Nell’antichità i più valorosi condottieri che conquistavano una capitale avevano di norma espugnato tutto un impero, perché la sua presa rappresentava la capitolazione di un intero popolo. Ricordiamoci di Cortes che dopo essersi impadronito di Tenochititlan, attuale Città del Messico, aveva indebolito così tanto il regno dell’imperatore Montezuma da occupare in poco tempo tutto il dominio azteco.
Personalmente per me è la stessa cosa, e mi rivolgo a voi lettori per domandarvi: quante volte vi siete trovati nelle condizioni di aver fatto scalo o di atterrare in un aeroporto altamente tecnologico che vi ha fatto subito capire lo sviluppo della nazione in cui attualmente state poggiando i vostri piedi?
Da una capitale, spesso si possono capire innumerevoli cose dell’intero paese, come se essa rappresentasse un vero e proprio biglietto da visita. Il suo grado culturale, le urbanizzazioni, l’applicazione delle nuove tecnologie e la logistica sono caratteristiche che rendono le città uniche nel loro genere.
Baku, capitale dell’Azerbajian
Sembra strano, ma una delle città che ritrae meglio questo fulgido esempio è sicuramente Baku, capitale dell’Azerbajian, che oramai sta divenendo sempre più una meta turistica, grazie anche al suo notevole sviluppo economico. Dico strano perché mai e poi mai mi sarei immaginato che una capitale comunque sconosciuta ai tanti potesse affascinarmi e diventare un metro di paragone con altre metropoli.
Baku è il futuro, un futuro scritto mantenendo però inalterati i lineamenti della sua variegata storia, e dove il grande rispetto del suo popolo e la forza delle sue istituzioni che stanno a pieno sfruttando il potenziale economico del paese, stanno creando una città che per certi versi è unica al mondo. Assolutamente da non paragonare a Dubai, perché quando ascolto i discorsi dei miei connazionali che o per lavoro o per svago sono andati nel Caucaso e fanno una similitudine con la capitale degli Emirati Arabi, penso che siano molto distanti dalla realtà. Si respira storia, nonostante lo skyline si modifichi costantemente con nuove costruzioni di stile contemporaneo, cosa che a Dubai, con tutto il rispetto manca sicuramente.
I Giochi Europei di Baku 2015
Oggi Baku può essere fiera e addirittura vantare di essere stata la prima nel Continente a ospitare i Giochi Europei, che altro non sono che una manifestazione multidisciplinare sul modello delle Olimpiadi e di altri giochi continentali che avranno una cadenza quadriennale.
Già nel 2012 con l’Eurofestival, l’Azerbajian mostrava la sua vera “natura”, e a tutti i telespettatori, me compreso, rimarranno memorizzate le meravigliose Flames Tower che spezzavano il cielo notturno colorandosi come la bandiera azera.
Oramai l’impegno costante, ed anche una buona dose di sana “ambizione”, ha fatto sì che la città venga scelta per aggiudicarsi diverse manifestazioni sia in ambito culturale che sportivo.
Il 12 giugno in riva al Mar Caspio, i riflettori sono stati puntati nuovamente nel Caucaso per l’inaugurazione delle Olimpiadi del Vecchio Continente che hanno dato ancor più lustro all’intero Paese, un appuntamento studiato e voluto fortemente dagli addetti ai lavori, un grande evento internazionale che sta spostando il baricentro della geografia dello sport sempre più verso oriente.
Un augurio agli atleti azurri!
Sono in Italia in questo momento e lontano dell’Azerbaijan, ma posso immaginare dalle foto e dai ricordi vividi della mia permanenza, cosa potrà essere stata Baku in queste frenetiche ore, dove la kermesse è stata ampiamente valorizzata con i giochi di luce notturni, un punto di attrazione forte della capitale e nel centro storico una linea di demarcazione immaginaria tra la parte più antica e quella contemporanea.
Il sito Baku 2015, con le foto scattate dagli spettatori in visita e postate sul social network Instagram, mettono in mostra come la città stia vivendo un momento magico e come oramai un paese estraneo al turismo di massa diventerà sempre più l’ombelico di un nuovo mondo che ha fame di protagonismo mostrando la sua vera fantastica natura.
Le mie sono sicuramente belle parole per un paese che mi sta dando tanto, ma non posso negare le mie vere origini e quindi ringrazio i miei amici azeri, l’ambasciata azera di Roma, ma voglio sperare che i nostri atleti azzurri possano vincere più medaglie possibili firmando una impresa meravigliosa nella mia terra amica.