Cucina e folclore azero
Il cibo racchiude in se tanti significati non limitati solamente al giusto rapporto calorico: amore, passione e sopratutto folclore.
Solo assaggiando i piatti tipici si può entrare nel vivo delle tradizioni di un paese e per questo l’Ambasciata dell’Azerbigian di Roma, ha inaugurato il 27 novembre, presso il ristorante Doney. hotel Westin Excelsior Rome, la seconda edizione della cucina azera.
I tanti presenti saranno così motivati a visitare la perla del Caucaso, gustandosi i manicaretti locali in mezzo alle lastricate viuzze nel cuore della bella Baku.
Saluti di rito
Il saluto dell’ambasciatore azero Mammad Ahmadzada ai numerosi presenti è stato incentrato sul bel legame, cementato dopo anni di collaborazione politica con l’Italia, mentre il titolare della casa editrice Polaris, Daniele Bosi, che ha pubblicato un’inedita e completa guida sul paese, ha messo in luce le peculiarità culturali del paese.
Infine il breve discorso dell’avvocato Manuela Traldi, presidente della Camera di Commercio Italo-azera, incentrato sui rapporti economici tra le nostre due nazioni.
Aroma e gusto
Per uno stakanovista del fitness è dura resistere a tali leccornie ma questa occasione mi ha fatto bypassare i sensi di colpa.
Ogni assaggio è stata una scusa per poter tornare indietro ad i miei fantastici soggiorni e poter ricordare le mie passeggiate lungo il bel lungomare ed il centro storico, costantemente illuminato da un sapiente gioco di luci.
La tavola è stata imbandita con una vasta offerta di prodotti: Dolma, Gutab, Pilaf e Pahklava, oltre ad i vini: Sadaf, Marajan e Makhmari, diversi per aroma e gusto e prodotti dalla Shirvan Wines con il marchio Meysari.
Come per la limitrofa Georgia, anche l’Azerbaigian ha implementato un turismo di chiara matrice enologica e riveste un ruolo di competitor con altre nazioni più blasonate nel settore, anche grazie alla produzione di validi vini biologici.
Azercay il mio tè pomeridiano
Dopo aver assaggiato il melograno, must della sua variegata produzione, non posso andar via senza aver gustato l’aromatico tè, simbolo delle tradizioni di questa ricca terra.
Come in tutti i paesi che sono crocevia tra il continente Europeo e quello Asiatico questa antica bevanda riveste un ruolo fondamentale della cultura locale, sopratutto in presenza di ospiti.
Provarla con i bicchieri in vetro armudu, accompagnati da dolci zollette di zucchero è stato uno dei miei rituali pomeridiani per staccare la spina nel bel mezzo del pomeriggio.
Ed allora è proprio l’ora di acquistare nuovamente un biglietto e tornare nella sua bella capitale per poter immedesimarmi nuovamente con l’aroma millenario di questa affascinante cultura.