Luigi Colbax:”Vivi nel corpo che vuoi per sempre“
Lo sport è parte della mia vita, perchè mi distoglie dai pensieri negativi e mi ha fatto crescere sano e sicuro, infatti il mio sogno lavorativo era quello di intraprendere la carriera da personal trainer, con laurea ISEF e tutto quello che ne concerne.
Mio padre mi fece dirottare i mie studi presso la facoltà di architettura, perchè mi ripeteva nel nostro dialetto “l’arte di tate è mezza mparate” (l’arte del padre è mezza imparata), facendo sfumare i miei propositi.
Il “vizio” di allenarmi quotidianamente, ritagliandomi quel poco tempo libero a disposizione però fa parte del mio DNA e in un mondo sempre più “energivoro” sono alla ricerca del giusto equilibrio psico-fisico, per avere un’esistenza appagante.
“Vivi nel corpo che vuoi per sempre” è uno slogan altisonante coniato da uno dei massimi esperti nel settore Lugi Colbax (https://luigicolbax.com/), a cui ho chiesto un’intervista per capire le nuove dinamiche ed i mutamenti della nostra società, ad un cambio epocale.
Globalizzazione le nuove caratteristiche della modernità
M.I.:”Buonasera Signor Colbax, oggigiorno tanti addetti ai lavori ci mettono in guardia sugli aspetti negativi della nostra società:stress, disturbi alimentari, emarginazione e sedentarietà. Come avverte questo cambiamento?“.
L.C.”Le problematiche sono essenzialmente legate a due aspetti: nutrizione e attività fisica, interconnessi dal consumismo. Precedentemente ci si muoveva di più, nonostante le palestre come le concepiamo oggi si contavano sulle dita di una mano.
Nel dopoguerra, fino agli anni 60-70 c’erano meno auto e la maggior parte degli italiani per arrivare sul luogo di lavoro o nelle palestre comunali, le uniche presenti nel nostro territorio, si recavano a piedi per un raggio di circa 2/3 km. Un ruolo importante poi lo svolgevano anche i lavori manuali, relegati ai margini dell’attuale società telematica.
Il secondo aspetto è legato al cibo: si mangiava meno. Quando ero ragazzo mia madre mi preparava un budino che doveva bastarmi per una settimana e la merenda era semplice: pane, zucchero e burro.
Il panino era così grande da essere consumato con lentezza, permettendo al corpo di saziarsi prima, al contrario delle merendine odierne, piccole ma con un’alta concentrazione calorica.
Dulcis in fundo il consumismo. Oggigiorno abbiamo la possibilità di avere tutto e subito e questo porta ad un depauperamento delle risorse globali e cambi climatici, dovuti al nostro egoismo.
Un esempio pratico: per avere più carne gli allevamenti sono diventati intensivi e forzati, abbassandone la qualità. Se ad una ditta agricola è richiesto più pollame, quest’ultima concentra le galline nel minor spazio possibile risparmiando sulla qualità del cibo, in modo tale da modificarne il ciclo di vita.
Il cibo che otteniamo è così scadente da tormentare i delicati stomaci di persone con sistemi immunitari deficitari, con tutta una nuova serie di malattie: gastroenterite, celiachia, ecc.”.
Luigi Colbax e la sua ricetta vincente
M.I.:”In un’intervista rilasciata ai microfoni di SkyTg24, cita spesso la parola “equilibrio”. Qual’è la giusta ricetta per avere una simmetria psico-motoria?“.
L.C.”Un cambio di mentalità a 360 gradi. Per raggiungere un obiettivo ci vuole spirito di sacrificio, mentre il sistema ci vuole pigri, come tanti “Homer Simpson” e ci ha inculcato un atteggiamento passivo in cui è lecito avere tutto senza sforzarsi, basta pagare.
Equilibrio, significa recuperare il rapporto tra uomo e ambiente, rispettando i cicli imposti dalla natura, deteriorata dalle leggi di mercato. L’avidità commerciale ha da un lato portato benessere, ma ha educato il popolo a vivere in una società non sostenibile.
Dobbiamo imparare dal mondo animale, in cui ognuno svolge il proprio ruolo senza desiderio di prevalsa, rispettando il territorio.
Sono pessimista, perché abbiamo poco tempo per invertire la rotta e non abbiamo la giusta consapevolezza per preservare l’ambiente. Oltretutto la logica dei poteri forti e di distoglierci dai reali problemi, producendo tanta spazzatura mediatica per trasformarci in docili pedine.
Dobbiamo sensibilizzare le nuove generazioni, ripartendo dalle scuole, dove istituirei l’educazione alimentare e fisica per gettare basi su un concreto futuro eco-sostenibile.
Il ruolo svolto dai social nella nuova società virtuale…
M.I.:”I social stanno creando mondi paralleli, distogliendo i più giovani dal vero significato della vita. Ed a questo punto?“.
L.C.:”Facebook è uno strumento innocuo se usato saggiamente e il compito di gestirlo è del genitore non del ragazzino. Personalmente passavo troppo tempo incollato al mio smartphone e mi sono imposto delle regole ferree per dilazionarne l’uso, esclusivamente per scopi lavorativi e non ludici.
Molti si oppongono alla mia linea di pensiero, ammonendomi di non essere al passo con i tempi, ma tendo a sottolineare di come cinquant’anni fa la mia generazione sia “sopravvissuta” senza il loro massiccio utilizzo.
Instagram, ha bisogno di un approfondimento in più, perché gioca un ruolo fondamentale nella vita degli adolescenti. Sfogando il loro narcisismo credono di “esistere”, relegando i propri sogni in un immaginario mondo virtuale teso esclusivamente all’estetica.
Mi piacerebbe dire alla ragazzina compulsiva, non soddisfatta del suo corpo, di concepirlo come un “involucro”, atto a deteriorarsi con il passare degli anni. Siamo diversi ed ognuno di noi svolge funzioni differenti nella società. Perchè porsi l’obbiettivo di irraggiungibili “chimere“?”.
…E quello della politica?…
M.I:”…E’ il ruolo della nostra politica?”.
L.C.:”Mi considero un “haters” della nostra politica, troppo distante dalla realtà del cittadino. Sono emigrato nelle Canarie e divido la mia attività lavorativa tra Spagna e Stati Uniti. Sono felice della mia scelta e sono tanto disgustato dal nostro paese da non seguirne più le vicende.
Per sopravvivere in Italia, bisogna trovare degli espedienti e se si seguono tutte le regole si chiude battente in pochi anni. La nostra nazione collasserà vertiginosamente tra una decina di anni, anche grazie alla massiccia emigrazione giovanile.
C’è una fuga di “cervelli” impressionante e tutte le persone valide preferiscono fare la valigia e sfidare la sorte, piuttosto che aspettare apatici la fine.
Tra qualche anno ci sarà una sostituzione etnica e non venitemi a darmi del razzista, per favore, perchè il cambiamento demografico è sotto gli occhi di tutti.
…Il futuro di Luigi Colbax?
M.I.”Una vita sicuramente gratificante che la sta portando in giro nel mondo, dove vuole arrivare?”.
L.C.”Il mio grande obiettivo è quello di divulgare il concetto di “wellness”, estraniandomi da esaltati e da incapaci, che vogliono fare business sulle spalle della gente senza avere i giusti requisiti. Sono delle “iene”, come mi piace apostrofarli.
Bisogna essere accorti nella scelta di un personal su internet per evitare delle “scottature”, come mi è successo quando sono incappato in “fuffari” travestiti da esperti del marketing.
Desidererei utilizzare la mia visibilità per svolgere un ruolo da attivista per la salvaguardia dell’ambiente, diffondendo le verità scientifiche sul fitness, in modo da svegliare le masse intorpidite da un ventennio di bugie.
Abbiamo perso tempo prezioso e sento il disastro imminente. Non sarà certo il sottoscritto o Di Caprio, altro celebre attivista, a fermare la catastrofe, ma sento il dovere di provarci, coadiuvato dalle ricerche di molti studiosi in cui si è parlato di una rigenerazione del nostro pianeta.
I governi hanno aperto gli occhi investendo in energie alternative a danno dei combustibili fossili.
Luigi Colbax il “guru” dell’eco-sostenibilità
Intervistare Luigi Colbax è stato altamente formativo, nonostante non mi abbia data novità. C’è una differenza sostanziale; mentre si impegna con tanta amabile professionalità per far venire a “galla” la verità, molti preferiscono crogiolarsi, evitando il problema e rimandandolo alle prossime generazioni.
Siamo stati manipolati e impoveriti da cibo spazzatura, reality, caro vita e tasse esose ed adesso non riusciamo più a ribellarci al nostro destino, persi tra le spire di una crisi che stenta a passare.
Proviamoci, in quale modo? Dividendo spazi connettivi, spegnendo i cellulari, bypassando i social ed uscendo in strada senza rifugiarci nei “freddi” centri commerciali. Amiamoci, l’unico modo per arginare la calamità tratteggiata con tanta lucidità dal mio intervistato.
Utopia? Assolutamente no se lo vogliamo veramente.
Una risposta
Grande Luigi Colbax