Mi rendo sempre più conto che il forte legame che ho con il territorio marchigiano, data la sua bellezza, lo devo condividere ormai con tante altre persone ed in particolar modo con la sempre più folta comunità russa, che qui ha trovato un paradiso celestiale in terra.
Ho un ospite di eccezione, Ligia una ragazza romena di Bucarest, conosciuta più di un anno fa che mi è venuta a trovare ed a cui avevo promesso un viaggio ai confini del tempo per mostrarle il bel maceratese.
Macerata
Quando ero seduto al bar Piramide di Mosca, vicino piazza Puskin, alcuni locali mi chiedevano se ero di Civitanova Marche, ridente cittadina rivierasca marchigiana che date le tante presenze russe sembra una piccola Cremlino, che mi inducevano a pensare che la nuova oligarchia del paese fosse interessata solamente ai nostri brand di grido, piuttosto che alla cultura che si respira in regione. Mi sbagliavo, perché il loro è un amore a trecentosessanta gradi ed oggi ne ho avuto una conferma quando mi è stata segnalata da una delle guide la loro numerosa comunità.
Urbisaglia
Dopo aver trascorso parte della visita tra il verde dell’Abbadia di Fiastra, contorniata da una ricca avifauna e goduto delle bellezze architettoniche del Palazzo Bandini, “tagliato” da un chiostro dominato da un surreale silenzio, abbiamo raggiunto Urbisaglia, città di fondazione romana coronata da un elegante castello realizzato a più riprese.
La gentile archeologa Giusy Poloni e la simpatica collega, fresca di titolo di studio, ci hanno aperto la roccaforte con un alto maschio centrale vero perno della fortezza. La loro gentilezza è molto piacevole, ci mostrano angoli, ci svelano legende ed aneddoti fatti di guerra ed anche di poesia, tracciando un filo temporale su tutto l’edificato della città.
Sintetizzano al massimo la storia, penso che Ligia non capisca molto della spiegazione, ma poi vedo che annuisce e controbatte con intelligenti domande, sintomo del suo ricco vocabolario architettonico. Passeggiamo tra mura e nuvole sull’elegante camminamento, scoprendo punti di vista suscettibili, per poi entrare all’interno della torre, stando però attenti ai ripidi gradini in ferro.
Raggiungiamo la vetta che offre ai nostri occhi, come per magia uno scenario idilliaco, che non può essere spiegato semplicemente né a parole né con qualche scatto fotografico. Una meravigliosa promenade ci permette di osservare le colline adiacenti che da dolci si impennano con grande plasticismo, la riviera del Conero che sembra essere quasi a portata di mano e la città sottostante con le sue eleganti stratificazioni storiche.
Scendiamo, mi reggo con forza alla balaustra, ma sono disattento e quasi cado, facendo sorridere le presenti. Ci fermiamo un attimo, perché la signora Poloni, mi mostra un libro a fumetti, realizzato da entrambe, che sembra essere stato fatto per i più piccoli, ma che piace anche me. Si insegna la storia giocando e colorando a proprio piacimento le figure che man mano ci passano davanti, sicuramente qualcosa di più educativo della moda dei Pokemon che sta instupidendo ed azzerando l’intelligenza delle masse.
Castello Pallotta di Caldarola
Dopo la piacevole chiacchierata incentrata sul futuro del turismo locale, ci dirigiamo verso il Castello Pallotta di Caldarola, a qualche chilometro da Urbisaglia. La zona è così ricca di cose da vedere, di castelli, laghi che mi prometto tornarci per una seconda volta.
La roccaforte esternamente sembra un altro maniero militare costruito quasi a strapiombo sul bel borgo della piccola cittadina, mentre il suo interno ospita stanze dedicate allo svago ed all’intrattenimento, gli arredi e i minuziosi servizi sono così ben conservati che sembrano attendere chi con amore li acquisì.
Sembra che il tempo si sia fermato, e nemmeno l’abile guida che ci mostra i diversi ambienti sembra riportarmi ad oggi. Passiamo in rivista tutto il Castello, dove i dettagli sono il motivo conduttore della nostra visita.
E’ complicato rendere con qualche riga l’emozione che si può provare una volta dentro. Le stanze sono davvero tante e due me ne rimangono impresse, perché mi fanno maggiormente presa. La sala della Biblioteca e Cappella, in cui rimangono inalterati tutti gli oggetti presenti tra cui i tanti manoscritti elegantemente rifiniti, ed in cui il soffitto rappresenta una carena di una nave in stile neogotico, che è così ben dipinto da sembrare vero e la toilette, costruito con un sistema idraulico innovativo per il periodo che fu realizzato.
Il mio cicerone, sottolinea che la contessa che vi ha dimorato fino a qualche decennio fa, qualche volta torna a far visita alla sua vecchia dimora, intrattenendosi con i visitatori. Sarebbe stato davvero bello incontrarla, perché sono convinto che le parole di una così regale inquilina avrebbero impreziosito la mia visita.
Scattiamo foto prima di andare via al ponte levatoio ed al piccolo teatro esterno contorniato da una folta vegetazione.
Terminiamo la nostra giornata salutando la direttrice dell’Abbadia di Fiastra Francesca Cola, punto di riferimento del turismo maceratese, che mi conferma la sempre più nutrita presenza russa, tra cui un distinto signore che ha comperato una vecchia villa verso la città di Sarnano, ammodernandola con un impianto a pavimento esterno per sciogliere la neve.
Battiti russi nel cuore delle Marche
Pensiamo durante il nostro rientro allo strano “caso” di Singapore, città stato asiatica, che sta permettendo alla sua gente un buon tenore di vita, privandola, però al contempo della sua privacy, ed al ai nuovi mutamenti multimediali che circoscriveranno i nostri viaggi all’interno di una stanza, senza farci più uscire di casa. Ciò ci rattrista, ma poi pensiamo che nessuna realtà virtuale e nessuna invenzione tecnologica ci potrà dare la stessa libertà di vivere così intensamente questa parte di Marche in cui batte un cuore russo.
(Articolo apparso per la prima volta su press.russianews.it nell’ottobre del 2016)