Templari, miti e magie a Castignano
Direi che prima di visitare il centro storico di Castignano, bisognerebbe leggersi qualche libro sulla storia dell’Ordine dei Templari, che sembra affondi le proprie radici in questa bellissima cittadina.
Tante sono le ipotetiche tracce che fanno presupporre che questi monaci-guerrieri avessero un proprio insediamento in loco, dalla rua denominata appunto “Via dei Templari”, adiacente la Chiesa di Santa Maria del Borgo, in cui sopra l’entrata è impresso il Tau, loro simbolo, fino al ritrovamento di alcuni defunti seppelliti a testa in giù, come da prassi per i cavalieri.
Templaria festival di folclore, tradizione e fantasia.
Personalmente anni addietro, dopo un articolo lavorativo in Iran per conoscere le nuove potenzialità della nazione del premier Rouhani, mi sono catapultato per non perdere l’ultimo giorno di questo festival, lottando con il mio jet-leg, poichè non volevo rimandare con un ozioso “farò” questo particolare appuntamento.
Niente di più fantastico, perchè fuochi artificiali, mimi ed antiche rievocazioni mi suscitano, ancor’oggi, dopo diversi anni una grande emozione.
Un ritorno sulle ali dei ricordi.
Oggi è una giornata stupenda per rievocare questo antico ordine scomparso nelle ceneri del passato, ma che qui sembra essere ancora vivo.
Non scorgiamo nessuno passeggiare tra le antiche rue, il pomeriggio quasi primaverile di questo bizzarro inverno avrà fatto scemare la presenza della popolazione locale, dirottandola verso la fascia costiera, per godersi gli insoliti caldi raggi di sole.
Saliamo fin sullo spiazzo adiacente la chiesa di San Pietro e Paolo, con il mio aiutante Andrea Clementoni, che ha portato un altro drone per provarlo sopra la cittadina. Corriamo, come due bambini, divertendoci e sorridendo mentre saltiamo a due a due le pendenti rampe. Bottiglie di birra sono sparse su di un palco, che penso sia stato utilizzato per qualche festa.
Lavoriamo per qualche minuto, usiamo filtri e la fioca luce serale per filmare la bella cittadina stando attenti alla idilliaca natura ed ai calanchi che fanno da proscenio al contesto.
Immaginiamo i “Moccoli” muoversi lentamente sopra le nostre teste. Così si chiamano le colorate lanterne, che sono parte del retaggio culturale Pontificio e che anche oggigiorno, sono parte integrante delle festività carnascialesche.
“Pensa, – mi raccontava Antonio Pasquini giovane addetto stampa locale – quando centinaia di candele vengono accese all’unisono e contemporaneamente vengono spente le luci cittadine. Un’atmosfera magica di cui si sente rapiti“.
La fortezza di Acquaviva Picena
Andiamo via verso un’altra destinazione e non scelgo un luogo a caso, ma quelli che a detta di tutti sono per forza da visitare, oppure che hanno suscitato in me un caro ricordo e che voglio tornare gioco forza a vedere per farmi trasportare sull’onda della mia fanciullezza.
Acquaviva Picena, a qualche chilometro da San Benedetto del Tronto, è un altro bel borgo che ha un fascino unico e che mi ha sempre appassionato per un motivo ben preciso: la sua fortezza.
Ho avuto la fortuna di vederlo aperto, purtroppo solo una volta e penso che sia un peccato, poichè le sua caratteristiche sono tipiche dell’immaginario fiabesco.
Saltiamo subito la visita del suo pur bel centro storico, focalizzando la nostra attenzione sul soggetto del mio articolo e mentre preparo l’attrezzatura per il volo, un uomo mi si avvicina, senza proferire parola.
Uno strano incontro
Dice che non è del luogo, e mi spiega che vorrebbe essere il castellano del maniero. Parla, dosando le parole. Il suo inconsueto vestiario, quasi carnascialesco, mi da l’idea che sia un buon tempone, alle prese con un bizzarro scherzo.
Ma poi continua e mi spiega che la costruzione, realizzata appunto dagli Acquaviva ha una forma irregolare, perchè ha avuto diversi cambiamenti, adattandosi repentinamente all’introduzione delle armi da fuoco, durante l’età moderna.
Fatto evidenziato, mi spiega, dal rafforzamento delle mura e dei torrioni, che servivano per irrobustire tutto il sistema difensivo.
Va via senza salutare, incuriositi ci spingiamo fino all’entrata ma la fortezza è chiusa e devo abbandonarmi ai ricordi, quando ebbi la fortuna di godere una passeggiata tra merli ghibellini e mura, scattando diverse foto sul bel maschio circolare.
Quando riaprirà la Fortezza?
Mi pongo una domanda, poichè scrivere sulla fortezza avendo strampalate informazioni da uno strano signore, mi dispiace alquanto e spero che prossimamente possa essere aperto, poichè senza auto posteggiate nella piazza sottostante, il maniero ha un magnetismo tutto suo…
…Magari di un film poetico come il “Cielo sopra Berlino“…Perchè quando si è qui, sembra davvero essere portati sulle ali di un angelo, magari proprio quelle vestite dal romantico Damiel, del mio compianto “amico”Bruno Ganz.
2 risposte
Posti che conosco da 60 anni e tutti gli anni a rotazione torno a rivederli. Ma Castignano e Aquaviva non mancano mai anche perche’ si beve si mangia divinamente.
Gentile Signora Taddei.
Effettivamente da giornalista free-lance girando intorno al mondo amo scrivere sulle mie esperienze e fare della mia vita una vita.
Ma i nostri borghi e la regione Marche sono qualcosa di particolarmente affascinante e di cui non riesco a farne a meno.
Grazie