Venezuela tutto o niente
Tutto o niente.
Nessuna via di mezzo per il Venezuela, dopo le contestatissime elezioni, che hanno visto per l’ennesima volta “vincere” la ristretta cerchia del presidente Maduro.
I governi di Brasile, Colombia e Messico hanno esortato il governo a pubblicare i conteggi dei voti, ma dai piani alti del Palazzo Miraflores tutto tace.
La “fantomatica” affermazione del partito socialista ha suscitato sgomento in tutta la nazione sud-americana, fomentando uno spirito collettivo di ribellione, sedato con brutalità dalla polizia.
Sia Maria Corina Machado, a cui è stata impedita la corsa alla presidenza, che il suo sostituto Edmundo González Urrutia, sono momentaneamente scomparsi dalla circolazione, dopo che è stato spiccato un mandato di arresto.
La rivolta dei barrio
Sono stati i giovani dei barrio, o ranchitos come vengono apostrofati nel paese, a sfidare l’ordine costituito. Proprio coloro che decenni anni fa appoggiavano l’idea del Comunismo del XXI secolo.
Un moto spontaneo mosso dagli “ultimi“, piuttosto che dalla classe media, fiaccata da anni di ribellione, che nulla ha potuto contro lo status-quo.
Chi ha avuto le possibilità ha preferito emigrare nei paesi limitrofi, se non addirittura tornare mestamente nei paesi d’origine.
E’ stata la repressione più dura mai perpetrata ai danni del popolo venezuelano, dall’inizio della dittatura.
Si contano morti, diversi arresti e tanta paura. Nessuno è più al sicuro, soprattutto quando si corre lungo lo spazio virtuale del proprio cellulare.
Nonostante tutto, la gente se pur indebolita da anni di povertà estrema, ha trovato la forza di reagire, infiammando con la propria rabbia le piazze di Caracas e di altre città.
Il governo ha calcato la mano espellendo giornalisti stranieri e ONG, ree di favorire l’opposizione.
Italia e Occidente
Sono passati più di venticinque anni da quando Hugo Chávez ha stretto il paese nella morsa di una delle più feroci ideologie, che solo nel suo immaginario professa parità e giustizia.
L’Opinione pubblica è distratta dalla lunga guerra in Ucraina e impaurita dal conflitto arabo-israeliano.
Come sempre in Italia si discute. Su cosa? Futilità, chiaramente. Tra chi reputa la pugile algerina Imane Khelif, donna, intersex o uomo che sia, un simbolo di inclusività e su chi l’ha condannata alla gogna mediatica.
A questo mondo, purtroppo ci sono priorità che superano il senso umano delle cose.
Il popolo venezuelano ha manifestato con il 70% dei voti a favore di Edmundo Urrutia, un uomo affamato di libertà e desideroso di un forte cambio.
La lotta intrapresa è ” Hasta el final” (fino alla fine). Con molta probabilità, questa fase di transizione non sarà breve e speriamo che alla fine vinca la volontà del “Gloria al bravo pueblo“.
3 risposte
Bell’articolo, la lotta per la libertà la combatti se sei libero dento, il popolo del Venezuela è pronto per la conquista. Noi la diamo per scontata ma non è scontata.
Architetto Grazie x l’ impegno & attenzione che mostra x la mia amata Terra!! A nome dei miei connazionali la ringrazio infinitamente! 🇻🇪❤️🌹👍🇻🇪🌹❤️
Maduro fuori