Una notte con Pino…Ma si va comunque a Porchia
Non vedevo Pino dalla mezzanotte del primo gennaio 2019 ed ho deciso di andarlo a salutare, perchè domani non voglio muovermi insieme alla mia attrezzatura per finire il mio piccolo reportage sulle terre del Piceno. Ma nonostante abbia fatto tardi, ho preferito armarmi di coraggio ed uscire comunque, sopratutto perchè il mio amico, durante le ore lavorative svolte in un locale marchigiano, vedendo i miei video mi ha dato la motivazione giusta per continuare il mio bel peregrinare.
Dopo aver parlato di “tutto”, sopratutto del suo lavoro di “angelo della notte”, radicalmente cambiato a causa dei tanti pericoli, decido di tornare a casa, per svegliarmi alla buon’ora.
Eccomi dunque a Porchia, un minuscolo borgo nel verde contesto marchigiano, a meravigliarmi nuovamente delle tante bellezze che questa ricca terra offre.
Un borgo fortificato
Una gentile signora di vicino Praga, apre le “danze” e vedendomi armato di taccuino parte subito con delle piacevoli domande. Lei, come molte donne dell’est, rapite dall’avvenenza dell’Italia, probabilmente dopo il crollo del muro di Berlino, è venuta ha trovar fortuna, sentendosi però al contempo tradita dalle scelte fatte, data la nostra brutta situazione economica.
Mentre cammino per una stupenda ruetta, alcune persone sull’uscio della porta mi salutano e sono desiderose di essere fotografate. La cittadina è davvero piccola e ben tenuta, purtroppo però il suo campanile pericolosamente inclinato è “fasciato” da dei tiranti.
Il suo magnetico castello, costruito contro le scorribande saracene è l’elemento cardine su cui ruota la storica cittadina, che successivamente fu annessa a quella di Ascoli.
Ci sono diversi turisti in giro, ed una signora mi racconta la sua vita, parlandomi della sua nascita in una casa sottostante il castello, del suo successivo trasferimento ad Ancona, con il desiderio in futuro di tornare nel suo paese natio, una volta andata in pensione. Un forte legame di terra e sangue, la lega a questa belle e misteriosa cittadina.
Un sindaco illuminato ed il fotografo a Montedinove
Mi dicono che adiacente Montalto Marche, (Vecchio articolo sulla mia esperienza https://bit.ly/2U3dJqz) visitata un pò frettolosamente qualche mese fa, c’è un’altro paesino stupendo. La giornata primaverile è invitante e decido di recarmici. In questa città, si dice che il primo cittadino sia una persona amante della cultura e che tenga molto alla cura del suo paese.
Montedinove, non delude le aspettative, grazie a delle qualità estetiche ragguardevoli. La piazza è un vero e proprio belvedere e sia il Comune con il bel portico ed un particolare campanile, su cui svetta una fiera bandiera italiane, che le Chiese di San Lorenzo e di Santa Maria de Cellis, sono di una rara eleganza.
C’è un ostello, mi hanno riferito a Porchia, in cui sono ospitati dei ragazzi di colore, uno di questi mi saluta in silenzio con un cenno e si gusta tutta la preparazione del mio drone. Allegri bambini corrono urlando, mentre sorvolo la zona provando a filmare i punti salienti del bel paese.
Non c’è molta gente e non capisco il perchè, questa meravigliosa cittadina merita e tanto, le sue rue sono perimetrate da case in muratura, tra le cui spicca una in cui un meraviglioso balcone è sorretto da colonne così ben realizzate, che mi chiedo quanta bravura ci sia stata nella manualità delle abili maestranze.
Incontro il signor Corrado di Recanati e la sua allegra consorte, che sono in visita per scattare foto d’altri tempi e mi domanda del perchè della mia presenza. Mi parla del suo libro dal titolo “Scatti rubati”, in cui sono riposte alcune delle sue più belle immagini. E’ un ex dottore in pensione, venuto nel Piceno per prendere spunti.
La promessa mantenuta: Patrignone
Mi ero promesso, una volta tornato in queste terre di visitare Patrignone, poichè avevo suggellato una bella amicizia virtuale con Stefano, il titolare della pagina facebook locale.
La calorosa e colorata cittadinanza, è riunita presso il ristorante Apperò, prospicente l’entrata della borgo e mi invita subito a pranzo. Desisto, poichè il panino che mi sono portato mi è bastato e dico di no anche al pastoso bicchiere di vino, che Peppe, il simpaticissimo proprietario mi versa. E’ impossibile, poichè sono quasi astemio e poi devo concentrarmi sul volo.
Il borgo è molto piccolo e cerco di fare più riprese su più zone, oltre al bel campanile, che obiettivamente mi ricorda quello di Montedinove. Cammino in mezzo a viuzze tortuose, superando più volte la multiproprietà, i cui titolari sono degli inglesi.
Mi chiedo, cosa li avrà fatti venire in questa parte d’Italia, sconosciuta ai tanti? Cosa li avrà attratti? Penso oltre alla quiete l’ unicità di questo magico territorio.
Torno sui miei passi dopo una buona mezz’ora. La nutrita folla mi aspetta allegramente e Stefano tende a confermarmi che, l’intera cittadinanza sta lottando per portare avanti un programma abbastanza ambizioso. Ed allora, anche se con poco, brindo anch’io insieme a questa meravigliosa gente, con un rumoroso hip hip hurrà, al loro borgo, alle loro idee ed ad alla loro meravigliosa accoglienza.
Signori ricordatevi che alla prima cena medioevale di Patrignone sono già prenotato.