03.10.1989 Astana – 23.03.2019 Nur Sultan – Speciale Kazakistan

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Desideri di libertà nella vecchia Astana

La tecnologica iurta, progettata da Sir Norman Foster, che ricalca in toto la tipica tenda dei nomadi della steppa.

Immaginatevi nella steppa infinita con il vento che vi soffia sul viso scompigliandovi i capelli. Pensatevi dentro una yurta, la classica tenda dei nomadi, mentre siete seduti come antichi guerrieri vestiti di ogni foggia e dei cavalli veloci, attaccati alla palizzata esterna.

Adesso uscite fuori e cavalcate verso l’incognito, muovendovi all’unisono con i plastici movimenti del vostro destriero e respirate il sapore di libertà, lo stesso che ha animato per secoli gli uomini che hanno reso grande questa ampia zona, nel bel mezzo della Via della Seta.

Ora aprite gli occhi, il sogno è finito e vi do il benvenuto in Kazakistan, all’interno del centro commerciale progettato da Sir Norman Foster, che ricalca in grande scala la classica tenda dei nomadi kazaki. La sua complessa tensostruttura è un opera ingegneristica di grande livello e nel suo interno, per soddisfare le più svariate esigenze è stata posta all’ultimo livello una spiaggia, dotata di tutti i comfort.

03.10.1989 Astana – 23.03.2019 Nur Sultan

Il presidente uscente Nur Sultan, che ha traghettato il paese verso l’occidentalizzazione, con il suo pragmatismo. In suo onore la città di Astana ha cambiato il nome.

03.10.1989Il Crollo del muro di Berlino è stata una data importante per tutto tutto il mondo sovietico, come quella del 20 marzo 2019, in cui il presidente Nursultan Nazarbayev, traghettatore del paese verso un economia di mercato, ha dato le sue dimissioni, regalando ai suoi cittadini una città altamente vivibile e tecnologica, cambiando il nome nel suo.

Sognatore o folle? Un visionario che ha dalla sua tutta la voglia di riscatto ed il desiderio cullato per anni di far uscire il suo paese nell’anonimato, tanto basta per aver realizzato una capitale dalla maglia cartesiana in meno di un ventennio, sulla falsa riga di Washington.

Strade a sei corsie che tagliano la città ortogonalmente ed un’ampia arteria di forte impatto, che parte dalla celebre“Piramide della Pace”, realizzata per ospitare i leader delle più grandi religioni, fino alla già menzionata tenda dell’archistar Norman Foster. 

L’unica pecca, per i miei occhi sono le spoglie piantumazioni e le colorate aiuole che seccate durante il gelo non mi permettono di godere appieno la mia bella passeggiata tra grattacieli, nuovi monumenti e lo stupendo Kazakhstan Central Concert Hall, dello studio di architettura italiano Nicoletti.

Lo studio di architettura Nicoletti ha concepito una struttura dalla dinamica forma, che stravolge il contesto circostante.

Quest’ultimo posto adiacente un’ampia piazza è stato in grado di rivitalizzare il centro città ed è ubicato vicino il palazzo presidenziale.

Edifici completamente diversi tra loro, ma che mettono in mostra non solo la voglia di successo di questo forte stato, ma anche una gloriosa passata grandezza.

Penso a come questa meravigliosa costruzione, con curvilinee pareti, sia il vanto non solo di questa bella capitale, ma anche del nostro paese, spesso abbandonato dai più talentuosi studi di architettura, che non riescono ad esprimersi nel Bel Paese.

Un arrivo a – 5 nella Washington asiatica

Nur Sultan è una delle più fredde città al mondo ed appena sceso dal mio aereo, devo fare i conti con la rigidità e l’aridità del contesto circostante. Preso il primo taxi che incontro, comincio a scrutare l’orizzonte e le costruzioni che mi passano davanti, durante il tragitto.

Molte abitazioni, in cui sono state insediate le persone dei paesi limitrofi, sono super condomini. Sembrano essere stati costruiti durante il periodo sovietico, piuttosto che nell’attualità.

Mi accorgo che appena mi avvicino al centro i nuovi fabbricati, cambiano radicalmente il tessuto urbano e che alcuni di essi sono sono stati realizzati da moderne pareti ventilate, donando alla city economica e politica un aspetto contemporaneo.

Il padiglione dell’Expò 2017  di Astana.

Poi c’è l’Expò del 2017, vero trionfo del paese che ha messo in luce le qualità architettoniche e tecnologiche di una nazione, che da più di un decennio è uscita dal suo oblio, poichè trainata da un’economia legata essenzialmente alle sue tante risorse naturali.

Nonostante tutto, quello che mi colpisce maggiormente, durante il mio se pur breve viaggio dall’aeroporto, è la netta cesura tra natura ed uomo, in cui i palazzi fungono da vera e propria delimitazione.

Passatili infatti ci si ritrova in un vasto altopiano, dove non vigono più le leggi della globalizzazione, ma quella dei nomadi, quando le battaglie non si combattevano con piani amministrativi e missili, ma con archi e frecce.

Mi accorgo, che le tante gru che si muovono quasi toccandosi, sintomo di un boom edilizio ancora in atto, sono il metro di misura di una periferia che si allarga a macchia d’olio.

L’esotica Gulya e le bellezze asiatiche

La mia esotica proprietaria di casa la Signora Gulya, che mi ha concesso la sua foto su whatsapp e che mette in luce il rispetto per le antiche tradizioni da parte del popolo kazako.

Appena arrivato il tassista mi fa scendere ed incontro la bellissima Gulya, la mia proprietaria di casa, che mi accompagna verso il mio appartamento di fronte al centro città.

Qui la bellezza femminile è di alto livello e mi piace immaginare il nascere di un nuovo amore esotico, senza vincoli e confini. I lineamenti del gentil sesso hanno qualcosa di malizioso ed allo stesso tempo romantico.

Dalla foto del profilo Whatsapp della ragazza, vestita con abiti tipici, con addosso una pelle di lupo e un’aquila ai polsi, riesco ad immedesimarmi nelle antiche tradizioni kazake e le chiedo gentilmente se posso prenderla per arricchire il mio articolo.

Mi muovo lentamente e con un pò di difficoltà stando attento alle gelate, che non mi agevolano. Ho un vestiario adatto ad un invernata italica, mentre Assel Yeskendirova, il terzo segretario dell’ambasciata Kazaka di Roma, con cui ebbi una piacevole chiaccherata sul folclore del paese, mi aveva ammonito sulle rigide temperature.

Spesso toccano punte di -30 creando innumerevoli problemi anche all’attrezzata popolazione locale.

Ci credo, penso tra me. Già batto i denti a -5 e cammino con fatica, riparandomi dai primi fiocchi di neve che scendono imperiosi sulla mia persona, coprendomi all’istante.

Per fortuna i tanti centri commerciali, che in Italia diserto per evitare i nefasti effetti della globalizzazione, qui hanno un loro perchè                                                                                    e diventano un’ancora di salvezza per ripararmi dal gelo polare.

Gli archistar di Nur Sultan: Serik Rustambekow e Shefik Sagyndyk

A sinistra l’architetto S. Rustambekov mentre a destra S. Sagyndyk.

Il gentile governo kazako, per infarcire al meglio il mio articolo, mi permette d’intervistare due grandi professionisti, valenti architetti che hanno lanciato una vera e propria sfida: superare il più blasonato occidente, facendo diventare il Kazakistan un hub strategico per la nuova Via della Seta.

Il futuro baricentro economico mondiale si sta letteralmente spostando ed è oramai dislocato nell’Asia Centrale, perchè con la nuova ferrovia, si aprirà un moderno mondo, che non solo abbatterà il traffico marittimo accorciando i tempi, ma svolgerà anche un ruolo  chiave, nel settore turistico e culturale.

Intervisto i celebri architetti: Serik Rustambekow ed il suo collega Shefik Sagyndyk, che mi mostra una sua grande opera: la moschea  Hazrat Sultan Due signori assai modesti nonostante la loro bravura, che con molta simpatia mi spiegano il ruolo avuto nella realizzazione di Astana.

Non parlano inglese e per questo il mio simpatico cicerone Makhaembet, primo segretario presso il ministro degli affari esteri, mi traduce tutto all’istante, ma tendono a sottolineare quando vedono la figura di Dante Alighieri, su uno dei due libri regalatemi dal governo, il grande amore per la nostra bella Italia.

M.I:” Astana, ora Nur Sultan, è una città divenuta famosa, un pò in tutto il mondo occidentale. Lei è uno dei più degni rappresentanti che ha cambiato radicalmente il volto architettonico ed urbanistico della città. Qual’è la sua più grande soddisfazione?”.

L’interno della meravigliosa moschea di Hazrat Sultan, progettata dall’architetto S. Sagyndyk.

S.R.:”Sono felice del mio operato, perchè sono convinto che ho lavorato bene per il mio paese e per il mio popolo. La parola patria per me è una parola che ha un forte connotato identitario. Amo la mia professione, sopratutto se questa agevola la vivibilità dei miei compaesani. Sono soddisfatto che anche in Italia il Kazakistan stia divenendo celebre. Significa che abbiamo svolto bene il nostro compito sotto tutti i punti di vista, durante il corso degli anni.”.

M.I.:”Come si è appassionato al mestiere di architetto?“.

S.R.:”Da ragazzi non avevamo altro modo che conoscere il mondo attraverso la radio e le biblioteche, diversamente da oggi, dove la nuova generazione ha il suo sapere sul palmo di una mano. Sfogliavo tanti libri illustrati con figure di meravigliose costruzioni e da quel momento ho deciso di legare il mio destino a questa nobile arte”.

M.I.”Quale sono stati le difficoltà in cui è andato incontro?“.

S.R.“Spostare la capitale da Almaty ad Astana sicuramente. Costruire una nuova città nel cuore della steppa è stato molto difficoltoso. Vederla realizzata con ampie strade, nuovi edifici che ospitano organi centrali dell’amministrazione statale, centri commerciali e moderni grattacieli è stata una sfida ineguagliabile. Fatta con scelte mirate e con poco tempo. Sfido chiunque a realizzare un progetto così ambizioso”.

Lo sviluppo della city di Nur Sultan.

M.I.:“In Italia la burocrazia sta demolendo sotto i colpi di complesse leggi  il suo mestiere e nel bel Paese c’è una crisi edilizia che stenta a passare, cosa ne pensa? Bisogna copiare il modello kazako? “

S.R.:“Noi abbiamo una caratteristica fondamentale: vaste estensioni di territorio che possiamo sfruttare nel miglior modo possibile, senza metterci in antitesi con il nostro patrimonio storico. A differenza vostra dove avete un tessuto storico molto articolato ed in cui dovete tener conto dei complessi stili architettonici che lo compongono.

Il nostro presidente è stato molto lungimirante, emettendo un decreto speciale, che ha stimolato la nostra economia, per tutte le imprese ed i designer impegnati nelle costruzioni, detassandoli per cinque anni da imposte su reddito, proprietà e terreni. Forse il tuo paese ha bisogno di un tale impulso. “.

L’incontro tra l’ex premier Berlusconi e quello uscente Nur Sultan.

M.I.:”Ho letto che il nostro ex premier Berlusconi, venuto in visita diplomatica, è rimasto talmente affascinato del vostro operato da suggerire a noi italiani di venire in visita nella vostra terra. Ha suggerimenti?”.

S.R.:”Il vostro ex premier ha ragione, il Kazakistan non è solo Astana, ma abbiamo un retaggio storico di grande fascino. Tu lo hai preso alla lettera e quindi che dirti: benvenuto.

Spero, che il tuo articolo possa essere un invito al popolo italiano per venire in vacanza nel mio paese.”

Non voglio dilungarmi troppo e saluto i due simpatici architetti, che gentilmente hanno messo in luce le tante difficoltà per la realizzazione di Nur Sultan.

Questa è un impresa titanica, che nel Bel Paese, date le nostre restrizioni è qualcosa d’improponibile.

La capitale kazaka, come tante moderne città nel cuore dell’Asia e del Medio Oriente, come Baku, la celebre Dubai, Doha e via discorrendo hanno qualcosa che a noi oziosi occidentali dopo un decennio di crisi manca, ossia la voglia di essere grandi, di sognare e di essere propositivi, caratteristiche che nel cuore del Asia Centrale non mancano.Questo fa pensare: tanto.

Capisco che Astana è solo una piccola goccia di quest’affascinante nazione e che il mio breve reportage è troppo modesto, nonostante abbia incontrato tante importanti persone e interagito con i gentili autoctoni.

Il dipinto di una iurta all’interno dell’ambasciata kazaka durante il mio colloquio con il terzo segretario Signora Assel Yeskendirova.

Sento che il viaggio è incompleto e debbo tornare, ma questa volta decontestualizzando il mio tragitto ed  inoltrandomi verso la steppa, durante il periodo estivo, per narrare le gesta di antichi nomadi.

La libertà che emana la steppa al mio arrivo non ha prezzo e qui per essere felici non servono pillole di Prozac o complessi smartphone, ma solo il senso di grandezza e gli ampi spazi, che almeno per un piccolo istante mi rendono uomo e mi esulano dalla massificazione imperante del nuovo mondo,

Il Kazakistan è anche questo.

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2 risposte

  1. Gentilissimo, sono un lettore delle sue esperienza.
    Complimenti per tutto ciò che fa è davvero stupendo e merita tanto. Mi piacerebbe andare in queste zone, sopratutto in Uzbekistan, dicono che Samarcanda sia fantastica.
    Saprebbe indicarmi come?
    Grazie

  2. Gentile Mario.
    Grazie della recensione, lei se non erro fu il primo appena aperto il mio blog.
    Allora per Samarcanda le converrebbe prendere Aeroflot con volo diretto o non.
    Trovai un hotel in centro vicino il Registan, davvero carino ed in stile tipico.
    Troverò il nome e le spedirò il tutto.
    Continui ad essere un mio follower, mi raccomando.
    Buona serata

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