I valori del Cristianesimo
Chiamo Paolo, un amico ritrovato dopo molto tempo, un amante del bello e della cultura. La sua faccia bonaria lo fa assomigliare ad un cartoon uscito da qualche strana parodia e potrebbe far sorridere.
Ed invece trovo, nella sua piena maturità, una persona radicalmente cambiata, tanto che ogni qual volta apre bocca, snocciola un sapere “fatto sul campo”, un bene prezioso che nel clima del “discanto interinale” è difficile comprendere per buona parte della nostra pigra gente.
La nostra è un’uscita fuori porta in un Abruzzo spesso snobbato e mentre sfrecciamo tra diversi tornanti sento il mio stomaco in subbuglio.
Ci dobbiamo fermare un attimo ed appena sceso dall’auto l’aria è così pungente da schiaffeggiarmi in volto ed infondermi nuova energia. Grazie a questa ventata di freschezza, posso gustarmi lo spazio infinito “tibetano”, che si offre alla nostra vista e non dissimile dalle lande dell’Asia Centrale. (Uzbekistan: appunti di viaggio)
Il paesaggio vive in empatia con la nostra solitudine e serve per rigenerarci, perchè di fronte a questo idillio pensiamo a quale mano abbia concepito questa meraviglia.
In questi giorni di festa, si parla tanto dei valori del Cristianesimo e della nostra “disintegrazione culturale” a favore delle nuove logiche di potere e penso che il nostro passato sarà cancellato con un colpo di spugna senza colpo ferire.
Il valore supremo più adatto in questi giorni di fake news è sicuramente la verità, perché oggigiorno la menzogna sta assassinando la poesia della vita.
Castel del Monte passaggi e streghe
Arriviamo a Castel del Monte e posteggiamo l’auto sottostante il bel centro storico. L’altitudine fa soffrire i nostri polmoni e nonostante sia allenato ho molta difficoltà a salire le prime rampe di scale.
La città sembra ostaggio di diverse gru ed infatti il piccolo borgo è un cantiere aperto in cui la ricostruzione ancora non ha del tutto ricucito le ferite del terremoto.
Per salire sul belvedere cittadino dobbiamo districarci tra piccole rue, aggirando alcuni bancali con sopra differenti materiali edili.
Partiamo alla scoperta del suo tessuto storico “armando” il drone per il decollo. La Chiesa parrocchiale di San Marco, è forse il monumento simbolo e la sua torre ha molte similitudini con quelle ortodosse di Tbilisi Georgia europacentrismo ortodosso nel design italiano), con la tipica pianta centrale.
Il pregevole manufatto architettonico ingloba una seconda torre che irrompe nello skyline cittadino, fasciato da tiranti posti a diversa altezza per evitare il suo “spanciamento“.
Come ogni borgo che si rispetti anche Castel del Monte ha una festa molto in voga; la notte delle streghe in cui si riportano in auge antichi riti magici per esorcizzare maledizioni.
La location viene illuminata come un caleidoscopio all’aperto e gioca un ruolo determinante in una notte come questa, in cui prendono vita antichi rituali alchemici.
Anno 2020 nel magico Abruzzo
Sono stato poco accorto nell’uso del drone e la cosiddetta legge di Murphy mi ha giocato un tiro mancino, poichè non ho controllato preventivamente la calibrazione del gimbal.
Torniamo un pò amareggiati per non aver filmato a dovere il borgo e dopo aver parlottato con qualche cittadino incuriosito dalla nostra strana presenza, prendiamo la via di casa.
Mentre torniamo indietro, attraversiamo il cuore pulsante di questa amabile terra dalla magnetica Rocca Calascio, al fallito esperimento dell’albergo diffuso di Santo Stefano di Sessanio fino alla piana di Navelli.
Provo nuovamente il mio veivolo e rimango esterrefatto di come la taratura dei suoi assi siano tornati alla sua posizione originale. Allora l’alchemica città cela davvero qualche mistero o forse qualche strega nascosta in qualche anfratto mi ha gettato una fattura, punendomi per la nostra frettolosa visita, ma dandomi al contempo una seconda opportunità.
Chissà se il 2020 spazzerà le ombre che sorvolano la nostra penisola? Sarebbe un sogno poter risalire la china e rimettersi al passo, con il nostro popolo che per una volta nella sua storia prenda le redine per riappropriarsi del suo orgoglio senza avvalersi di Sardine, affini e politici.