La rivolta popolare del Venezuela

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Gabriella Moscardelli (Presidente dell’Associazione Italo-Venezuelana “Alma Criolla” di Teramo).

Sono in Abruzzo con una delle rappresentanti del Progetto Ali per Venezuela, “Onlus“ per il Programma Aiuti UmanitariGabriella Moscardelli (Presidente dell’Associazione Italo-Venezuelana “Alma Criolla” di Teramo), che insieme ad altre coraggiose persone stanno cercando di alleviare le sofferenze del popolo venezuelano, dilaniato da una terribile crisi intestina, inviando nel paese caraibico medicinali di vario genere sempre più introvabili tra le mura delle farmacie.

Il Venezuela si trova già da molto tempo in una situazione drammatica che sembra peggiorare sempre più. Qual è la sua reale condizione?

Oramai tutti siamo a conoscenza del dramma che il paese sta vivendo, anche se l’Occidente ancora non ha preso del tutto coscienza della reale problematica. Probabilmente nessuna nazione si trova peggio al momento. Abbiamo un’inflazione galoppante che tocca addirittura il 700 per cento, crisi sotto tutti i punti di vista: economica, politica, sociale alimentare e medicinale.

L’Occidente oramai sempre più alle corde da questa dura crisi che sembra perdurare e della paura degli attentanti, sembra non considerare il dramma che si sta consumando in Venezuela. Come potrebbero i paesi sviluppati aiutarlo, scrollandosi di dosso questa terribile apatia?

I paesi occidentali dovrebbero scendere in campo, facendo pressione sul nostro governo, perché fino adesso solo in pochi hanno fatto qualcosa per sostenerci. Bisogna capire che qui non parliamo solo di una rivoluzione in atto, ma di una crisi umanitaria devastante a causa della mancanza di beni di prima necessità. Solo l’Italia e la Spagna, forti dei loro precedenti flussi migratori hanno fatto degli appelli ma tutto è stato vano. Perfino Papa Francesco, alcune settimane fa, ha ricevuto alcuni vescovi venezuelani per un tentativo di moderazione. Per ora il governo venezuelano sembra sordo sia alle urla di dolore del proprio popolo, sempre più allo stremo, che a degli ipotetici emissari di pace. Il peccato del nostro paese è di essere una terra troppo ricca, dove gli interessi internazionali vanno per la maggiore e per questo tanta indifferenza gravita intorno al paese.

Una situazione che ancora non trova soluzione.

Sopra internet e social girano video così drammatici che colpiscono duramente qualsiasi osservatore. Da una parte il popolo che si ribella per trovare la propria dignità ingaggiando una lotta titanica ed impari contro un presidente che invece tenta di sminuire la reale situazione, sottolineando che il paese non ha nessun problema. Come vede a questo punto il futuro?

Per adesso vedo solo ombre nella nostro società. Ciò mi rammarica enormemente.

Come potremmo, noi persone comuni aiutare la vostra Onlus ed il vostro caloroso popolo?

La nostra Onlus coordinata dal Dott. Edoardo Leombruni fa capo all’Abruzzo, dato che ci sono ancora tanti connazionali rimasti intrappolati nel paese, mentre molti esuli si stanno adoperando per migliorare le loro condizioni. Ovviamente non possiamo aiutare trenta milioni di venezolani, ma almeno stiamo soddisfacendo la situazione sanitaria con il progetto Ali per Venezuela insieme al programma Aiuti Umanitari fondata da oltre due anni. Alcuni paesi come Stati Uniti, Germania, Francia, Spagna ed Italia stanno dando man forte ed il “Bel paese” funge da capofila nelle donazioni dei medicinali, che vengono accuratamente monitorati e successivamente distribuiti, grazie all’appoggio della Caritas, Fundación La Pastillita. Vorremo spedire alimenti ma non abbiamo molte risorse, purtroppo. Questa sproporzionata lotta tra le istituzioni pesantemente armati ed i tanti giovani che scendono quotidianamente in piazza, avrà un esito positivo, perché essi combattono con una risorsa che manca alle nostre istituzioni: la sete di libertà, l’unico reale mezzo che un giorno mi ridonerà il Venezuela che conosco.     


(Intervista apparsa per la prima volta su eurasianews.it il 30 giugno 2017)

 

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