Castelli una sentinella pronta al nostro arrivo
La ricordavo più lontana dalla costa la cittadina di Castelli, in provincia di Teramo, ed invece dopo una buona mezz’ora siamo sotto il piccolissimo borgo, che sembra osservarci, come fosse una sentinella in attesa di chissà cosa.
Giganteggia sovrano il Gran Sasso, che rende ancora più melodico il naturale proscenio naturalistico. Che dire Castelli è qui e si presenta sotto i nostri occhi come un paese conosciuto ai tanti per le sue famose ceramiche, alcune esposte addirittura all’Hermitage di San Pietroburgo.
Gioventù e vecchiaia di un borgo
Spesso accade, che i locali ci vedano come una minaccia alla quiete e che i nostri droni piuttosto che essere fedeli servitori dei nostri servizi, siano piuttosto una minaccia, come è accaduto a Santo Stefano di Sessanio, dove siamo stati cacciati in malo modo dai locali, nonostante i nostri permessi. E poi le amministrazioni, le nostre brave amministrazioni italiche che prendono senza ringraziare, per promuovere venali scoop politici.
Siamo qui, perché ho conosciuto l’impegno dei giovani politici, che con molta dedizione stanno portando avanti il programma per la ricostruzione, in un’ impari battaglia.
Ma è la cittadinanza, che ci invita a lavorare e bene per il paese, ci fa domande e vuole interviste per poter esprimere il cordoglio di un paese che sta morendo lentamente. Molte case sono fasciate da transenne ed il paesino sta invecchiando malamente, più per la desertificazione commerciale che la sta colpendo a morte che per il terremoto, che ha martellato a dovere questa sciagurata regione: L’Abruzzo.
Le sue rughe sono evidenti tra le crepe che solcano le antiche murature del vecchio tessuto urbano. Una gioventù di cui ci si vuole riappropriare, ma che non ha i giusti strumenti per ritornare ad una vitalità ormai persa.
Mi dicono che la ricostruzione stenta a ripartire. Dovunque vada da nord a sud, questa penisola sembra essere azzerata da una grave caratteristica, l’istinto di preservarsi senza voler cambiare nulla, stentando a rimanere al passo con una crescita rimasta solo nell’immaginario di qualche politico.
Nella bottega dell’artista alla ricerca dell’età dell’oro
Incontro per caso un personaggio celebre in città, l’artista Vincenzo Di Simone, uomo dalla grande caratura morale e vera memoria storica del paese. Ci ospita nella sua bottega e di spiegarci i segreti più arcani del suo antico mestiere.
Dalle sue parole si evince una grande passione per il suo lavoro, ma sopratutto una genuinità ed una umanità del tutto scomparsa nell’era social. Passiamo in rassegna diverse stanze e mi spiega i vari passaggi per produrre i suoi piccoli capolavori.
Lavora davanti ad i miei occhi l’argilla con il suo tornio per passare poi alla colorazione ed in fine dedicarsi alla cottura, pronunciando un antico rituale per la realizzazione della sua complessa opera.
Non è un uomo venale o borioso alla ricerca della celebrità, dato che molte testate giornalistiche sono venute in questa meravigliosa bottega per poterlo intervistare, BBC in primis, ma solo un romantico sognatore che vuole trasmetterci il suo grande operato.
Sogno di una città ferita ma non doma
Dosa le parole ed è molto felice di narrarci la sua storia. Alcune volte si ferma come se davanti ad i suoi occhi si materializzasse qualcosa a lui caro e ciò mi mette tristezza, perchè sento nelle sue parole una forte vena di malinconia, verso qualcosa di arcano e spirituale in cui ha molto creduto e che si sta letteralmente perdendo.
Mi dice: “Non si possono cancellare cinque secoli di storia…Per me Castelli non morirà mai”.
Ne sono convinto anch’io, perché questa terra spesso disagiata e troppe volte sottovalutata non può e non deve morire. Ma è un compito arduo che spetta a tutti noi.
Vincenzo Di Simone docet.
(foto: Andrea Adelchi Clementoni)
SI RINGRAZIA CLOUDS INDUSTRY PER AVERMI CONCESSO LA BELLA INTERVISTA CLICCATE SU QUESTO LINK https://www.youtube.com/watch?v=8VnYg_HYNVM&t=18s