Jerash, orgoglio romano in terra giordana

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Scendo dalla macchina, e un nugolo di venditori mi viene incontro come se fossi una star del cinema. Già penso a come togliermeli di torno ma, strano a dirsi, non vogliono farmi acquistare nulla dei loro souvenir; infatti aspettano Rebhi, la mia guida, per salutarlo. Sapevano che sarebbe venuto da Amman con un blogger italiano.

Sono amichevoli anche con me e, per non venire meno alla loro gentilezza, per un dinaro acquisto mandorle di colore verde, dal sapore molto amaro e pungente. Tolgo la buccia, e il mio cicerone mi blocca subito dicendo che sto togliendo la parte più saporita.

Rebhi è molto celebre in zona, come un un po’ in tutta la Giordania, perché ogni qualvolta ci fermiamo in un posto tutti lo salutano calorosamente. Apprezzo, anche perché molti giordani parlano qualche parola d’italiano e vogliono subito mostrare la loro bravura dando sfoggio di un ricco vocabolario.

Jerash, la Pompei d’Oriente

Entriamo a Jerash, la “Pompei d’Oriente” che mostra tutto l’orgoglio della Roma imperiale.

Il primo aspetto che il mio cicerone vuole sottolineare, prima di attraversare l’enorme arco di Adriano, è che Jerash ha ancora tante cose da scoprire e che per questo, grazie agli studenti di archeologia dell’università locale, si continuano a fare scavi per cercare di portare alla luce gli splendori nascosti di una città che non è perimetrata solamente nell’area archeologica, ma attraversa in toto anche la parte contemporanea. Possenti mura, infatti si alternano al costruito attuale della nuova Jerash.

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L’ippodromo e il foro

L’antico ippodromo, che annualmente ospita un celebre festival locale, ha le stesse fattezze del circo Massimo. Ben conservato, ha mantenuto quasi del tutto inalterati i lineamenti architettonici.

Arriviamo al Foro nei pressi della porta meridionale. Mi sposto verso il centro, dove l’avvallamento mi fa sentire ancora più piccolo rispetto alle mastodontiche cinquantasei colonne ioniche che delimitano la zona.

Come ogni tipica città romana che si rispetti, l’antico Foro è tagliato perpendicolarmente dal Cardo e dal Decumano, che sembrano perdersi nello spazio infinito mentre invece indicano due specifiche direzioni, come Gerusalemme per il secondo.

I solchi, ancora visibili, evidenziano il grande traffico giornaliero dei carri che rifornivano i negozi adiacenti le strade, e tutta questa affascinante atmosfera dà un tocco di grande realismo portandomi secoli addietro e facendomi vivere appieno l’epoca adrianea.

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Sistemi antisismici degli antichi romani

Il mio cicerone mi porta vicino a un vecchio tempio e mi chiede se ho abbastanza forza per muovere una colonna. Non capisco cosa voglia dire, credo che mi stia prendendo in giro, invece mi sta incoraggiando a compiere questo gesto audace. Preso dalle sue parole, con uno sforzo sovrumano tendo i muscoli e il cucchiaio posto sul basamento sembra muoversi come per magia.

Rebhi ride vedendomi stranito, e mi dice che probabilmente i romani, per evitare che i terremoti distruggessero il loro operato, avevano inventato una specie di martinetto che si muoveva in base al movimento del sisma.

L’anfiteatro

L’ultima tappa è quella con l’anfiteatro che rispecchia, nel suo piccolo, quello di Amman. Due soldati vestiti come gli antichi guerrieri del deserto, mangiano oziosamente sotto il portico che conduce nell’arena. Il loro vestiario è un bellissimo mix tra beduini del deserto e dragoni della regina inglesi.

Voglio scattare una foto, ma i loro volti sono duri e mi incutono un po’ di timore. Sembrano segnati da chissà quale guerresca avventura. Chiedo timidamente se posso fare qualche scatto, accettano di buon grado offrendomi il loro cibo. Uno dei due, alto e slanciato con dei nerissimi baffi neri prende la cornamusa e comincia a suonare un bel motivo che da ancor più ritmo alla mia colorita visita.

Divide et impera è stato il motto dell’antica Roma, che con questi capolavori artistici danno lustro al nostro passato, non solo nella nostra penisola ma anche qui in una terra lontana chiamata Giordania.


(Articolo apparso per la prima volta su lifemarche.net il 13/09/2016)

 

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