Siamo al nastro di partenza di un nuovo mondo e per capire le dinamiche future ho intervistato David De Biasi, profondo conoscitore della recente etica tecnologica che va sotto il nome di “Transumanesimo”.
Innanzitutto presentati, e presenta il movimento H+
Sono laureato in Scienze Filosofiche, attualmente mi occupo di Web Design e Digital Marketing, e sono cofondatore del Network Transumanisti Italiani (Network H+), chapter italiano dell’organizzazione transumanista mondiale HumanityPlus.
Il mio impegno oggi si concentra nel curare il progetto culturale ed editoriale HUMANITY IN PROGRESS: una raccolta online multi-autoriale che si propone di sviluppare e promuovere un pensiero autenticamente progressista.
Mi definisco transumanista perché mi riconosco nei valori e ideali promossi dal Transumanesimo: un movimento mondiale, composto da persone di diversa estrazione culturale, che vuole migliorare e perfezionare la condizione umana attraverso lo sviluppo di un pensiero, di una scienza e di una tecnica razionalmente orientate ad espandere l’autodeterminazione di ogni intelligenza autocosciente presente nell’universo.
Cosa riguarda il Transumanesimo e le novità che apporterebbe alla società futura?
Il Transumanesimo, concetto che nasce nel ventesimo secolo con pensatori e scienziati quali Julian Huxley e P. Teilhard de Chardin, è un orientamento teorico-pratico e un movimento intellettuale-culturale che ha componenti sia predittive che prescrittive:
- la componente futurologico-predittiva è che i macro-trend tecnologici (in particolare la combinazione e convergenza delle nano-bio-info-cogno tecnologie) renderanno possibile modificare e riprogettare radicalmente l’essere umano ampliando e migliorando le nostre capacità psicofisiche nonché il nostro potere sulla natura.
- la componente filosofico-prescrittiva è che l’essere umano, dotato di “intelligenza autotrascendente”, ha facoltà e dovere di accelerare artificialmente l’evoluzione, aumentando ed espandendo la propria autodeterminazione individuale e collettiva.
Il nucleo valoriale e ideale a fondamento della filosofia transumanista è riassumibile nel concetto-cardine di “Evoluzione Autodiretta” che sta a indicare l’essere umano (inteso come ente spirituale e morale più che mero ente biologico) in grado di autodeterminarsi in ogni ambito esistenziale.
In definitiva, il pensiero transumanista, ereditando e rinnovando il grande messaggio umanistico-rinascimentale, razionalista e illuminista, si configura come baluardo e avamposto culturale progressista con il suo accento posto sul ruolo cosmico dell’uomo-demiurgo, capace di accrescere ed esercitare saggiamente la sua conoscenza scientifica e il suo potere tecnologico in una cornice etica razionale e responsabile.
La politica internazionale come vede la nascita di questa nuova ottica, e quali sono invece in Italia i partiti politici che lo appoggiano?
Al momento, sul versante strettamente politico, mancano forze o movimenti rappresentativi delle idee transumaniste, eccettuati alcuni tentativi negli Stati Uniti d’America (in primis la candidatura di un esponente transumanista a cariche governative) o in ambito internazionale con un costituente “partito transumanista”. Tuttavia, si possono riscontrare alcune questioni e tematiche, tanto cruciali quanto dirimenti, che stanno assumendo significativa importanza nel dibattito e negli indirizzi politici e istituzionali, proprio in un’ottica transumanista. Mi riferisco, a titolo di esempio, agli investimenti e alla regolamentazione delle intelligenze artificiali, alla proposta di un “dividendo sociale universale” (conosciuto anche come “reddito di base”), e alla colonizzazione dello spazio esoterrestre, ovvero tutti settori che possono potenzialmente favorire un miglioramento radicale della condizione umana in linea con le proposte e gli ideali transumanisti.
Sul Piano Kalergi, così criticato da Simonetti nel suo libro “La Verità sul Piano Kalergi”, il conte appoggiava già ai suoi tempi questa nuova etica, molto invisa ai nuovi partiti “populisti”, ne possiamo parlare?
Il programma di Kalergi ha elementi molto avanguardisti, in particolare il suo ideale pan-europeo e il suo concetto di “uomo urbano”, che oggi andrebbero attentamente rivalutati alla luce di tre principali tendenze socio-economiche e politiche che ci stanno conducendo verso un assetto multipolare e “post-nazionale”: l’urbanizzazione, la globalizzazione, la decentralizzazione.
In tale prospettiva, il pensiero transumanista, in quanto portatore di un ideale progressista e propugnatore del principio di autodeterminazione individuale e collettiva, non può che rifiutare ogni centralismo tecnocratico anti-democratico, come ogni ritorno al nazionalismo autoritario, e deve invece contribuire a riprendere e rinnovare l’ideale cosmopolitico, sostenendo tutti quei modelli di società aperta e plurale che consentano la formazione e coesistenza parallela di governi, comunità, città autonome, nonché l’adesione o secessione volontaria dell’individuo a tali associazioni e organizzazioni, all’interno di una cornice normativa minima condivisa atta a salvaguardare e tutelare i diritti liberali e universali fondamentali.
Sicuramente il Transumanesimo apporterà molte novità, ma ci potrebbe essere il problema che nuovi algoritmi possano prendere il posto dell’umanità… A che punto siamo?
Siamo nel mezzo di una rivoluzione tecnologica dirompente: la prima rivoluzione è stata meccanica, la seconda è stata quella dell’elettricità, poi è stata la volta dell’informatica, e oggi stiamo vivendo quella incentrata sull’intelligenza artificiale che cambierà radicalmente la vita come la conosciamo. I “segni dei tempi” d’altronde ci sono già tutti: stiamo demandando in misura crescente attività lavorative e cognitive a macchine e sistemi di IA, mentre algoritmi sempre più sofisticati consentiranno di svolgere funzioni sempre più complesse; di conseguenza le IA, oltre che strumenti tecnologici, saranno a tutti gli effetti degli “agenti morali autonomi”. Adam Greenfield nel suo “Tecnologie radicali” prevede che: “i sistemi algoritmici autonomi acquisiranno un livello cognitivo effettivamente umano in un futuro relativamente vicino”.
Tutto ciò ha, e avrà, evidenti implicazioni etiche ed inediti impatti sociali che dovremmo essere preparati a gestire con un approccio razionale, pro-attivo, progressista, tenendo a mente che l’automazione basata sull’apprendimento automatico e sull’analisi algoritmica dei dati è un potente strumento che può essere al servizio di certi interessi e non di altri, andare a vantaggio di certi scopi e non di altri. Si rivelano dunque determinanti i valori morali e la riflessione etica per affrontare con mentalità consapevole e spirito critico tali trasformazioni tecnologiche radicali che vanno comprese in una più generale tendenza tecno-umana che, tra opportunità e complicazioni, in ogni caso plasmerà il futuro dell’umanità.
In ultima analisi, per il futuro dell’essere umano si profilano principalmente tre opzioni:
- l’uomo può decidere di essere subalterno al processo naturale, continuando ad affidarsi alla lotteria evolutiva biologico-naturale, con tutto ciò che esso comporta come malattia, sofferenza, vecchiaia e morte, etc.
- può lasciarsi eterodirigere da corporazioni, burocrazie o regimi autoritari che, in un mondo tecno-distopico, useranno gli algoritmi per manipolarci o espropriare i nostri diritti e libertà;
- possiamo scongiurare derive neoscurantiste e neoautoritarie indirizzando il progresso umano verso percorsi e finalità emancipative per tutti: è questa “terza via”, indicata dal progressismo transumanista, che va intrapresa se abbiamo a cuore l’autodeterminazione umana.
Ecco che, in tale impresa e direzione morale, il progetto transumanista è impegnato a preparare l’epoca dell’ “homo augmentato”, ovvero il potenziamento genetico e cibernetico della mente e del corpo umani fino a sviluppare quel “cervello globale” in cui tutte le menti saranno direttamente interconnesse al cloud, affinché l’umanità sia capace di autoguidare progressivamente e consapevolmente la propria evoluzione ed espandersi indefinitamente nel Cosmo.
Se vogliamo quindi essere artefici del nostro destino evolutivo, se vogliamo ampliare le nostre opzioni esistenziali, favorire l’accesso equo alle risorse e mezzi per l’autodeterminazione personale e collettiva, allora il Transumanesimo rappresenta quella risposta/proposta razionale e audace che può prometeicamente ridare fiducia nelle capacità e potenzialità umane e riportare la speranza in un futuro di autentica emancipazione universale.