Villetta Barrea il borgo dei cervi
Oggi devo far tutto da solo, non ho nessun fotografo ad accompagnarmi, quindi l’unica voce che mi devo “sorbire” durante il tragitto è quella metallica del navigatore Waze.
Non ho mai capito se convenga prendere l’autostrada in direzione Pescara, oppure per l’Aquila, perché sulla prima opzione ho dei dubbi, dato il tempo impiegato.
Mi sono messo in “cammino” da più di due ore, ma nemmeno l’ombra di un cartello con delle indicazioni per Villetta Barrea, se non quando arrivo in prossimità di Scanno.
A fianco della carreggiata abeti e betulle mi fanno ombra e la mancanza di luce mi rende nervoso, mettendomi lo stomaco in subbuglio. Decido di fermarmi per un boccone nel primo spiazzo possibile.
ll Travelgum non ha sortito l’effetto desiderato, a differenza delle noci che danno linfa ai miei spenti arti, doloranti dopo ore di macchina.
Sono di fronte ad uno spazio infinito e inforco gli occhiali per osservare minuziosi particolari naturalistici.
Questa regione è stata toccata dalla mano di un Dio che la ama all’inverosimile, concedendogli una poetica e un lirismo unico.
Villetta Barrea e il sogno vegetariano
Una volpe prima di attraversare la carreggiata si ferma dandomi un’insolita precedenza. Non capisco le sue reali intenzione e decido di aspettare il suo tempo, evitando di pigiare sull’acceleratore nel caso facesse un balzo “felino“.
Nonostante siamo in provincia dell’Aquila, il terribile terremoto del 2009 non ha violato l’abitato a differenza dl quello del 1984.
Fotografi con costose attrezzature immortalano alcuni cervi, lasciati liberi all’interno di un’area recintata.
“Vanitosi” come modelli non hanno paura di questi strani esseri, anzi uno di questi si avvicina per essere coccolato.
Mi viene da sorridere pensando alla commozione di alcuni turisti, perché passate le carezze probabilmente andranno a mangiare qualche buona bistecca.
Alcune persone si credono paladine dei diritti degli animali solo per avere un “Fido” nella propria abitazione, ma non si ritengono colpevoli di cibarsi di altre specie ritenute “inferiori” nella piramide alimentare.
Chico, il cane della mia vicina mi aspetta ogni mattina con ansia e guai a non salutarmi, graffia e ringhia pur di saltarmi addosso. Mi vuole bene senza nulla a pretendere.
Cosa penserebbe se sapesse che il mio stomaco è un cimitero pieno di carcasse?.
Forse chi leggerà prova vergogna quanto me. Ho deciso di diventare vegetariano sostituendo le proteine animali con quelle vegetali, ma non ci sono riuscito.
Il mio nutrizionista me lo ha proibito. La mia scelta non è dettata nemmeno dal piacere, quanto dall’ipocrita vanità di essere sempre in forma.
Villetta Barrea “capoluogo” della regione Campania
L’arteria principale della cittadina è molto graziosa e mi siedo sulla panchina di una spaziosa piazza, per osservare la statua realizzata in onore degli animali simbolo del luogo.
Mi reco in un bar per bere un caffè ristoratore e ricaricare le mie “batterie“.
Dopo Barrea ecco una nuova salita meno ripida sicuramente, ma pur sempre faticosa.
Ma chi se ne importa delle normative, penso tra me e me. Ho il display e tutto sotto controllo, posso volare a vista senza affaticarmi troppo.
Eppure mi sento di ferire i gentili amministratori comunali, tra i pochi in Abruzzo ad avermi finalmente dato un permesso scritto e ben dettagliato.
Trattengo il fiato, mi sgranchisco le gambe e torno nuovamente, a forzare le gambe su e giù gli scalini di Villetta Barrea.
La mia prima tappa è la Chiesa di Santa Maria Assunta.
Chissà dove sarà il castello? A differenza della limitrofa Barrea è ben mimetizzato nel fitto costruito e nemmeno dall’alto sono riuscito a individuarlo.
Dopo gli “urlatori” di Arrone, in cui abitanti mi presero a parole, perché reo di aver violato la loro privacy ho sempre il timore d’incontrarmi con soggetti della stessa risma.
Villetta Barrea invece è molto accogliente, soprattutto perché è stata “napolizzata” da tanti partenopei. Quando m’imbatto in qualche gruppo vengo contagiato dalla loro radiosità, intavolando discorsi contorniati da ampi sorrisi.
La signora Francesca e suo marito, sono usciti fuori dalla propria abitazione e vedendomi in difficoltà nel trovare uno slargo, mi concedono di decollare dal loro cortile.
Sono splendide persone con cui discuto sul futuro della generazione X e Millenium, costrette ad emigrare verso lidi più consoni alle proprie singole capacità.
I coniugi mi raccontano di essere amareggiati di come oggigiorno è tratteggiata Napoli, divenuta “ostaggio” dei racconti dei personaggi della serie Gomorra.
Sono un grande ammiratore di Saviano, ma Savastano e company, non sono i “must” da imitare. Napoli è tutt’altra cosa.
Ritorno alla camosciara di Civitella Alfedena
Terminato il lavoro, mi rimetto alla guida dell’auto e mi dirigo verso la Camosciara di Civitella Alfedena
Ho solo il mio fedele IPhone; ha una buona tecnologia ma non la risoluzione adatta per uno scatto d’autore.
Tutto sommato la giornata non è andata male, nonostante abbia sbagliato più volte direzione.
Mi premio gustandomi il vento che mi schiaffeggia il viso e scompiglia i miei capelli.
Peccato averli tagliati corti, avrei avuto la sensazione di essere accarezzato da quel Dio celato nei misteri del paradiso Abruzzo.
2 risposte
Le immagini appena vite sono un incanto. Sembrano irreali: eppure sono a 4 passi da noi. Questi nostri tesori dovrebbero però essere seriamente pubblicizzati.
La regione Abruzzo cosa fa? Sta solo a guardare i magnifici documentari che distribuiscono gli enti di promozione turistica delle altre regioni?
Questo non è campanilismo, ma solo necessità di guardar lontano e non pensare all’orticello da coltivare, magari in vista di un prossimo turno elettorale!
Caro Franco grazie per il tuo messaggio.
Effettivamente l’Abruzzo ha tanto da dire ma fa poco per incrementare il turismo. Il video è stato fatto frettolosamente, perché ho sbagliato location andando a Barrea in mattinata. Un errore dettato da Google e algoritmi vari.
Sono le nostre coscienze a doversi muovere, soprattutto quella dei politici, perché altrimenti questa Regione rimarrà imbrigliata nella sua lentezza.
I miei lavori, da come vedo stanno dando una bella visibilità mediatica, infatti parlando con la gente riesco ad immedesimarmi nei borghi e nelle loro tradizioni, così da permettermi di scrivere articoli mai scontati e interessanti.
Faccio del mio meglio, ma so che non basta.
Grazie ancora.