Calascio una tappa forzata
Calascio è un piccolo borgo abruzzese perso tra alte ed impervie vette, divenuto celebre per la sua rocca, che è stata set per diversi importati film tra cui Ladyhawke ed il Nome della Rosa.
Le sue vicende storiche risalgono alla dominazione Normanna, quando la Rocca fungeva da torre di avvistamento e successivamente, grazie alla realizzazione delle torri circolari fu trasformata in una fortezza, oggi uno dei simboli più famosi d’Abruzzo.
Nonostante l’aria di ottobre abbia portato un vento gelido ci sono tanti turisti in visita, richiamati dalle leggende che lo animano, ma il loro vociare mi deconcentra dal benedetto attimo di solitudine che stavo assaporando con grande gioia.
Rocca Calascio cuore abruzzese
Sono ancora trafelato e cerco di trovare un appoggio, data la pericolosità dei profondi dirupi che costeggiano i diversi sentieri.
Non vedo nessuna balaustra e dunque debbo destreggiarmi senza perdere l’equilibrio, spostandomi con notevole lentezza tra le pietre calcaree che si avvicendano durante il mio tragitto.
Sono una vera e propria incognita durante la mia avventurosa “traversata”, perché sono schiacciato dal peso della mia strumentazione che grava sulla mia schiena, che non mi permette di sostare per riprendere fiato.
Un piccolo ponte in legno, miracolosamente appoggiato sul basamento di dura roccia separa il fossato al castello.
Il forte vento va e viene e si incanala, fischiando tra le alte mura e non mi permette di armare il drone.
Spero si plachi, anche se l’ambientazione diventa magnetica, infatti dei banchi di nebbia si alzano come per magia, nascondendo al contempo parte dell’affascinante contesto, facendo “galleggiare” su dense nubi il castello di Roccacalascio.
All’entrata un nugolo di turisti sono fermi estasiati dalla potenza espressiva della rocca, mentre chiassosi boyscout ignari dei pericoli, balzellano sopra le pietre cantando allegri motivi, imparati chissà dove.
Le presenze toccano quota undici mila, di cui tanti stranieri, oramai l’Abruzzo grazie alla sua qualità di vita ed al suo ricco “cosmpolitismo” architettonico, culinario e naturalistico è divenuta meta sempre più gettonata.
L’Abruzzo evitando il Coronavirus
Riesco a salire sopra il maschio ed una volta sopra i miei sentimenti stimolano arcaici pensieri ed un fascino primitivo e romantico s’impossessa della mia anima.
Questo luogo mistico con il suo naturale “distanziamento naturale” potrebbe essere una risorsa dove rigenerarsi, sperando non si torni ad un nuovo lockdown.