Franco il Dannato il signore dei borghi.

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Franco il “Dannato” il signore di Apiro

Il meraviglioso contesto prima di arrivare alla Polveriera di Apiro.

Ho conosciuto Franco Zannini alias il “Dannato“, nel suo ristorante, perché ero troppo curioso d’incontrarlo dopo aver visto alcuni suoi video caricati su YouTube.

Oggigiorno l’umanità si è rintanata nella “pancia gonfia” del web e per compensare la sua solitudine ci si approccia sopra siti d’incontri.

Abbiamo perso la poesia, ma comprendo che nelle tristi giornate targate Covid questi “stratagemmi” sono stati gli unici rimedi per ovviare alla malinconia.

Torniamo a noi, anzi a me. Franco era l’originalità fatta persone. Si vestiva da frate e benediceva gli astanti con una croce sulla cui sommità erano posti innumerevoli perizomi femminili lasciati da precedenti visitatrici, che per l’occasione si erano denudate per ottemperare a questo simpatico rito pagano.

Il suo locale costruito sul cucuzzolo del delizioso borgo di Apiro, aveva un nome alquanto sinistro: “La Polveriera“, ed è stato realizzato a più riprese senza alcuna licenza edilizia.

Franco il Dannato e la sua benedizione

Capodanno 2011. Franco il Dannato, mi benedice augurandomi un buon 2012. Quella notte decidemmo di dar retta ad Eraclito da Efeso e seguimmo il suo aforisma :”Chi non si aspetta l’inaspettato non troverà la verità“.

E così prima di partire per Ciudad de Panama mi dirigo varcando una linea immaginaria per entrare nel fantastico mondo di Franco il Dannato.

I cellulari preesistenti non disponevano di Gps e ho “navigato” a vista chiedendo informazioni ai passanti.

Poi la giornata uggiosa ha ammantato da una fitta nebbia il suo “regno“, smaterializzandolo come per incanto.

Varcato l’uscio entro in un fabbricato in pietra i cui muri sono tappezzati dalle firme dei tanti pellegrini recatisi in visita, mentre i tavoli sono alberi tagliati in toto e posti longitudinalmente lungo gli spaziosi ambienti.

L’anarchia regna sovrana, bagni senza spazi di deambulazione con la cucina a vista. Roba da far drizzare i capelli ai Nas.

Mentre aspetto il leggendario proprietario, assaporo i prodotti tipici della cucina marchigiana: Ciaiuscolo, formaggi e il celebre vino di visciola.

Ed eccolo arrivare di gran carriera questo strano personaggio fuoriuscito da una tragedia shakespeariana, con lunghi capelli e con addosso jeans e una specie di mantello atto a riparare la sua forte corporatura.

Esordisce dicendomi: “Ho saputo che hai aspettato del tempo per fare la mia conoscenza. Mi vuoi proprio bene“.

Mi benedice con una formula alchemica, che per adesso mi ha portato fortuna. Cala la croce, ma uno dei perizoma s’incaglia sull’asta dei miei occhiali da sole facendoli volare sul pavimento.

Mia nonna era una delle più assidue frequentatrici della Polveriera, con i suoi 104 anni. Franco la ricambiava con il suo affetto.

Avevo capito all’istante di aver trovato qualcosa più di un amico, perché da allora sono entrato nella “gens” degli Zannini, divenendo uno dei suoi  “nipoti prediletti“.

Ho passato tanti pomeriggi in compagnia sua e di Anna, la sua fidanzata storica, portandomi dietro la mia instancabile nonna (Quel che il COVID non mi toglierà…Buon viaggio nonna Iole.), che nonostante fosse quasi una centenaria non perdeva l’occasione, come da vizio di famiglia, per una gita fuori porta.

Vasco Rossi e strani personaggi

Il leggendario Blasco era un grande amico di Franco e spesso lo chiamava per un saluto.

Non ho mai calcato la mano sul suo burrascoso passato, mi bastava unicamente la sua calorosa “parentela“.

Il DNA della mia famiglia è sparsa per il mondo e il “patto” suggellato mi ha consolato dalla lontananza dei miei parenti.

Attorno alla Polveriera aleggiavano simpatiche presenze e ci si imbatteva in gruppi di motociclisti e “macchiette” locali se non addirittura in Vasco Rossi.

Un amico fraterno conosciuto durante la sua permanenza in galera per qualche marachella giovanile.

Al suoi saio ho sempre preferito giacca e doppio petto. Non avevo le carte in regola per entrare nel cerchio degli intimi, ma Franco aveva capito, che sotto le mie mentite spoglie si celava una specie di kamikaze degno di far parte della “Repubblica della Polveriera“.

Elogio alla follia e al re dei Borghi

Apiro è una città romana distrutta dai Goti e dai Longobardi, il cui toponimo rimanda “ad pirum“, ad un albero da pero, punto di riferimento dell’intera area geografica.

Steve Jobs ha elogiato la follia come moto propulsore per ambiti traguardi. Caratteristica invisa all’uomo medio.

Amo i pazzi e come loro ho visibili difetti. Un “saggio” scapperebbe verso altri lidi, non accettando le meschine angherie quotidiane da cui è vessato dai tanti mediocri che si rintano dietro banconi, soldi, ecc.

Caro Franco sono gli incontri come il tuo a tenermi in vita nell’anelito della mia esistenza.

Incarnavi lo spirito dei borghi e i tuoi racconti il reso conto delle meravigliose tradizioni marchigiane. Mito e magia si univano a doppio filo con novelle popolari

Oggi “La Polveriera” è un “museo” in decadenza di cui sento la mancanza.

Tik Tok, Facebook, ecc vogliono sostituire la parola amicizia e osservo con tenerezza le tante “prime donne” senza nessuna particolare qualità mettersi forzatamente in mostra per un like, per trovare quel consenso che non riescono a trovare nel loro animo.

Durante le nostre passeggiate abbiamo assaporato i respiri dei Dei dei boschi e dei ruscelli, sconfitti dal “monoteismo” tecnologico.

Sei stato amato, deriso e odiato. Proprio per questo eravamo amici “Per ventisettemila motivi“.

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28 risposte

  1. Ho avuto Ia fortuna di trascorrere tante serate della mia adolescenza da Franco e Anna ma ho avuto il privilegio dì star loro vicino nei momenti più bui e dì strappare loro un sorriso nel dolore. Prima con Anna, donna straordinaria, capace dì domare il genio e mandare avanti la leggenda della polveriera, infine con Franco, poeta maledetto e grande lottatore, fino agli ultimi giorni. Anna ti voglio bene, Franco è lassù a benedire urbi er orbi

  2. Caro Federico grazie per il tuo messaggio.
    Come te ho avuto la fortuna di essere uno della Polveriera, tanto che Franco mi aveva adottato come nipote adottivo. Amavo il suo genio e la sua follia come la grande pazienza di Anna con cui qualche volta mi sento.
    Morto Franco qualcosa mi è stato tolto e non è tornato più indietro.
    Personaggi come Franco non nasceranno più, lui incarnava non solo il dannato ma anche le nostre tradizioni e il nostro folclore.

  3. Mia mamma è di Frontale e Franco ha fatto parte della mia infanzia. Ad oggi la sua leggendaria croce si trova nella nostra sede proloco di Jesi, donatami direttamente da Anna che mi incontrò circa un anno a vagabondare tra le meste rovine di ciò che resta della Polveriera…

  4. Come si fa a dimenticarlo, soprattutto in questo momento storico congiunturale dove si respirava aria di libertà.

  5. Franco ci manchi. Eri unico un pezzo delle Marche che è andato via anni fa ma che ancora vive in tutti noi.
    Ciao Franco

  6. Per VENTISETTEMILA MOTIVI LE VOSTRE PRESENZE NELLA LOCANDA DEL DANNATO CI ONORANO. PER IL DANNATO SIETE PROMOSSI TUTTI A PIENI VOTI.
    Sei stato unico Franco

  7. Grande Marco, i tuoi articoli portano alla luce molti ricordi! Sei unico in questo. Complimenti per gli articoli che scrivi mi fai rivivere i momenti belli che abbiamo passato insieme. Continua così!

  8. Grazie davvero di ❤️ per aver assegnato al Grande Franco il Dannato ” Signore dei Borghi” ci sta tutto!
    Il mio caro Amato Cuginotto lo Merita!
    Ho trascorso molto tempo vicino a lui quando da piccolo andavo a passare qualche settimana dagli Zii che abitavano vicino a casa sua.
    Lui ci insegnava la vita e tanti segreti.
    Le è sempre piaciuto studiare le persone con attenzione, poi le dava il giusto Valore. E non sbagliava mai.
    Da ragazzo sempre elegantissimo, un figurino!
    Potrei raccontare molto, moltissimo di lui!
    Chiunque lo abbia incontrato almeno una volta ha certamente molte cose da raccontare su di lui.
    Cmq Generoso e sincero.
    Ora anche immortale. Certo che ci manchi , ma ci sei e ci sarai sempre carissimo Franco ” Signore dei Borghi!

  9. Caro Igino, capisco il tuo cordoglio. Franco era unico, magnetico e carismatico, rarità nell’era del disincanto interinale.
    Di persone come lui con pregi e difetti non esistono quasi più e ciò mi rammarica enormemente, perché vedo che l’originalità è stata schiacciata e vista come una colpa.
    Tutto è in una strana mutazione, la stessa che ci porterà verso quell’appiattimento che stiamo vivendo e che non permetteranno di far nascere personaggi istrionici come il nostro e unico Franco il Dannato: il vero Signore dei borghi.

  10. Marco Iaconetti complimenti per l’articolo. bravo per esserci andato e aver conosciuto il Dannato.
    Condivido il tono poetico che o un’insensibile o un ignorante non poteva cogliere. Mi è piaciuto molto.

  11. Articolo fatto con il cuore, testimonia quello che ha trasmesso quel posto e il grande Franco a chi ha avuto la fortuna di rifugiarsi nella sua Polveriera. Stupendo ed emozionante articolo. Grazie,

  12. Franco mi mancano le tue benedizioni innaffiate di vino. Sei stato l’anima poetica di tutti noi giovani cresciuti a suon di risate.
    Addio Franco.

  13. Franco da lassu’ continua a benedirci.
    Quando ho avuto bisogno mi hai sempre ascoltato. Grazie caro Dannato, non ti ho mai dimenticato.

  14. Ciao FRANCO, continua a benedirci sei stato unico, grande sei stato la persona piuì originale che abbia conosciuto.
    La Polveriera non è chiusa. Franco vive dentro di noi.
    Addio eri il migliore

  15. Ho letto per caso questo bell’articolo trovato su internet. Sono passati tanti di quegli anni da quando non vado alla mitica Polveriera. Che tempi stupendi, molto più semplici. Un pò di risate, qualche bicchiere di vino e l’amicizia di Franco ci stemperavano qualsiasi malinconia.
    Pensare ad oggi guerre, pandemie, violenza, gente impazzita. Quanto tornerei negli anni 80 e anche 90. Tutto molto più genuino e semplice-

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