I resilenti di San Ginesio
Lo stato liquido è il grande vincitore della seconda decade di questo millennio, perché ogni aspetto della nostra società: amore, sesso e amicizie è adattabile a qualsiasi tipo di cambiamento.
Mi perdoni Zygmunt Bauman, ma rivendico la mia personalità e nonostante debba esserci, non sento di essere un pezzo intercambiabile ad uso e consumo delle nuove logiche commerciali.
Essere fluidi è sinonimo di perdita d’identità. Anche il lessico ha cambiato la sua terminologia, d’altronde perso Dante abbiamo guadagnato l’innovativo linguaggio corsivo di Elisa Esposito.
Le uniche vere trasformazioni a cui mi sento legato, sono incentrate sulla variegata bellezza storica e microclimatica della nostra Penisola.
Vai piano che ho fretta, San Ginesio mi aspetta
Dovrei essere in studio, ma non ho propria voglia di produrre burocrazia e così esco per godermi il pallido sole, infatti do per certo che con l’entrata di dicembre dovrò centellinare i miei reportage.
La Fiesta è “stanca” ed alcuni “cervelloni” mi hanno suggerito di cambiarla con un’auto che metta in mostra le mie capacità professionali, per guadagnarmi la fiducia di una clientela più facoltosa. De profundis di tik toker teledipendenti.
Cosa acquistare?. La mia coscienza green mi spinge verso l’elettrico, ma la viabilità sostenibile nel Bel paese è ancora in alto mare. Benzina? Obsoleta. Metano? Troppo Costosa.
“Vai piano, che ho fretta. San Ginesio di certo non si sposta. Il limite massimo su questo tratto di autostrada è di 90 ed il mio tachimetro sfiora i 110. Sono già in multa cretino“. Questo mi piacerebbe urlare al “gentile” autista che dietro il mio specchietto retrovisore mi “sfanala” continuamente.
Porta Picena, Ospedale e la Castellana
Dopo aver doppiato la stupenda Urbisaglia e il mio piccolo Eden: l’Abbadia di Fiastra, arrivo a destinazione.
Se ami il Medioevo non puoi non far visita alla regione Marche e San Ginesio è la giusta scelta, nonostante vivano in simbiosi diverse stratificazioni storiche.
Mentre armo il drone alcuni cittadini mi osservano silenziosi e si avvicinano chiedendomi il perché della mia presenza.
Credono sia un ingegnere venuto a monitorare i lavori di ricostruzione del tessuto storico, ma quando vengono a conoscenza di trovarsi di fronte un giornalista, mi si stringono attorno entusiasti.
La signora Maria dopo aver ciarlato con le sue amiche per buona parte della mattinata, mi racconta l’affetto dei suoi compaesani: “Quando è morto mio marito, la città mi si è stretta attorno e nessuno si è tirato indietro nel momento del bisogno“.
La “castellana” mi ha scrutato per molto tempo e quando esco fuori il portico dell’Ospedale dei Pellegrini mi saluta e inizia il racconto della sua vita nella località: “Dicono che San Ginesio sia il borgo più bello d’Italia. Nelle belle giornate c’è uno “scoperto” in cui si possono ammirare le barche in mezzo all’Adriatico.
La gente è molto legata alle proprie tradizioni e l’appuntamento clou è in estate quando si rievoca la battaglia della Fornarina. “Amarcord” della vittoria sugli acerrimi nemici fermani, quando una fornaia durante la cottura del pane, udendo le truppe avversarie diede l’allarme affrontando assieme ai ginesini i soldati nemici.
A cavallo tra anni anni 70 e 90, quando il settore manifatturiero trainava l’economia della provincia di Macerata, i cittadini finita la giornata lavorativa si vestivano di tutto punto e si davano appuntamento in piazza per lo “struscio” serale.
Oggi San Ginesio è l’ombra di se stessa e passata una certa ora si svuota“.
Il silenzio della Collegiata
Le mie giornate sono caotiche e rumorose e perciò quando posso, vado alla ricerca del silenzio ed amo passeggiare tra eremi e borghi, ma questa volta la calma m’inquieta.
Forse la paura di un nuovo terremoto ha fatto svuotare la cittadina e chi ha avuto la possibilità ha preferito “rifugiarsi” sul litorale.
La facciata della Collegiata di Santa Maria Assunta, è il tipico esempio di superfetazioni artistiche e oggigiorno è incastonata tra una serie di tiranti, che fungono da “lifting architettonici“.
In Piazza Alberico, alcuni venditori stanno riponendo la loro mercanzia e discutono sorridenti sulle strabilianti gesta della nuova eroina del mondiale in Qatar: il Marocco. Chissà se la loro giornata lavorativa è stata proficua.
Il sisma non si è certo risparmiato e la città è un cantiere a cielo aperto, sintomo che l’amministrazione stringe i tempi per riconsegnarla ai propri cittadini.
Quelli di San Ginesio
Il termine resiliente può essere utilizzato solo da chi si oppone.
E’ il vocabolo dei ribelli ma anche di chi, come è accaduto a San Ginesio, lotta per difendere il dovere alla bellezza per consegnarci un borgo d’ incommensurabile bellezza.
I ginesi ci aspettano. Visitiamo il loro stupendo borgo.
5 risposte
Le faccio i miei più sinceri complimenti per come, con poche informazioni, ha descritto il nostro ” piccolo Borgo”, proprio oggi ho incontrato la Signora Maria che con entusiasmo mi ha raccontato del vostro colloquio. Io ho avuto il piacere di darle le prime notizie relative alla storia del borgo, andavo di fretta e con dispiacere ho tagliato corto, poi Maria che ci aveva notati e nonostante fosse invitata a pranzo, ha cercato di fare del suo meglio a precisare e confermare quanto le avevo accennato. Qualora dovesse passare da San Ginesio magari ci potremmo incontrare di nuovo ed organizzare un incontro con il Sindaco e con divulgatori più preparati in modo da completare la nostra storia medioevale e più recente. Alberico Gentili a cui è intitolata la piazza e la sua statua è posta al centro è nostro concittadino più famoso perché è il padre fondatore del “diritto internazionale”. Cordiali saluti Lorenzo.
Caro Lorenzo, vi ringrazio invece per l vostra stupendo ospitalità e per aver scoperto un borgo, di cui avevo solo una vaga esistenza. Tornerò sicuramente per una visita dettagliata.
Un saluto
Marco
San Ginesio perla delle Marche.
Grazie per come sa raccontare le nostre stupende Marche.
Grazie a lei e continui a seguirmi per altre notizie sulla Vostra bella regione.