Anno 2020 addio partite Iva

Non vedevo l’ora che scoccasse la mezzanotte per poter cancellare il nefasto 2019, che ha ferito a morte buona parte del nostro tessuto produttivo. Ma fino a quando potremmo resistere?
Basta un errore, una singola svista ed il nostro Stato è pronto a colpirti senza rimorsi ed a poco valgono rottamazioni ed imprecazioni.
I nostri investimenti universitari, le nottate sui libri ed i costosi Master sono alla mercé di gente totalmente scollata dalla realtà lavorativa e questo è davvero preoccupante.
Ho preferito brindare qualche minuto prima per lo scampato pericolo, ma in cuor mio so che il 2020 non sarà poi così diverso dal precedente, sopratutto dopo le frizioni tra Stati Uniti ed Iran.
Mattarella nel suo filosofico discorso di inizio anno ha mostrato l’Italia vista da un satellite per poter ammirarla dall’esterno, mentre bisogna analizzarla meticolosamente all’interno delle sale dei poteri.
Un volo sfortunato a Montecassiano

I nostri borghi sono una risorsa unica, ma bisogna creare i presupposti per una loro rinascita, non solo facendo manifestazioni e rievocazioni storiche ma gettando le basi per una crescita economica del loro indotto.
Come faremo a fronteggiarci con la locomotiva cinese che viaggia spedita verso una crescita tecnologica, mentre a malapena riusciamo a risanare il nostro patrimonio storico a causa della nostra burocrazia?
Non ricordavo bene Montecassiano e sono venuto in visita dopo anni, perchè il Palazzo dei Priori ebbe su di me un impatto particolare.
Attraverso le silenziose rue, bardate a festa ed arrivo in piazza, dove quest’ultimo è degno monumento di questa affascinante cittadina.
Il suo robusto portico e le belle bifore sulla parte superiore mi fanno pensare a stratificazioni storiche, definitivamente consolidate nel 1938 dall’architetto Guido Cirilli, che restaurò buona parte dell’intero edificio.
Mentre armo il drone, come da prassi si avvicinano i primi curiosi, ma ho difficoltà a farlo decollare a causa delle fitte illuminazioni natalizie e della copertura del gps e faccio la “barba” alla torre campanaria, andando nel panico.
Meglio non rischiare ed accontentarsi di una successiva visita, ed il simpatico signore che si è gustato la scena in religioso silenzio, mi saluta e mi fa notare una particolarità a cui non avevo fatto caso.
Il piccolo balcone adiacente l’arco laterale ha una scritta inneggiante il fascismo.
Mi viene da sorridere, perchè nell’anno zero della nostra politica combattuta tra pro ed anti immigrazione, ed i suoi elettori divisi tra chi paventa il ritorno di un uomo forte e chi vede un imminente ritorno al ventennio, questa frase oramai priva di senso diventerebbe un caso nazionale.
Arrivo a Montelupone

Sono rammaricato di non aver filmato il Palazzo dei Priori e cerco un altro borgo per cominciare al meglio il mio anno giornalistico.
Mi suggeriscono un paesino limitrofo: Montelupone e decido di dirigermici, solo dopo aver percorso un rettilineo perimetrato da due altisonanti nomi del nostro vanto industriale: Guzzini e Clementoni.
La cittadina è fortificata da una poderosa cinta muraria, sorretta in alcune zone da enormi costoloni in muratura.
Entro attraverso Porta Ulpiana, la prima che incontro lungo il tragitto.
La cittadina sembra colpita a morte dal terremoto del 2016 e qui più che a Monteccassiano sembra che la furia del terremoto abbia “vomitato” tutta la sua rabbia.
Molte case, hanno evidenti cedimenti di fondazioni e sono stati messi in sicurezza da tiranti e nervature in acciaio che sorreggono alcune facciate.
Mentre cammino un’anziana signora mi osserva dalla finestra, attraversandomi l’animo ed ha una malinconia che ha odore di dolore e solo il vociare di alcuni bambini riesce a rincuorarmi.
Arrivato in piazza trovo una grande vitalità, perchè il bar sottostante le arcate comunali è zeppo di gente allegra.

Questi luoghi di aggregazione m’infondono un senso di appartenenza, perché mantengono inalterata la genuinità delle nostre provincie, in cui si sbandierano storie d’amore spesso inventate, atteggiamenti folcloristici e le “risoluzioni” ai nostri mali politici e “pallonari”.
La Torre Civica, coronata da una merlatura ghibellina non molto dissimile da quelle di Recanati giganteggia sul suo centro storico con accanto il Palazzo Comunale.
Nonostante le differenze con Monteccassiano, sembra che nello stesso momento e le stesse persone abbiano concepito unitamente i diversi bei paesini da me visitati.
Le ombre si allungano, il crepuscolo è vicino ed ho ancora una buona mezz’ora per delle riprese al di fuori del perimetro abitato.
Mentre osservo la bellezza del paesino dal mio display, vivo in empatia con la tragicommedia di questi borghi, spesso abbandonati a loro stessi, come tanti suoi cittadini, che durante i miei soggiorni hanno un’ardente desiderio di parlare, per arginare la solitudine che ha fatto breccia nella nostra nuova società.
Rialzati Montelupone
Vorrei avere la medesima forza provata nella telefonata di fine anno della dolce e bellissima Catalin, incline al fascino di questi borghi, che se pur lontana sull’onda di questi ricordi mi ha esortato a continuare il mio viaggio intrapreso anni or sono.
3 risposte
Bellissimo filmato,Montelupone e le le luci del crepuscolo, un binomio affascinante.
Effettivamente la città di Montelupone, nonostante la sua ricostruzione ha carattere.
Grazie per la stima
Il senso di appartenenza a questi nostri borghi io lo sento solo quando sono lontana. Da lontano li amo li desidero e sono molto felice di avere li
le mie solide radici.
Da vicino invece sento quasi sempre l’oppressione di uno spazio mentale troppo limitato e soffocante. Chissà perché?