La via dei mandorli
I mandorli in fiore adiacenti il lungo rettilineo che mi conduce a Navelli mi rimandano a pensieri delicati. Sembra una domenica come tante e mi riesce difficile pensare all’immane tragedia che stiamo vivendo.
Il Covid è probabilmente la giusta punizione per le nostre scelte, perché abbiamo barattato la nostra libertà preferendo vivere in una società egoista e priva di etica.
Il Carabiniere mi guarda torvo mentre è in servizio, pensa sia il solito imbecille che ha varcato i confini del suo comune per una giornata fuori porta e mi addossa la colpa di essere di pattuglia la mattina presto.
Al controllo della mia autocertificazione giornalistica, salvacondotto per continuare a esplorare i borghi del Centro Italia, cambia atteggiamento e si rasserena.
Le giornate di tensione hanno messo a dura prova le nostre forze dell’ordine che a Navelli vengono considerati dei veri angeli custodi.
Navelli la città inquieta
Il silenzio di Navelli è inquietante e presagisce qualcosa di misterioso, come se dalle sue viscere fuoriuscisse un’enigmatica forza.
Respiro una strana atmosfera per il suo meraviglioso e desertificato tessuto storico, dovuto alla forte emigrazione di fine ottocento.
Per salire fino a Palazzo Santucci devo superare delle faticose rampe di scalini, che alternano ripide salite e tortuose serpentine e che mi portano fuori dal centro abitato.
Sono interminabili e spesso debbo sostare lungo qualche spiazzo per riposare i miei affaticati polmoni.
Tra gli incroci delle vie sono poste delle installazioni: frasi commemorative, gabbie con antichi oggetti e maschere di gesso, che altro non sono che i calchi degli anziani del paese, realizzati da alcuni allievi dell’accademia di Brera di Milano per il progetto Contesto.
Gli unici residenti sono alcuni gatti che balzellano tra le lastricate vie e i corvi che gracchiano sinistri “messaggi”.
Il contesto è maledettamente affascinante e dal drone riesco a visualizzare l”idillio naturalistico e la piana che ha reso celebre il paese.
Antoine il venditore
Dei vivaci bambini parlottano con Antoine, un gentile venditore ambulante della Costa d’Avorio immigrato nel Bel Paese per trovar fortuna.
Mentre aspetto il mio contatto in piazza mi dirigo verso la sua fornita bancarella per sapere cosa l’abbia spinto a trasferirsi dall’Africa in Abruzzo.
Mi racconta la sua vita, i sacrifici e il fascino di vivere in una cittadina a dimensione d’uomo dove con qualche difficoltà si sta facendo rispettare.
E’ lo zio di tutti i piccoli del paese, che lo tormentano con domande e innocenti scherzi. Uno di questi gli passa il suo cellulare per far ordinare a sua madre un paio di pantaloni.
Non si piange addosso e non è figlio dell’ultima generazione d’immigrati, dosa parole, pensieri e snocciola una tale umanità da farmi continuare la discussione per una buona mezz’ora.
“Abruzzo segreto” e il mistero dello zafferano
Arriva finalmente Francesca Ardizzola, il mio contatto che assieme al suo compagno gestiscono il bello e ospitale Bed and Breakfast “Abruzzo Segreto“.
Mi raccontano che il turismo di matrice straniera non ha mai avuto un’inflessione, a parte il 2020 chiaramente.
Alcuni forestieri sono rimasti così entusiasti della città da voler acquistare una seconda casa grazie ai bassi costi.
Il Covid invece ha rivitalizzato quello italiano e il paesino è stato preso d’assalto implementando la sua visibilità.
Navelli è la capitale dello zafferano e fu il frate domenicano e membro dell’inquisizione Domenico Santucci nel XIII secolo a portare i bulbi dalla Spagna nascosti, secondo leggenda, nel suo bastone per coltivarli nell’omonimo altopiano.
L’oro rosso era utilizzato nei secoli precedenti sia come pigmentazione per dipinti e tessuti, che come profumo dalle classi agiate per mostrare la propria potenza.
Il tratturo di Navelli
Posteggio l’auto nelle vicinanze di un vecchio tratturo, un antico sentiero dove nel periodo di massima affluenza quasi 5 milioni di pecore transitavano per la celebre transumanza.
Mi sento turbato di fronte alla semplicità della Chiesa di Santa Maria del Campo. E’ un ancestrale simbolo di questo enigmatico territorio, una specie di “Santo Graal” a cui agogno e di cui sono alla continua ricerca per trovarne l’essenza.
Emana una strana lucentezza e non riesco a reggerne il confronto, perché sono ancora legato a una visione materiale della vita. Ho l’assoluto bisogno di ritrovare un Dio di cui ho perso l’indirizzo.
Vorrei credere in qualcosa per tornare alle origini e percorrere la via di questo spirituale “tratturo” con l’anima di un “pellegrino”.
10 risposte
grazie x il bellissimo articolo,il mio paese ,il mio borgo antico,NAVELLI x sempre nel mio cuore
Gentile Filomena, ringrazio la vostra ospitalità, la brava Francesca, il simpatico Antoine e il vostro squisito sindaco.
Navelli merita più di una visita e la sua atmosfera e i suoi segreti sono unici. Tornerò e spero che nel mio piccolo l’articolo e il video possano implementare la visibilità del vostro delizioso borgo.
Grazie ancora
Marco Iaconetti
Complimenti, I nostri borghi hanno bisogno di ambasciatori di siffatta qualità. Di nuovo bravo!
Gentile Angelo la ringrazio per il suo apprezzamento.
Il suo è davvero un bel messaggio, ma purtroppo l’Italia preferisce altri tipi di “ambasciatori”, infatti sono i governi esteri a darmi visibilità e apprezzamenti economici.
Grazie Marco per farci conoscere con le tue immagini spettacolari ed i tuoi articoli del cuore, l’Italia incontaminata dei borghi e l’Abruzzo
Grazie a te Erminia di seguirmi e leggere i miei articoli.
Sono felice che ti stimolino visivamente ed interiormente.
Ai cugini navellesi un augurio con grande stima per un “sentire” comune !
A Marco vivissime congratulazioni per le pregiate immagini e parole !
http://www.culturaitalia.it/opencms/it/contenuti/percorsi/percorso214/capitolo_0002.html
franco di San Gavino in Sardegna
Caro Franco grazie per il tuo messaggio e soprattutto per il link sui percorsi dello zafferano che leggerò per scrivere un articolo meno folcloristico.
Girerò all’Associazione dei Paesi dello Zafferano di Navelli le tue parole.
A presto
Marco Iaconetti
Articolo stupendo e molto spirituale. Dopo la lettura voglio visitare Navelli.
Meravigliosa Navelli.