Tunisia la lunga primavera

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Tunisia e la lunga primavera

Noi italiani ci stiamo così tanto abituando al brutto, da sopportare qualsiasi tipo di angheria. Il costo della vita è aumentato vertiginosamente e molte famiglie non arrivano addirittura alla terza settimana del mese. Brontoliamo, ma nostro malgrado evitiamo di sforzarci per cambiare le carte in tavola.

Forse per liberarci dalla nostra apatia, l’unica soluzione è chiudere definitivamente gli stadi. Chissà quante persone scenderebbero in piazza per salvare l'”oppio dei popoli“.

Abbiamo perso la tempra; la forza di ribellarsi consiste nell’avere serie motivazioni e il coraggio dettato dalla penuria.

La Primavera araba, partita nel 2011 proprio dalla Tunisia e allargatasi a macchia d’olio in tutto il mondo arabo, per noi è stata una specie di fiction di cui non c’interessa nulla, mentre le sue giornate hanno stravolto gli equilibri globali.

Ci sentiamo così tanto avanzati, rispetto al nord-Africa, solo perché legittimiamo i diritti LGBT, dimenticandoci di essere uno dei paesi occidentali con la più bassa libertà di stampa.

Il vento del cambiamento ha dato i frutti sperati?. I pareri dei tunisini sono discordanti. E’ passato più di un decennio ed il popolo è sceso nuovamente in piazza, ciò significa che il processo delle riforme è ancora lungo.

Ero intimorito dalle nuove proteste e pensavo di non partire. Queste nazioni vengono tratteggiate, dalla parte “giusta” del Mediterraneo, come un ricettacolo di problematiche sociali.

Il mainstream vuole così, mostrandoci parziali verità e mentendo su tanti aspetti, senza darci l’opportunità di riscontro.

La risposta tunisina ai miei dubbi è univoca: solarità, ospitalità e variegata bellezza.

La Medina di Tunisi

Tunisi ha ancora tanta strada da fare, molte delle sue urbanizzazioni sono fatiscenti e devo stare attento a non mettere un piede in fallo nelle pozze dell’ammalorato manto stradale. Non è una critica, solo un’osservazione, d’altronde la città in cui vivo non è messa tanto meglio.

Invece è proprio quest’aria d’incompiutezza, di lasciare tutto al caso a dare un significato alla mia presenza, nonostante trovi La Medina troppo disarticolata e bisognosa di un progetto di riqualificazione urbana.

Ho una guida occasionale, a cui avrei voluto tanto dire di no, ma è stato così invadente da ritrovarmelo al mio fianco.

Per sbarcare il lunario, molti s’improvvisano ciceroni e sparano cifre spropositate, per cui debbo limare di alcune decine di euro, per arrivare al giusto compromesso.

Mi porta nel cuore della sua labirintica e affascinante città e mi tiene costantemente d’occhio. Lo seguo con diffidenza, troppe volte ha sbirciato la mia attrezzatura, mi rendo conto con il passare dei minuti, che la sua è una premura per non perdere di vista il suo investimento giornaliero.

Il Ramadan fa muovere il mondo arabo in senso “antiorario“. La città è svuotata della sua calda umanità di giorno, mentre ad una certa ora della notte si anima come per magia, con frotte di gioiosi bambini che si rincorrono in piazza e famiglie intente a sorseggiare gustose bevande.

Non è il mese più adatto per visitare la Tunisia , ma questa mancanza di vitalità mi permette di vivere appieno i riti religiosi e il lavoro delle poche botteghe aperte, i cui artigiani mi concedono sorrisi per i miei scatti.

Tutti si adoperano per soddisfare la mia curiosità, d’altronde nel mondo arabo l’ospitalità non è solo sacra, ma una caratteristica insita negli animi di questa amabile gente.

Tunisia e l’esule di Hammamet

La tomba di Bettino Craxi

Kemal mi dice che ho l’aria di una brava persona, per questo mi permette di lasciare una dedica al suo grande amico Bettino Craxi.

Era un capo popolo, privo di qualsiasi vanità e pronto ad aiutare i bisognosi. Sono tornato a camminare grazie alla sua generosità“.

Un vero “Lombrosiano“, analizza i lineamenti degli italiani in visita ad Hammamet e se vede una strana mimica facciale, evita il “malcapitato“.

La rabbia dei miei concittadini in visita è palpabile dalle poche pagine firmate. Una risalta su tutte “In memoria di un grande socialista“, come a sottolineare che chi ha preceduto l’attuale classe politica sia stato più lungimirante.

Una volante viene verso di me e i poliziotti stanno per scendere per porgermi delle domande, ma il buon Kemal li blocca dicendogli che io sia un fan dell’ex primo Ministro.

Una cosa è certa ad Hammamet denigrare Craxi è un tabù, un “re senza corona” in Italia, ma con “trono e scettro” in Tunisia.

Tunisia e Italia, differenti popoli unico destino

Ne arriveranno tanti altri e partiranno sicuramente da Sfax, per attraccare i loro barconi sulle coste di Lampedusa e successivamente nel paese del “Bengodi“.

Mezze verità, forse sono i poveri sub-sahariani, che hanno sequestrato parti del tracciato della capitale e vivono nella più totale indigenza a sognare l’Europa, ma non i tunisini con cui riesco a scambiare qualche battuta.

Nonostante la situazione economica non sia delle più rosee, i limitrofi libici e gli abitanti dell’Africa nera si sono riversati in massa per fuggire agli orrori dei conflitti, confacendo al paese un malinconico melting-pot culturale.

Chi di noi vorrebbe fuggire verso altri lidi abbandonando la propria vita?.

Chiedetelo ai nostri pensionati ritiratisi nel paese nord-africano.

Tutti masticano la lingua di Dante, nella fattispecie i venditori, che tormentano i visitatori mostrando la loro mercanzia.

Anch’io ricevo le loro “attenzioni“. Gli italiani sono più gentili e avvezzi ai sorrisi rispetto ai francesi, considerati probabilmente ex “padroni“.

Dopo l’acquisto mi rifugio temporaneamente nella bella fortezza spagnola, per assaporare dalle mura lo splendido skyline cittadino.

Fuori del centro storico è facile imbattersi in qualche nostro concittadino a cui mi permetto di fare delle domande.

Come sto? Steso a godermi il sole. Pensa di farlo in Italia. Tra caro bollette e burocrazia ho preferito ritirarmi ad Hammamet“, mi dice il simpatico romano sdraiato su di una panchina.

Se ami gli insaccati non è una nazione adatta al tuo stile di vita. Siamo in un paese arabo, ma basta organizzarsi. Non ho avuto nessuna difficoltà d’ambientazione. Roma non mi manca, quando posso acquisto il primo biglietto aereo e vengo a godermi mare e nuove amicizie. Tre anni fa con mille euro facevo la vita da nababbo, oggigiorno non è più così ma vivo comunque decentemente“.

Mi vien da sorridere a pensare a quanto sia strano il mondo. Molti giovani emigrano per mancanza di lavoro e i nostri pensionati sono costretti ad andar via per godersi il meritato riposo, lontano dalle ristrettezze della penisola, mentre gli emigranti scappano dai loro paesi, con l’illusoria speranza di trovare nuove opportunità in un paese che non ha più nulla da offrire.

Da Sidi Bou Sid a Cartagine

Il silenzio del Ramadan, viene sormontato dal blu dei colori di Sidi Bou Sid, una deliziosa cittadina che può rivaleggiare con quelle della costa amalfitana.

Non c’è nessuno in giro. Scatto alcune foto ed immortalo l’ingresso di un villino ornato di essenze e rampicanti.

Una foto semplice eppure una volta postata, diventa immediatamente virale sulla mia bacheca Instagram.

Gli omaggi provengono da parte dei miei nuovi followers tunisini, molti di loro mi chiedono il perché della mia presenza, con la gentilezza di menzionare le proprie pagine nei miei post, per “accalappiare” nuovi seguaci virtuali.

L’enorme complesso di Cartagine.

Delenda Carthago” l’ultima frase e poi uno stop cronologico fino all’arrivo del vandalo Genserico. Non so più nulla di questo affascinante paese.

Il parco archeologico cittadino si specchia sui colori del magnifico mare, le cui terme sono il principale polo d’attrazione, che richiama visitatori da ogni parte del mondo.

Cartagine è ancora tutta da scoprire, peccato non avere i fondi per continuare a scavare per portare alla luce altre scoperte archeologiche e avere un quadro d’insieme della colonia imperiale romana.

Moschee e antichi teatri si alternano in questo continuum temporale della storia locale, ma soffro per Annibale il più grande condottiero punico, dimenticato in un tempio adiacente il veloce nastro stradale.

La Tunisia ha un potere terapeutico un reale prolungamento della nostra Italia in terra d’Africa

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