Ripatransone il belvedere del Piceno
Sono stato due domenica fa a Ripatransone, ma il brutto tempo non mi aveva permesso di portare con me il drone. Non dimentichiamoci il permesso Enac per i voli critici e tutta la prassi burocratica da presentare ai vigili urbani ed ho preferito non avventarmi, con la promessa però di tornare.
Così, dopo molti anni, sono nuovamente in questo bel borgo che avevo dimenticato. Passeggiando tra le sue eleganti rue, piano piano i ricordi riaffiorano nella mia mente e mi accorgo che la cittadina tanto piccola non è, ed infatti scopro sempre nuovi ed interessanti monumenti, che precedentemente non avevo visto.
Un ospite d’eccezione
Oltre alla mia attrezzatura, è voluto venire con me mio figlio Nathan, già avvezzo a qualche gita fuori porta nei comuni limitrofi. E’ l’occasione giusta dopo un po’ di tempo di prenderlo per distoglierlo dal suo fedele IPhone, che mi sembra lo stia deconcentrando dallo studio.
Arriviamo in piazza, dopo essere stati avvolti da una lussureggiante campagna e cominciamo a montare il nostro “volatile” tecnologico. Soprastante la Cattedrale, sulla vetta del campanile, svetta la statua del Cristo. Assomiglia, per forma e colorazione alle tante poste sul Ponte Carlo di Praga e decido d’iniziare le danze, riprendendo il suo plasticismo, a dir la verità non troppo accentuato.
La “San Gimignano” marchigiana
Mi accorgo ancor di più, che chiamare borgo questa elegante cittadina non ha senso, data il suo ampio tessuto urbano in cui svettano come stalattiti diverse torri. Una piccola San Gimignano, ma dato il caso, che il suo capoluogo di provincia Ascoli Piceno ha la nomea di averne avute addirittura cento nei tempi andati, credo proprio che i campanili siano un leit-motiv del ricco skyline marchigiano.
Camminiamo celermente e mio figlio vuole a tutti i costi essere partecipe del lavoro mantenendo parte della strumentazione, ma la sua piccola manina non riesce a sopportare il peso e così me ne faccio carico. Arriviamo sottostante il bel Palazzo municipale che lotta in pari bellezza con quello del Podestà.
Il primo ha una facciata molto razionale, in cui sono posti diversi stemmi ed una bellissima meridiana. Il suo colore bianco è l’elemento che mi salta subito gli occhi, poiché spicca su quelli tenui del bugnato. Nel secondo, invece, oltre alle imponenti arcate a sesto acuto, ciò che mi colpisce sono le elegante bifore, che avevo già visto a Monterubbiano (https://bit.ly/2CaDQFk), durante la mia intervista alla nutrita comunità olandese, che ha scelto questa bella regione come meta turistica.
Due Luigi ed il vicolo più stretto d’Italia
La cittadina è patria di due Luigi: De Magistris e Mercantini. Il primo celebre pittore e scultore mentre il secondo fu un poeta. Ricordo della “La Spigolatrice di Sapri“, l’opera dedicata allo sfortunato rivoluzionario Carlo Pisacane, che antecedentemente Garibaldi tentò una sommossa nel Regno delle Due Sicilie per liberarla dal giogo borbone. Una storia, che mi ha lasciato sempre l’amaro in bocca, perché partire con trecento uomini per fare una così avventata sortita, per un paese che a malapena ricorda il suo sacrificio, oggigiorno la considero una pazzia. Sono convinto che la penserebbe come me.
Arriviamo ad un vicolo, molto stretto ma che passo, a dir la verità, molto agilmente. Credo proprio che quello di Civitella del Tronto in Abruzzo, sia più piccolo, ma poi appena superato m’imbatto per davvero in quello indicatomi dal precedente cartello. Qui la situazione cambia. Mentre mio figlio, con la sua esile corporatura lo passa senza colpo ferire io ho difficoltà. Penso che la dieta che ho iniziato da qualche giorno, debba essere più rigorosa.
Forse userò come metro di misura, tra qualche mese, questa strettoia per vedere i primi sospirati risultati. Questa fessura che penetra la città verticalmente ci porta verso un’altra zona, molto moderna rispetto a quella precedente.
Ripatransone…Una storia che poteva essere vera
Passato il vicolo più stretto d’Italia, incontriamo una scolaresca che ci saluta con molta allegria, ed arriviamo sottostante la parte bassa del paese pesantemente fortificato da una spessa cinta muraria, ed irrobustita da merlati bastioni.
Ripatransone è davvero un gioiello, una città che non ha eguali e che per davvero mi sarebbe piaciuto vedere con Nathan, perché mio figlio non è mai esistito. Lui è solo una figura retorica partorita dalla mia mente.
Probabilmente questa è una lettera di scusa, più che un articolo per un bambino mai nato e mi perdoni la Fallaci per aver rubato il titolo del suo testo. Metter al mondo una piccola creatura, che sarà alla mercé della cattiva politica e del mal costume che domina imperterrito, mi sembra essere una grande forma di egoismo.
So che avrei voluto condividere con te una passeggiata tra le bellezze del nostro paese. Immagino che un giorno avresti fatto lo stesso con qualche tuo amore, ma credo anche, che saresti rimasto deluso da questo nobile sentimento. I nuovi simboli sono gli Sfera Ebbasta, ed una donna preferirà alla tua compagnia quella della nuova nomenclatura italica, fatta di frivolezze e social, che le danno quella inconsapevole felicità.
Cosa potrai offrirle? Libertà? Forza ed avventura? Credimi perderesti. Sono parole vuote, che vivono nelle pagine ingiallite di vecchi vocabolari.
… Ma dovunque tu sia ricordati di questa meravigliosa passeggiata nel cuore delle Marche, qui a Ripatransone nel bel belvedere Piceno.
2 risposte
Certo che Nathan è proprio un bel nome, e sarebbe capace di rendere oltremodo radiosa la giornata del piu inguaribile e dannato romantico del mio mondo
Mettere al mondo un figlio, non è sempre un atto d’amore, ma di grande egoismo. Aggiungo purtroppo.