Il fallimento del sogno Europeo
Gli aggettivi che mi vengono in mente pensando all’attuale situazione europea sono svariati, purtroppo sempre negativi. Obsoleta, stanca e molto probabilmente depressa a causa della sua mala politica, che ha portato come risultato i tanti problemi economici e sociali che la trasformeranno radicalmente, cambiando per sempre la nostra esistenza.
Il tanto decantato multiculturalismo con le sue attuali politiche di immigrazione selvaggia, che personalmente credevo potessero far crollare tutte le barriere mentali e fisiche, stanno invece creando odi e rancori che fanno assai preoccupare.
L’Ungheria di Viktor Orban
L’Ungheria ed il suo premier Viktor Orban, hanno scelto una via meno tollerante nei confronti dell’immigrazione e molto più ferma rispetto al “Bel Paese”.
Budapest è il vanto della Mitteleuropa, figlia minore di un vecchio impero che ha scandito i ritmi ed i fasti della vecchia Europa, sembra dunque poco incline alle politiche europeiste.
Il Romanticismo di Budapest
La stupenda città in riva al Danubio è stata sodalizio dei miei anni giovanili, come tante altre capitali dell’est che stavano crescendo a ritmi vertiginosi allineandosi con il tanto invidiato occidente, e il mio laboratorio preferito dove prendere spunti sulla nuova generazione di tanti giovani architetti che si andavano man mano formandosi dopo più di un decennio dal crollo del muro di Berlino.
Eppure il fascino del paese non risiede nella sua contemporaneità quanto nel suo passato, a cui il suo popolo sembra ancora fortemente ancorato.
Una velata malinconia, di cui gli orgogliosi ungheresi subiscono tutt’ora l’incanto e che personalmente ha colpito anche me durante la mia visita.
Mi sono lasciato trasportare dalla sua dolorosa e recente storia che ancora è una piaga aperta nel cuore di tanta gente che non riesce a scrollarsi del tutto le svariate occupazioni, che qui più che in altri paesi dell’Europa orientale sembrano aver toccato l’apice.
La Terror Haza il museo della memoria
La Terror Haza, monumento-museo sul viale Andrassy è l’emblema delle due dittature che si sono avvicendate e che hanno oppresso gli ungheresi durante e dopo la Seconda guerra mondiale, in cui musiche e luci ricreano le inquietanti atmosfere della quotidianità sotto i due regimi.
Ungheria maledetta e romantica
Nel mondo dei “social” dove tutto sembra scontato ed in cui bisogna mostrare a tutti i costi di essere dei vincenti, preferisco godermi un attimo di silenzio sul Ponte delle Catene e stare dalla parte dei perdenti, degli eroi maledetti e romantici, di quei Kossuth e Petofi, figure chiavi della rivoluzione del 1848, di cui oggigiorno il mondo attuale avrebbe proprio bisogno per riconsegnarci la nostra vecchia e cara Europa.