Sigismondo e Isotta l’amore prima dei social
Se Isotta fosse stata un’adolescente dei giorni nostri avrebbe scritto sul suo profilo Facebook: “In una relazione complicata“, postando innumerevoli foto che l’avrebbero ritratta con il suo amato Sigismondo Malatesta.
Sono fratelli dei celebri Paolo e Francesca, riposti nelle memorie della nostra società, che preferisce corteggiarsi virtualmente piuttosto che abbandonarsi a una romantica “ars amatoria“.
La brava scrittrice Maria Cristina Maselli, grazie a un accurato studio archivistico durato ben “cinque anni” ha riportato “alla luce” la vicenda di questi due innamorati fungendo da “testimone” della loro storia.
Genesi di una storia dimenticata
M.I.: “Sigismondo e Isotta” è un dettagliato romanzo storico ambientato in un’epoca in cui i sentimenti passavano in second’ordine a favore della ragion di stato. Com’è nato il tuo lavoro?“.
M.M.: “L’idea di scrivere questo libro è nata per puro caso, perché nonostante fin da piccola sia stata un’avida lettrice, non avevo mai pensato di scrivere un romanzo.
E’ stato il sindaco di Montefiore Conca, un borgo romagnolo in cui ho casa a darmi lo spunto per narrare la vicenda di Costanza Malatesta, morta tragicamente nella rocca cittadina.
Durante lo studio della sua biografia venni a conoscenza dell’esistenza di Isotta degli Atti e di Sigismondo Pandolfo Malatesta e ne sono rimasta così affascinata da cambiare repentinamente il mio soggetto.
Maturai ulteriormente questa decisione quando mi recai in visita al Tempio Malatestiano di Rimini per immergermi nelle vicende dell’omonima dinastia, rimanendo estasiata dal sepolcro della giovane.
Non erano solo l’aura magica e le stratificazioni architettoniche ad avermi frastornata, quanto un’inspiegabile emozione che mi ha fatto decidere di riabilitarli agli occhi della storia”.
I luoghi rappresentativi del libro
M.I.: “Ci siamo conosciuti per puro caso grazie ad una mia foto sulla Rocca di Mondavio, postata su Instagram. Citi innumerevoli castelli a cavallo tra Marche ed Emilia Romagna, qual è quello che ti ha impressionato maggiormente?“.
M.M.: “E’ difficile da stabilire, ognuno ha una propria particolarità legata all’utilizzo signorile e militare.
Gradara per esempio, è una città fortificata costruita con un ingegnoso impianto architettonico che ha giocato un ruolo fondamentale per fronteggiare lunghi mesi d’assedio.
D’altronde i Malatesta erano signori di un piccolo territorio e per proteggersi dagli attacchi di Federico da Montefeltro e degli altri nemici, ivi compresi i propri parenti, dovevano necessariamente costruire manieri inespugnabili.
Nel libro non vi imbatterete solo in rocche e castelli, come San Leo o il Castel Sismondo di Rimini, ma anche in importanti città d’arte rinascimentali fra cui Urbino.
Una strana epoca il millequattrocento, in cui i signori per soddisfare il proprio ego si combattevano a colpi di archibugi e cultura”.
Un tour-operator alla scoperta del libro
M.I.: “Il tuo libro ha avuto così tanto successo da aver fatto nascere l’idea di un tour teso alla scoperta dei luoghi di questa magnifica storia d’amore”.
M.M: “Il mio lavoro ha sedotto la fantasia di tanti lettori che in un primo momento mi scrivevano messaggi d’elogio e successivamente mi chiedevano informazioni sulle ambientazioni del romanzo.
Sono state maggiormente le coppie a calarsi nella parte, eclissandosi dal “disincanto mediatico” per rivivere il loro amore con più vigore.
Ho avuto così tante richieste da decidermi di mettere in piedi un gruppo di donne romantiche e determinate con cui realizzare viaggi volti alla scoperta dei luoghi del romanzo.
Se volete farvi un’idea potete dare un’occhiata al sito: www.sigismondoeisottaexperience.it“.
Sigismondo e Isotta a New York
M.I: “Quale canale hai usato per importi negli States? Sei stata contattata anche da altri paesi?“.
M.M: “Sono approdata negli Stati Uniti con un colpo di fortuna. Una signora argentina ha acquistato il mio libro alla stazione Termini, lo ha letto e ne è rimasta entusiasta. Era la moglie del console italiano di New York.
In occasione di un evento in onore di Maria Callas, tenutosi nella prestigiosa Italian Academy della Columbia University, mi è stato consegnato un premio per essermi distinta in campo letterario.
L’interesse dei presentatori mi ha fatto capire quanto la nostra storia sia apprezzata.
Il romanzo non ha ancora una versione in inglese. Spero che qualche editore straniero acquisti i diritti e lo faccia tradurre”.
Un romanzo e i giovani
M.I.: “Mi ha amareggiato la morte di una bambina che per sfida su “Tik Tok” è rimasta uccisa. Evitando di essere bacchettone, non pensa che il suo romanzo possa risvegliare le coscienze?“.
M.M.: “Purtroppo, pur essendo l’amore ancora il baricentro della nostra esistenza, è stato affiancato da stimoli mediatici continui e spesso estremamente superficiali.
Il sentimento di Sigismondo e Isotta è assoluto e indissolubile perché fondato sul vero amore. Sono stata invitata più volte nelle scuole per discutere del libro.
I professori mi avevano preparato a un veloce calo dell’attenzione dei ragazzi, invece ho percepito dalle loro intelligenti domande la loro concentrazione.
D’altronde i protagonisti sono loro coetanei, e i ragazzi si sono immedesimati nelle loro dinamiche amorose.
Il mio romanzo, tinto di rosa e di rosso, perché pieno d’amore e di passione, ha convinto anche un vasto pubblico maschile che in questi mesi mi ha scritto, per condividere le emozioni provate nel corso della lettura”.
L’amore, la storia, una questione privata
Questa entusiasmante storia la proporrei come libro di testo per far riappropriare la nuova generazione di sentimenti sopiti, per sconfiggere la vuotezza materiale di cui siamo tutti passivi spettatori.