Urbex Dannato nel borgo di Apiro
Ad ottobre scrissi un articolo su Franco il Dannato, perciò non dovrei ripetermi. Urbex permettendo.
Ma è più forte di me, perché ogniqualvolta lo ricordo mi tornano in mente le mie “eroiche ore” giovanili e quindi non mi resta che omaggiarlo nuovamente, “sanguinando” sui consunti tasti del mio pc.
Manca anche a voi, vero? Non credete che la sua dipartita abbia coinciso con la fine della stagione più bella della vostra esistenza, come è accaduto al sottoscritto?
Quanto vorreste ancora una volta urlare spensierati il suo motto: “Vino come se piovesse“, mentre ballate sugli enormi tavoli di questo “Titty Twister” in salsa “tarantiniana“, dimenticando i problemi quotidiani?.
Ci hanno detto che ogni età ha la sua bellezza. Balle. E’ brutto crescere e la favola di Peter Pan è l’ultima foglia di fico dove ci ripariamo dalle cocenti delusioni, che la vita ci riserva.
Brandelli del mio cuore sono rimasti dentro la Polveriera, la cui chiusura è avvenuta intorno al 2016.
Ancora non riesco a capacitarmi della sua triste fine, ma oggi ho sentito il forte impulso di riscoprire i suoi anfratti, con un articolo dal taglio “urbex“.
Urbex alla Polveriera
Mentre guido, il mio pensiero va ai tanti amici persi e alla mia elettrizzante nonna, una delle presenza fisse del locale.
Ho sentimenti contrastanti; da una parte il grande desiderio di tornare a visitare un luogo a me caro, dall’altra la paura di commuovermi quando assisterò allo stato di abbandono in cui versa la Polveriera.
Il magnetismo dell’edificio mi fa ancora presa e dall’esterno sembra tutto rimasto intatto.
La Polveriera è oramai un luogo di ricordi, oggi non sono più un cliente ma un semplice cronista, venuto a raccontare il carisma di un uomo dal passato tormentato.
Incontro una giovane coppia venuta qui per la prima volta e un gruppo di ragazzi, che parlottano di un compleanno festeggiato chissà quando.
Due persone fungono da cicerone e parlano di Franco, come di un personaggio storico vissuto secoli addietro.
Il luogo dei simboli e dei ricordi
Vi sono tanti simboli ancestrali, soli che ammiccano alla buona ventura e demoni incisi su delle porte.
Il drone non vuole proprio saperne di volare e il display mi avverte che ci sono pericolosi campi magnetici.
Forse è l’anima di Franco, che alla stregua di un vecchio Faraone non vuole essere destato dal suo sonno eterno e tenta strenuamente di proteggere il suo amato ristorante, divenuto oggi un triste sepolcro.
Ti sono stato amico, anzi mi hai “investito” della carica di nipote e non puoi mandarmi via senza aver visto il suo interno.
Quello che era il cuore pulsante del locale, oggi è un museo in decadenza con vecchie sedie buttate alla buona e file di piatti poggiate su alcuni tavolini.
Il disordine regna sovrano e su cui capeggia un triste Babbo Natale.
Il camino è memore del mio Capodanno 2011, quando fu il nostro riparo contro il freddo invernale.
Tocco qualche pietra, precedentemente “ostaggio” delle firma dei clienti, per tornare ad emozionarmi, ma il calore umano è oramai del tutto sparito.
Eppure intravedo qualcosa. Diamine ci siete tutti: Bash, Marco e Piccola, il cane di Anna, la storica fidanzata del Dannato. Stanno aspettando una corriera piena di ragazzi festanti, pronti ad approdare nel “Paese dei Balocchi“.
Il rumore si dirada al prepotente ticchettio di alcune gocce d’acqua, che dall’ammalorato tetto scorrono lungo le pareti.
La Polveriera terra di sogni
Racconto la Polveriera, la mia amicizia con Franco e parte delle nostre vite che non torneranno più.
Ve lo immaginate il Dannato sottostare ai DPCM? Il Covid si sarebbe fermato di fronte alle acquasantiera dell’ingresso, temendo l’inoculazione di una dose di vino di visciola.
Sono vaccinato alla pandemia, ma non al lascito di questo Urbex denso di splendidi ricordi e a questo mondo, così social ma meno social.
Noi ti abbiamo vissuto. Noi c’eravamo, tutto il resto non conta.
Addio Franco.
(FOTO ANDREA ADELCHI CLEMENTONI)
9 risposte
Mi hai fatto drizzare i peli della schiena e hai scoperchiato il vaso di Pandora dei miei ricordi degli anni più belli… GRAZIE!
Ti capisco. La Polveriera era la Polveriera e i miei ricordi giovanili sono morti con lui.
Andarci ora con tutto in rovina mi ha addolorato.
Franco era un amico
Bellissimo quello che hai scritto
Quando arrivavo alla polveriera con il mio pullman pieno di ragazzi era sempre un emozione
Franco chiamava Anna e mi faceva accomodare al tavolo vicino alla cucina e al grande camino e poi mi diceva tu sei sempre il benvenuto dal dannato e non mi offriva sempre la cena
Che spettacolo
Quanti viaggi ho fatto
Quante persone ho portato
Quante storie ho sentito e vissuto in quel posto
Un pezzo
Quante emozioni
Un pezzo di cuore
Ciao Davide
grazie del tuo messaggio. Per me Franco era come un padre, peccato averlo incontrato tardi e non nei suo anni giovanili.
Penso che una persona con una visione della vita come la aveva lui è oramai difficile incontrare.
Franco rappresenta un passato umano e vero che non tornerà piu’ e questo mi addolora.
Siamo alle mercé di capitani di ventura scollati dalla realtà, che si sono venduti a dispotici algoritmi togliendo alla vita la poesia.
Franco era pura poesia, un uomo folle e visionario, ma umanissimo. Mi manca da morire, la mia gioventu’ è finita decenni addietro ma la sua morte ha dato il colpo definitivo a ciò in cui credevo. Alla sua morte una parte di me è andata via per sempre e non è tornerà.
Grazie ancora Davide per il tuo meraviglioso pensiero.
Sei stato unico Dannato
FRANCO……………………VERY STRONG
Hai raccontato in maniera intensa di un luogo che ho amato alla follia. GRAZIE, GRAZIE e ANCORA GRAZIE
Grazie…vorrei ritornare e rivedere la mia firma sul muro…un pensiero a te Franco…serate spensierate in un’altra vita…Grazie Davide
Sei stato grande Franco.