Conoscere un paese
Perché un paese ci conquista il cuore, mentre un altro ci rimane indifferente?. Cosa ci fa sentire a casa piuttosto che sentirci forestieri?.
Personalmente sento il richiamo di quelle nazioni che hanno a cuore il proprio passato e mi fanno vivere in bilico tra antiche credenze e nuove consapevolezze.
La Georgia è incernierata ad un insolito “modus vivendi” per i nostri giorni e nonostante si sia adattata alle elastiche leggi della globalizzazione, nella sua provincia alcune persone vivono secondo vecchie tradizioni.
Evento in Ambasciata sull’Alfabeto georgiano
La mia amica Neno Gabelia, “Giovane Ambasciatrice della Georgia in Italia 2018-2019“, sapendo il mio desiderio di approfondire la conoscenza del Caucaso, mi ha invitato ad un irrinunciabile evento dedicato al suo alfabeto.
Tale manifestazione è stata promossa dal Ministero degli Affari Esteri della Georgia dal 2019.
Un programma di sovvenzione dal nome “Support to Diaspora Initiatives“, nel quale tramite un concorso si finanziano progetti presentati dai propri cittadini residenti all’estero.
Esso sostiene l’integrazione europea, gli interessi nazionali del paese, il supporto dei media/informazioni, promuove il proprio potenziale economico e preserva l’identità culturale tra connazionali, legandola così ai paesi ospitanti.
Dopo il saluto iniziale dell’Ambasciatore Konstantine Surguladze, si passano in rassegna le 33 lettere in stile “Naruqi“, realizzate dalla vincitrice del concorso: l’artista georgiana Tsisana Kotilaidze. Una “versione primaria dell’arte” dal gusto retrò.
La carta con cui sono state create è ecosostenibile e sono utilizzate per le scenografie di design d’interni: come decorazioni di pareti luminose, di grandi ventilatori, lampade, ecc.
Data la sua rilevanza storica l’alfabeto georgiano è stato inserito a partire dal 2016, come patrimonio culturale intangibile dell’Unesco.
La Triade di una nazione
Questo affascinante “sistema periodico“, assomiglia alla Cabala ebraica, in cui ogni lettera assolve ad un suo specifico significato.
Articolate ed elastiche mettono in mostra il fascino di un paese, che ha dovuto lottare strenuamente durante i secoli, per mantenere inalterata la sua integrità territoriale e culturale.
Alfabeto, patria e fede, sono elementi essenziali su cui puntano i suoi politici per trovare la strada verso una scalata economica e sociale, così da suggellare la sua entrata nella Comunità Europea.
I “politically correct” noteranno una similitudine con lo slogan tanto caro al fascismo: “Dio, patria e famiglia“, ma per favore non facciamo stupidi revanscismi.
In Georgia significa preservare esclusivamente il proprio passato.
Un italo-georgiano
I popoli caucasici hanno un’allegria contagiosa, dire quasi sud-americana e questa serata di gala ne è una testimonianza.
L’atmosfera è gaia e serena e mi godo la serata con nuove conoscenze, mentre degusto il celebre vino locale affacciato sull’Urbe.
Brindisi onorano la mia presenza e quella del mio amico Ronald Flores, Ambasciatore della Costa Rica a Roma.
Si discute con alcuni emigrati georgiani, venuti ad omaggiare a Palazzo Grazioli il proprio paese, sperando che il futuro non ci riservi nuove pandemie.
Osservo in cielo la bella luna “romana”, che questa notte sa anche un po’ di Georgia.
(DAL 2-3 OTTOBRE, IL PALAZZO VALLI EXPO, OSPITA CON INGRESSO GRATUITO LA MOSTRA SULL'”ALFABETO GEORGIANO).