Panama l’arrivo di Francesco… E Roberto Duran il profeta del pugilato

Roberto Duran, la leggendaria Mano di pietra

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Papa Francesco a Panama

Papa Francesco a Panama

Papa Francesco è arrivato a Panama. Il suo primo volo nella città centro-americana,  per incontrarsi con i tanti fedeli della sua bella capitale.

Tra bandiere e striscioni, la folla ha manifestato tutto il suo attaccamento ad una delle figure più amate di questo ultimo decennio.

Un Piacevole incontro a Ciudad dé Panama

Non sono presente alla bella manifestazione,  ma il mio ritorno è imminente, sia per scopi lavorativi che ludico paesaggistici, dato che il paese offre spunti naturalistici unici al mondo.

Ma la nazione ha dato i natali ad uno dei miti dello sport mondiale ed è troppo ghiotta l’occasione d’incontrare, Roberto Duran, la leggendaria “Mano di Pietra”

Sono a Panama City, in Centro America per lavoro, perso tra una giungla di costruzioni in cemento ed acciaio e vago alla ricerca del suo ristorante, aperto da poco tempo.

Stallone e Roberto Duran

Devo dire che è molto bello ed alla moda e l’ampia vetrata fa entrare una luce naturale, che mette a nudo il bel interior-design.

Le fotografie con Sylvester Stallone, con cui ha collaborato in Rocky II e le tante foto della sua vita agonistica fanno da cornice al suo locale, con in bella vista i suoi guantoni.

L’umiltà di un campione

Sono praticante di questo sport da poco tempo e me ne sono subito appassionato e penso alla fortuna, che ho avuto incontrando questa fantastica leggenda.

Roberto Duran o Roberto, come ama farsi chiamare da tutti, è un uomo schietto ed amabile, figlio del suo popolo che lo venera come un Dio, ma vive senza dimenticare il suo tormentato passato nel difficile quartiere del Chorrilo.

Mi offre da bere, come se fossi il protagonista dell’intervista e mi saluta calorosamente, lasciando la sua allegra compagnia, che continua a cantare motivi latini.

Mano di Pietra

Buonasera Signor Duran lei è un mito per il suo popolo e per  i tanti sportivi che hanno a cuore non solo la boxe, ma l’agonismo in generale, com’è cambiata la sua vita dopo il suo ritiro?

R.D. “Tante persone straniere e non, vengono a trovarmi per salutarmi e conoscermi e tu sei uno dei tanti che mi pone questa domanda. La boxe mi ha dato tanto, sono stato felice di essere stato un campione pluri-premiato e di essere considerato ancora uno dei pugili più forti di tutti i tempi, ma questo sport per me fa parte del passato.

Oggi come oggi voglio godermi amici e famiglia niente più”.

La sua nazione è stata per la prima volta, anche se duramente sconfitta, ad un mondiale, sintomo che il paese sta crescendo non solo da un punto di vista economico, quanto da quello sociale e di riflesso sportivo.

R.D. ” Sicuramente il PIL panamense continua a crescere, ma non dobbiamo dimenticare il nostro tragico passato. Grazie alle sovvenzioni dello stato ed al benessere economico, ci sono più attrezzature per il tempo libero e lo sport. Questo fa si che nascano sempre più praticanti.

Purtroppo gli investimenti sono relegati solo al calcio, perchè il mio sport è visto con molta diffidenza, dato che è estremamente faticoso.

Ogni qualvolta si sale su un ring si lascia qualcosa della propria persona. E’ non è da tutti”

Cosa consiglierebbe alle nuove generazioni che vogliono cimentarsi nel pugilato?

R.D. “Purtroppo, oggigiorno, grazie alle nuove tecnologie, telefonini ed affini i ragazzi non vogliono sentire più parlare di sacrifici e questo fa si che ci sia una buona parte della nuove generazioni, che preferisce vivere oziando piuttosto che allenarsi in palestra.

Il mondo pugilistico è caduto molto in basso e chi vuole approcciarsi al professionismo, vuole salire sulla vetta rapidamente senza sacrifici.”

Quindi il suo “mondo” è al capolinea?

R.D. ” Non dico questo, però penso che non ci sono più professionisti validi, che possano eguagliare i vecchi pugili, perchè il nostro sport è fatto non solo di sacrificio ma di una passione estrema, che porta spesso all’isolamento. Non è facile per tutti vivere in  questa maniera, pensando che bisogna spingersi oltre la soglia del dolore per poter vincere.

Lo dico francamente è uno sport per folli”,

Il futuro di Mano di Pietra?

R.D. “Ti ho già risposto precedentemente mi sembra…oh no?”

Be me lo può ripetere, magari avrà una battuta che ha dimenticato?

R.D. “Voglio vivere serenamente la mia vita, cercando di mandare avanti il mio ristorante, che spero sia un buon investimento per la mia vecchiaia e voglio dedicarmi alla mia famiglia ed agli affetti che mi sono stati più vicino. Niente piu’.

Ma voglio ringraziare sempre tutti gli sportivi ed i  miei tanti sostenitori, che vengano nel mio paese e mi contattano, perchè hanno un bel ricordo dei miei combattimenti.  Questo mi fa sempre piacere“.

Vorrebbe venire in Italia?

R.D. “Si molto, è un paese che amo con un bel popolo, ma sopratutto vorrei venire a salutare tanti cari amici”.

Ringrazio “Mano di Pietra”, un grande pugile figlio del suo ospitale popolo, un campione che mi accolto con l’umiltà che compete solo ad un grande campione del passato come lui.

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