La solitudine dell’uomo contemporaneo
Un borgo, la sua storia e la sua antica vitalità. Meraviglioso godersi in solitudine questi piccoli centri storici.
Eppure l’uomo moderno è troppo poco incline a questo romantico sentimento, che oggigiorno ha dei risvolti estremamente negativi.
Le nostre città pullulano di gente, centri commerciali invasi da una folla instancabile; scuole, università ed aeroporti, aperti a tutte le ore del giorno per collegare nazioni ed etnie.
Sembra di non essere mai soli, nemmeno rintanandosi negli anfratti più nascosti di un globo rumoroso ed inquinato. Siamo, tanti, troppi ed abbiamo colonizzato ogni lembo di questa terra virtualmente connessa.
E’ grottesco ma la solitudine aumenta esponenzialmente al crescere della popolazione e del benessere. C’era più umanità quando riempivamo gli interstizi delle nostre piazze.
Siamo talmente vanitosi, da aver “venduto” la nostra personalità a banali social e nonostante abbiamo followers, che ci adulano siamo tragicamente soli. Poi i nuovi interinali “untori” ci bombardano con fake news che dobbiamo gioca-forza filtrare per capire la verità delle cose.
Riscopro le pagine più epiche della mia gioventù leggendo i miei diari segreti per capire fin dove mi sono spinto e come sono cambiato, dove ho sbagliato e come posso redimermi. Non potrei sminuire i miei ricordi postando sulla mia pagina giornalistica di Facebook, parte delle mie visioni ed i segreti dell’anima, partoriti da pensieri delicati.
Dobbiamo “dismparare” ciò che abbiamo acquisto durante questa rivoluzione interinale.
La solitudine positiva: la scoperta di Torre di Palme
I borghi sono parte del mio essere per tornare alle radici in solitudine, per estraniarsi dalle banalità dell’esistenza umana. Non è un sentimento elitario od una provocazione ma è lo stimolo ad essere qualcosa di diverso dalle feroci leggi imposte dall’alto.
Torre di Palme è piccola ed entusiasmante, dove poter trovare un’altra umanità, sbiadita e per questo più genuina. Sbaglio strada ed un’autista mi manda al diavolo con rabbia: non c’è pazienza e nemmeno un errore veniale come questo può essere condonato: muoversi, spendere consumare sono la nuova triade e guai a sbagliare in una società pronta solo a punire.
Mi torna in mente le “lobby dei piccoli poteri” italici, l’uomo alienato dietro lo sportello che ti sbeffeggia senza darti ciò che ti spetta, il politico che ti martella a dovere durante la campagna elettorale per poi cambiare casacca senza colpo ferire. Vi prego smetto, sarebbe troppo lunga la lista de “mostri” da citare.
Lungo la statale vi era una discoteca molto in voga qualche decennio fa: il Mahè, celebre per la sua nightlife e per il suo bel design. La vedo buttata li ingrigita, come “archeologia” del divertimento di un’Italia godereccia dei tempi che furono.
Preferisco rinfrancarmi godendomi questa bella cittadina. Addentrarmi nel suo “decumano” tra mura che avvolgono la vista, scovare balconi addobbati con motivi floreali e ritemprarmi dai mali della vita, alla vista del meraviglioso promontorio adiacente la piccola chiesa di Santa Maria a Mare.
La si può girare in una buon’ora, ma è così fiabesca da spenderci più del dovuto e le sue graziose rue sembrano inghiottirti, mentre le auto camminano lentamente per evitare di ammaccare carrozzeria e pedoni.
Mare, colline e chiese
Chiese su cui non mi soffermo sono sparse in buona parte del suo tessuto urbano e non mi fermo a leggere la loro loro storia, ma solo a contemplare il loro silenzio. Ho in mente l’ardente desiderio di poter osservare dall’alto il borgo.
L’ho vista sempre dal basso, di sfuggita e mi sono sempre promesso di dedicarle un pezzo sul mio blog, aspettando il momento propenso per capire l’emozione che avrei provato nel camminare tra le sue lastricate viuzze.
Stranieri e non, passeggiano per nulla distratti dal rumore del drone, da questo mio amato strumento che mi fa perdere l’emozione di una intervista, ma ha il grande potere di attirare tanti nuovi lettori e di regalarmi delle grandi soddisfazioni.
Grazie a questo estenuante lavoro, trovo tra i commenti del mio blog piacevoli ringraziamenti e consigli sul da farsi. Gli algoritmi si sono impossessati della nostra quotidianità e devo piegarmi alle rigide regole di Instagram, che durante uno scatto delle città mi regala qualche seguace.
Il paesaggio è unico, in poche centinaia di metri si cambia scenario e colore in base alla vegetazione: dalle dolci tinte azzurre dell’Adriatico al verde delle colline, che perimetrano questo antico borgo.
La cittadina è piena di fotografi, probabilmente qualche wedding-planner ha pensato ci scegliere la location per due novelli sposi. Mentre mi muovo tra mura e piazze, una nutrita folla di pensionati pugliesi mi chiede di scattare in volo sul loro ciarliero gruppo.
Torre di Palme sincera vitalità
Un borgo piccolo, ma vitale, battuto da molti visitatori e bardato a festa con bandiere multicolore di qualche giostra medioevale. Tra i terrazzi delle sue antiche case la cittadinanza, sembra non voler abbandonare il proprio folclore, credendo fortemente nel valore aggiunto del suo territorio.
Tra mare, rue e colline si ha un piacere immenso: una libertà sconfinata che batte almeno per un attimo la nostra fugace misantropia.
Foto Andrea Adelchi Clementoni