olistico per trovare il giusto equilibrio psico-fisico e culturale.
Solamente attraverso un benessere intellettuale e spirituale possiamo gettare le basi per quella “rivoluzione” di cui noi umani spesso siamo capaci.