Un libro per spiegare il passato
Spiegare il passato è sicuramente, con l’età del disimpegno mediatico, di una difficoltà insormontabile. Selfie ed inutili tag hanno spazzato con un colpo di spugna tutti i delicati sentimenti che appartenevano al genere umano, proponendoci un’algida esistenza costantemente “online”.
I nostri nuovi padroni ci hanno imprigionato, in una gabbia dorata, fatta di spazzatura interinale. Ma la domanda che mi chiedo e se tutta questa “messinscena” voluta dalle tecnocrazia, piaccia alla nostra società? Vedo i miei coetanei: rabbrividisco, mi volgo ai più giovani e penso che sia finita.
Istagram docet, milioni di adolescenti e non, si mettono in posa, senza nessuna originalità, dispensando perle di saggezza, poichè in questa maniera riescono ad emergere, dal loro triste anonimato senza nessuna particolare qualità.
Conoscere le proprie radici, significa capire se stessi e questo il giornalista Dom Serafini lo sa bene, in quanto traccia febbrilmente, pezzi di storia dell’Italia del secondo dopoguerra fino al boom economico, passando per i problemi attuali.
E’ qualcosa di anacronistico, forse potrebbe far tenerezza alle masse, che mai e poi mai potrebbero immergersi in un pingue passato, che invece sta tornando prepotentemente alla ribalta.
Dom Serafini il giornalista giuliese alla ricerca delle proprie radici
Incontro il celebre giornalista italo-americano nel mio studio, con il suo iperattivo atteggiamento ed intavoliamo, prima dell’intervista un bel discorso sul “tutto”, quel famoso “tutto”, che ha un valore aggiunto per rompere il ghiaccio. Argomenti di varia natura che cambiano colore come un ampio caleidoscopio.
M.I:”Buonasera Signor Dom, lei ha scritto molti testi tecnici, come mai ha sentito l’esigenza di pubblicare “Ero Gracile – La rivincita della B12?”.
D.S.:”Ho scritto questo libro, per ricordare il nostro passato comparandolo con la società attuale, perchè temevo che molte particolarità venissero dimenticate. Infatti ho avuto molte difficoltà a rimembrare la mia gioventù, ad esempio, prima dell’avvento del frigorifero”.
M.I.:”All’inizio del suo libro parla della sua gracile costituzione, oltre alla sana cucina abruzzese. L’avvelenamento dei cosiddetti junk food, Mac Donald’s ed affini, non crede che andranno a stravolgere la nostra dieta, vista anche l’obesità dei più giovani?”:
D.S.:”Confermo. Basta andare in spiaggia e vedere giovanissimi con chili di troppo. La nostra cucina era molto salutare ed a chilometro zero e per questo non tendevo ad ingrassare. I miei genitori erano particolarmente preoccupati per la mia gracile costituzione è per questo mi davano la vitamina B12, che ha preso la sua rivincita facendomi allargare il giro vita”.
M.I.:”Ha inserito una bella massima di Chrales Schultz che cito:” Le giornate dovrebbero iniziare con un abbraccio, un bacio, una carezza ed un caffè. Perchè la colazione deve essere abbondante“. Oggi si parte con un post su Facebook ed un selfie su Instagram, com’è cambiata la società rispetto alle generazioni precedenti?”.
D.S.”:Prima la nostra vita era tesa verso la personalizzazione, mentre oggi essendo caduta tutto nell’anonimato si usano i social media. Non ci si saluta più ed i rapporti sono molto più deteriorati”.
M.I.:”Parla della nostra politica datata anni sessanta, in cui la DC esaltava la visione democratica americana condannando l‘Unione Sovietica, e viceversa i comunisti. Oggigiorno cambiano i personaggi ed i soggetti, vedasi per l’immigrazione. Il “Bel Paese”, avrà qualche chance per un radicale cambiamento?”.
D.S.:”L’Italia non è cambiata. Nei discorsi della vecchi politici non è che la DC esaltava l’America ed il PCI l’Unione Sovietica. La loro base elettorale era fatta denigrando gli avversari”.
M.I.:”Massimo Pasquarelli, executive chef presso il Ritz Hotel di Singapore, afferma che la cucina abruzzese non è famosa, poichè laboriosa, Lei cha viaggia così tanto, non pensa che la nostra tavola, possa giovare all’economia, per una regione troppo spesso bistrattata?”.
D.S.:”Concordo con lo chef Massimo Pasquarelli, perchè preparare le nostre pietanze è di una difficoltà estrema, infatti i ristoranti abruzzesi esteri che conoscevo hanno avuto qualche difficoltà. A differenza di altri piatti regionali, quella locale è propriamente un’arte e per farla richiede dei costi aggiuntivi, spesso troppo esosi per un ristoratore”.
M.I.:”Sono tanti gli aneddoti, che riportano a galla il suo passato: la prima cotta durante una gita parrocchiale, la sua passione per la fisica, ed i riti famigliari durante le feste. Oggi, che è un giornalista affermato, fondatore tra l’altro della celebre rivista Videoage, nell’era della fredda globalizzazione cosa le manca di quel mondo arcaico, che oggigiorno potrebbe fa sorridere a molti?”.
D.S.:”Sono invidioso della mia gioventù, perchè adesso non ho le stesse forze ed opportunità di prima e non riesco a cimentarmi in cose che precedentemente mi risultavano scontate”.
M.I.:“E’ stato un emigrante, quindi chi meglio di lei può capire questo flusso a senso unico di giovani italiani, che trovano un paese più consono alle loro aspirazioni, in un’Italia troppo immatura, per tenersi stretti i propri talenti. Cosa pensa di questa ondata di fuga di cervelli?“,
D.S.:”L’italiano ha una grande nomea ed è facile per un ragazzo preparato trovare un buon lavoro all’estero. Chi emigra dal nostro paese ha spesso la fortuna di trovare ottime opportunità, Molti sono costretti ad emigrare per dare spazio ad i cosiddetti “mediocri”, che senza i nostri cervelli non avrebbero spazio. E’ un sistema molto perverso, che fa si che i più validi vadano via dall’Italia, facendo rimanere i più limitati.
Frase di Goethe per l’Italia
Forse un emigrante come Dom Serafini, rimane deluso dal nostro stato di cose, andando via ritrova un’Italia ancora indolente senza quella voglia di reagire dall’apatia che la circonda.
Tutto questo fa male, perchè il tessuto economico italiano è retto, senza nulla togliere al loro operato, da parrucchieri, estetiste, dipendenti statali, dove un operaio alla fine del giro tasse, guadagna più del suo titolare. Cosa dire di più?
Oggi della B12 non ho più le tracce, abbiamo proteine in polvere, aminoacidi e di tutto e di più, cresciamo alti e viviamo di più, ma meno forti e sopratutto più tristi.
Wiliam Shirer, nel suo celebre libro sull’avvento del nazismo, cita Goethe per spiegare la discesa agli inferi del popolo tedesco, affermando di quanto sia degno di stima nei singoli individui e miserabile nel suo insieme.
Probabilmente dopo il suo famoso viaggio in Italia, si riferiva alla nostra gente.
Quanto di più azzeccato.