Storie sensuose dei dolci siciliani
La Sicilia ha la forma del cuore. Un grande cuore in cui cultura, storia, e colori si fondono per dare vita ad una tradizione dolciaria che affonda le sue origini nella notte dei tempi.
Le dominazioni che si sono succedute nell’isola; fenici, greci, romani, bizantini, arabi, normanni, svevi, francesi e spagnoli, hanno lasciato in loco una variegata eredità architettonica e culinaria.
Loredana Elmo, conoscere la Sicilia attraverso i suoi dolci
La scrittrice Loredana Elmo, nel suo bel libro “Storie sensuose dei dolci siciliani“, ci fa conoscere la sua regione attraverso un ricettario in cui miele, pistacchi, mandorle, arance, limoni, lavorati insieme a farina, zucchero e uova, si mescolano a particolari leggende e antichi riti, che sono ancor oggi parte delle ricche tradizioni locali.
La prima parte del libro è dedicata a singolarità sulle squisitezze siciliane, mentre la seconda è un corollario di ricette, per dar degli spunti a chi volesse cimentarsi in cucina.
E’ da agosto 2020 che mio padre, dopo un breve soggiorno di circa 15 giorni, che soffre del “Mal di Sicilia“.
Da quel giorno non “è piu’ lui“. Oramai sottostima qualsiasi altra destinazione, perché a suo dire i suoi occhi non hanno mai visto una perfezione come in questa regione.
Mi ripete continuamente: “La bellezza è a qualche centinaio di chilometri da casa. E’ inutile che ti affanni a girare il mondo se non hai ancora visto la Sicilia“.
Credevo esagerasse, ma dopo aver visto il suo dettagliato “reportage” fotografico mi sono dovuto ricredere.
Le sue parole sono profetiche e riesco ad immedesimarmi, mentre leggo il “testamento culinario” di Loredana Elmo, tra le formule “alchemiche” di un mondo arcano e genuino, dove la sua gente continua ad essere legata al proprio territorio ed a resistere orgogliosamente alla gemmazione delle leggi imposteci dalla globalizzazione.
Emozioni, sapori e colori
Leggendo tra le righe si riescono a capire meglio tanti antefatti, perché la preparazione dei dolci è collegata alle festività che scandiscono l’anno, ad importanti momenti storici ed a leggende, sconosciute a noi “del Continente“.
Alcune prelibatezze sono legate a figure votive e realizzate dentro monasteri, nelle cucine delle famiglie nobiliari e durante i matrimoni.
Riesco perfino ad gustare un cannolo (il mio dolce preferito) ed a “pesare la sua consistenza“, mentre sono seduto a tavola, ospite di questa squisita gente, che mi ha voluto rendere partecipe di antichi rituali a metà tra il sacro e il profano.
Osservo la cucina spoglia e semplicemente arredata, mentre il mio sguardo si fissa su alcuni ciarlieri anziani che preparano ogni ben di Dio.