Intervista a Kathuna Tskhadaze anima della Georgia

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Kathuna Tskhadaze memoria della Georgia

Kathuna Tskhadaze, professoressa universitaria,………………………..vera memoria della Georgia è stata assegnatami dalla sua ambasciata a Roma, per addentrarmi nelle dinamiche storiche e sociali del suo paese.

Mi trovo di fronte ad una persona gentile e grintosa al contempo, che vuole parlare di questi ultimi trent’anni del suo paese e delle sofferenze patite della sua gente, oltre ad i mutamenti radicali della nazione caucasica.

Una narratrice instancabile che mi racconta con grande passione la sua vita corsa parallelamente ai cambi del suo paese.

Comunismo in Georgia

M.I.:”Mi è sempre piaciuto conoscere la vita di una adolescente sotto il Comunismo. Molti cosiddetti radical chic italiani pur non avendo vissuto questo tragico periodo ostentano un grande desiderio per un ritorno a questa ideologia, quando personalmente penso che vivere quel periodo sia stato durissimo. Potresti raccontarci la tua giovinezza sotto l’algido simbolo della falce e martello?“.

K.T.:”Molta gente vuole un ritorno ad i tempi andati con uomo forte al potere, dimenticando le stragi perpetrate da Stalin a danno del nostro popolo. Ricordo i bei tempi andati, come tanta gente, solo perchè era l’epoca della spensieratezza. Ero ragazza e quindi quei periodi coincidono con la mia gioventù.

Tutto era monitorato, avevamo paura di esprimerci, non si poteva viaggiare e mio padre quando visitò per la prima volta la Jugoslavia dopo anni di segregazione, sembrava di aver fatto chissà cosa. 

Mia sorella più grande che all’epoca aveva 13 anni e si permise di parlare del Komsomol, l’organizzazione che riuniva i giovani sovietici, ed avemmo la visita della Stasi georgiana. 

Molti amici italiani, si reputano di sinistra, senza essere mai venuti qui durante gli anni del regime e non aver visto le dure condizioni a cui eravamo sottoposti. Facile reputarsi tali.

Il golpe anti-Gorbacev e la Georgia dopo il fallito golpe

M.I.:”Durante il golpe anti Gorbacev, parte della popolazione rimase fedele all’allora presidente Zviad Gamsakhurdia, mentre un’altra fazione cercò di spodestarlo. Come ricordi quelle tragiche ore?“.

K.T.:”Il caos, questo è il temine più adatto. Ed i carri armati liberi di girovagare pericolosamente tra le strade di Tbilisi.
Il nostro governo dipendeva materialmente da Mosca e durante quei tragici avvenimenti si stacco da esso, pur non avendo le risorse per farlo.
Avemmo penuria di cibo per due giorni. Mancavano tutti i beni di prima necessità.

Guerra 1991-2008 e lotta per i territori contesi

M.I.:”1991-2008 Abcasia-Ossezia del Sud, territori contesi all’interno del paese. Com’è la situazione politica all’attualità?“.
K.T.:”

La rivoluzione in rosa

M.I.:”Com’è cambiata la situazione dopo la vostra rivoluzione foderata di rosa?
K.T.:”La rivoluzione delle rose fu il pretesto per cacciare l’allora presidente Eduard Shevardnadze, e dare un nuovo impulso economico e sociale attraverso delle mirate riforme al nostro sistema, ma Mikheil Saakasvillnon non ha sfruttato questa opportunità, deludendo le attese, poichè i problemi legati alla corruzione, alle pensioni, la disoccupazioni non sono stati mai sconfitti. Poi ricordiamoci la nostra spina nel fianco: il separatismo. 
La gente ha voluto cambiare pagina radicalmente alle successive presidenziali. Penso che il mio paese ha ancora tanta strada da percorrere con nuove riforme, per aiutare le frange più povere della nazione.
Siamo seduti in questo bel bar, eppure molti miei concittadini non possono permettersi questo “lusso”. Nel centro di Tbilisi, si ostentano nuovi Suv ed una certa opulenza, ma bisogna andare in periferia per vedere la reale situazione delle cose”.

Georgia nuova mecca turistica?

M.I.”Tbilisi, natura incontaminata e turismo. Una meta di nicchia che potrebbe trovare una valvola di sfogo, attraendo investimenti stranieri”. 
K.T.:”Non direi che la Georgia sia una meta di nicchia, dato che il turismo sta crescendo notevolmente.
Tbilisi è una città che ha carattere, come apostrofo’ Umberto Eco durante una sua visita. Si stanno riversando tanti stranieri non solo di matrice russa, ma proveniente un pò da tutte le parti del mondo.
Gli italiani stanno riscoprendo questa nuova meta, anche se non abbiamo ancora strutturato la città per un’accoglienza degna del nostro nome.
Abbiamo pubblicizzato così bene la Georgia come nuova attrattiva da aver ottenuto i risultati sperati, ma dobbiamo ammodernare con scelte mirate il nostro tessuto storico, per permettere una maggiore fruizione. Restaurarlo sarebbe un vero toccasana per migliorare la qualità abitativa e turistica di Tbilisi”.

Perchè l’Italia?

M.I.:“Come mai l’amore per il Bel Paese?”.
K.T.:”Ho frequentato un corso di italiano durante i miei studi e pian piano mi sono innamorata del vostro paese, della sua storia e della sua cultura.
Dopo la laurea sono stata contatta da una aziende bergamasca, ma sopratutto la mia amicizia con Umberto Eco, a cui ho tradotto le sue opere in georgiano, mi hanno fatto legare a filo doppio con il Bel Paese. 

Io Khatuna Tskhadaze paladina di un paese

Kathuna è il simbolo di una intera generazione delusa. Quella che dopo il Crollo del Muro di Berlino ha sperato vivamente in un radicale mutamento dell’umanità, libera da sanguinose ideologie, da pesi e vincoli storici.

Amareggiata come tanti di noi dalla asettica involuzione del nostro mondo, che stenta a trovare una propria dimensione identitaria libera dal materialismo divenuto baricentro di una nuova intellighenzia sociale immune alle nostre tradizioni. 

Umberto Eco“…Facebook ha dato diritto di parole a milioni di imbecilli…”. Social media docet

 

 

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