L’Abruzzo dei tratturi.

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L’Abruzzo dei tratturi

Una guerra, che potrà portare il mondo sul baratro ed è paragonabile alla crisi missilistica di Cuba. del 1962.

Molti considerano Putin un folle. Personalmente penso il contrario.

Gli Hitler, i Pol Pot, gli Zelens’kyj e appunto i Putin non nascono a caso. Fin dal suo primo mandato a “zar di tutte le Russie” non ha nascosto il suo ambizioso progetto egemonico; ossia quello di riportare la sua patria ai fasti di un tempo, onde ridestarla dopo la tragica era di El Cin. 

Noi Occidentali lo abbiamo criticato per la sua durezza e le guerre combattute dal suo establishment, ma in cuor nostro il suo atteggiamento non ci infastidiva fin quando non toccava i nostri interessi. Anzi per il Bel Paese è stato un valido partner economico.

Pochi hanno dato ascolto alle critiche mosse nei confronti della sua politica, come quelle fatte dalla giornalista Anna Politkovskaja.

Proprio adesso che stavamo uscendo da questa interminabile pandemia, abbiamo una nuova crisi molto più pericolosa e non dissimile da quella che fece tremare il mondo nel 1962.

Ma la colpa è di tutti. Non facciamo gli ipocriti, lo vedo ogni giorno nella vita quotidiana.

Litigi per un’eredità, per qualche centimetro di terra e le riunioni di condominio dove le mettete?. Come passiamo parlar male di Putin se anche noi, nel nostro piccolo ci azzanniamo per delle futilità di ogni genere e bruceremmo il nostro vicino di casa?.

Ne ho uno affianco, un frustrato nato per creare problemi alla mia esistenza.

Conduco una vita morigerata, ma alla sua vista mi ribolle il sangue e mi piacerebbe cancellarlo dalla faccia della terra per difendere il mio sacro spazio abitativo.

Vi presento due potenziali Zelens’kyj e Putin

Tratturi medianici

Cartina dei tratturi. Uno dei più celebri è sicuramente il “Tratturo Magno“, che partiva da L’Aquila-Foggia.

Ecco perché amo così tanto la solitudine e mi sento rinfrancato dalle mie meravigliose passeggiate in terra d’Abruzzo.

Queste valli mi proteggono non solo da qualche Mig sconfinato da Mariupol, ma soprattutto dalla stupidità umana.

La visione dei tratturi sono un esercizio per l’anima, a cui devo far sempre un richiamo per non perdermi nelle mie paranoie.

Torno a distanza di un anno alla silenziosa Navelli, sento il richiamo verso questi luoghi in odore di “santità“.

Una Pasqua non proprio all’insegna del bel tempo, perché qui il termometro tocca quasi lo zero e il caldo della costa è un pallido ricordo.

Chiesa di Santa Maria delle Grazie

La mia prima tappa: Chiesa di Santa Maria delle Grazie.

La prima fermata della mia “Crucis della bellezza” è la chiesa della Santa Maria delle Grazie, edificata nel XVI secolo, tra due percorsi tratturali, quella dell’Aquila – Foggia e Centurelle – Montesecco.

I pastori lasciavano il freddo d’Abruzzo per dirigersi con i loro greggi nella calda Puglia, per far svernare le proprie pecore.

Questi luoghi avevano una duplice importanza, erano punti di riferimento durante la transumanza e offrivano riparo ai viandanti.

La chiesa ha poche ed essenziali decorazioni, che rispecchiano la sua funzione contemplativa.

Le nuvole coprono buona parte del meraviglioso contesto naturalistico e non ho la giusta luce per scattare delle foto d’autore.

E’ chiusa e conservata assai bene, forse ci sono dei giorni prestabiliti per una visita nel suo interno.

Riesco ad entrarci in empatia, solo quando mi siedo sullo steccato che funge da recinto, mentre ascolto in profondità i belati di alcuni ovini, che mi fanno rivivere antiche scene popolari.

Chiesa di Santa Maria de’ Centurelli

Le chiese tratturali sono innumerevoli, ho filmato quelle lungo il mio tragitto.

La Chiesa di Santa Maria de’ Centurelli è a qualche chilometro. Le strade sono quasi del tutto deserte, probabilmente per il freddo o forse, perché la maggior parte delle persone è ancora a tavola ad ingozzarsi delle nostre tipicità.

Prima di arrivare a destinazione m’imbatto in due bambini che giocano a pallone. Osservo i calci di rigori di questi piccoli campioni, che simulano qualche loro beniamino.

Il portiere si tuffa senza badare all’erba umida, i cui fili si attaccano al giaccone. I pali sono fatti con i loro giacconi e nemmeno ben allineati.

Sento un bisogno urgente di “vivere“, di tornare alle origini e riabbracciare questa potente natura, per provare gli stessi sentimenti di questi fanciulli, ancora non guastati dai mali della vita.

Come Madonna delle Grazie anche Santa Maria de’ Centurelli ha una purezza geometrica, ma il suo disegno è molto più complesso.

Il rumore che odo maggiormente è il silenzio. Tento di accarezzare le pietre di questo monumento alla fede, per provare un calore umano oramai scomparso, quando la transumanza svolgeva un ruolo chiave nella società del sud del Bel Paese.

Chiesa della madonna del Campo

La Chiesa di Madonna del Campo vista dal drone.

La Chiesa di Madonna del Campo ha sempre il solito ascendete e ho un bisogno impellente di visitarla, senza la fretta della volta precedente.

Ha “carattere“, ma è anche sinistramente affascinante, forse perché durante il Medioevo, come per buona parte delle chiese di campo dislocate nella valle, i sui sotterranei erano utilizzati per seppellire i morti del paese.

Questa struttura posta nel bel mezzo di un proscenio naturalistico, sembra mostrarmi la vacuità della vita.

La prima volta che la vidi scrissi: “Mi sento turbato di fronte alla semplicità della Chiesa di Santa Maria del Campo. E’ un ancestrale  simbolo di questo enigmatico territorio, una specie di “Santo Graal” a cui agogno e di cui sono alla continua ricerca per trovarne l’essenza.

Emana una strana lucentezza e non riesco a reggerne il confronto, perché sono ancora legato a una visione materiale della vita. Ho l’assoluto bisogno di ritrovare un Dio di cui ho perso l’indirizzo. 

Vorrei credere in qualcosa per tornare alle origini e percorrere la via di questo spirituale “tratturo” con l’anima di un pellegrino”.

Mi affanno per cercare tra le volte del suo portico dei simboli alchemici, che possano traghettami verso nuovi lidi mentali, anche se i suoi cancelli eternamente chiusi mi danno un senso d’incompletezza, come questa mia vita, in cui da tempo mi sforzo di trovare un nuovo inizio.

(Foto inziale presa da Popoli-Navelli-Campo Imperatore in moto)

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