Intervista all’Ambasciatore d’Italia in Costa Rica, Dott. Alberto Colella.

Il Costa Rica è un paese a cui mi sento fortemente legato, per via delle tante amicizie che ho costruito durante il gemellaggio tra il Cantone di San Vito e il comune di Spello, in Umbria, il cui obiettivo è stato incentrato su di una cooperazione internazionale, in materia di sviluppo sostenibile.
Grazie all’intercessione dell'”italianissimo” Fabian Chincilla, memoria storica della nostra emigrazione nel paese, sono riuscito a fissare un appuntamento con il nostro Ambasciatore, Dott. Alberto Colella, a cui ho formulato delle domande sul suo attuale mandato nella nazione centro-americana.
Una breve biografia

M.I.: “Buongiorno Ambasciatore. Prima di iniziare il nostro discorso sul Costa Rica, potrebbe darci un cenno della sua biografia?“.
A.C.: “La mia carriera parte nel 1986, quando ho iniziato a lavorare presso il Ministero degli Affari Esteri, dopo la mia laurea in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Napoli, dove mi sono specializzato in Diritto Internazionale.
Dal 2018 al 2022, sono stato ambasciatore a Oslo (con accreditamento in Norvegia e Islanda); precedentemente e sono stato console a Belo Horizonte, in Brasile e poi a Ginevra in Svizzera.
Ho lavorato anche all’Ambasciata d’Italia a Brasilia e ho rappresentato il nostro paese presso le Nazioni Unite a New York“.
Le tante cose belle del Costa Rica e qualche problema…

M.I.: “Il Costa Rica è un paese molto gettonato, per l’amabilità della sua gente e il suo turismo ecosostenibile. Quali sono le caratteristiche positive e negative della sua esperienza lavorativa e umana nel paese?“
A.C.: “Sicuramente i visitatori amano il Costa Rica per il suo turismo ecosostenibile, per le sue spiagge incontaminate e i numerosissimi parchi.
Di solito chi si reca in visita nel paese è in cerca di relax e vuole scappare dal tran tran quotidiano, per vivere appieno i suoi meravigliosi idilli naturalistici, siano essi laghi, fiumi, spiagge e zone vulcaniche di cui il paese è ricco.
La caratteristica che mi ha colpito maggiormente del paese è stata l’ospitalità del suo eccezionale popolo.
La solitudine non è parte del Dna costaricense e la parola amicizia è un must dell’intera comunità.
A differenza di altri paesi in cui ho vissuto e lavorato, qui sono riuscito a intessere intense relazioni umane.
Certo anche qui i problemi non mancano. Temo di deludere chi considera il Costa Rica una meta economica, a buon mercato: in realtà il costo della vita è ben superiore rispetto al nostro “Bel Paese”.
L’alto costo della vita, la carenza di infrastrutture e gli insufficienti investimenti sociali sono probabilmente tra le cause della povertà e della forbice delle diseguaglianze. Un altro aspetto da tenere in considerazione è il recente incremento della criminalità“.
Green economy

M.I.: “Il Costa Rica punta fortemente sull’utilizzo delle rinnovabili. E’ solo un slogan seducente o c’è un fondo di verità?“.
A.C.: “L’ecosistema locale è in buona parte protetto, per mezzo di leggi che tendono a preservarne la bellezza. Buona parte del territorio nazionale è protetto dal sistema parchi nazionali, che funzionava bene ed è uno dei fiori all’occhiello del paese.
E’ la quasi totalità dell’energia elettrica consumata proviene da fonti rinnovabili, l’idroelettrico e l’eolico.
Ciò non toglie che vi siano criticità, per il largo uso di fitofarmaci in agricoltura e la carenza di impianti di depurazione delle acque reflue“.
San Vito la “Little-Italy” della Costa Rica

M.I.: “San Vito fu fondata da alcuni pionieri italiani, che emigrarono dal Bel Paese in cerca di fortuna. Grazie a Fabian Chinchilla e alla vecchia amministrazione, si sono fatti innumerevoli sforzi per salvaguardarne l’italianità. Non ha paura che le nuove generazioni possano dimenticare il loro passato remoto?“.
A.C.: “E’ ciò che sta accadendo purtroppo. Proteggere l’italianità del cantone è una sfida ardua e devo ringraziare Fabian, che con i suoi sforzi e la sua passione per il “Bel Paese”, tiene viva la fiammella dei ricordi.
Ripeto è un’impresa non da poco. Le nuove generazioni stanno velocemente voltando pagina e la lingua di “Padre Dante” è stata accantonata a favore dello spagnolo.
A breve mi recherò a San Vito per una manifestazione culturale italiana della durata di due giorni, che include cinema, arte e letteratura italiana. Vado a San Vito non solo per rappresentare l’Italia, quanto per essere d’aiuto a mantenere viva la nostra lingua e il legame di San Vito con il nostro Paese”.