Castel del Monte la notte delle Streghe

La notte delle Streghe di Castel del Monte.

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Castel del Monte la notte delle streghe

Chiara, aquilana doc è una presenza fissa della manifestazione.

E’ dal 1996 che in Abruzzo, nel delizioso borgo di Castel del Monte, le streghe tengono una propria personale “convention“, tra le più famose della penisola.

Le notti dell’entroterra aquilano, si animano come per magia di strane presenze, perché vengono riproposti, grazie alla sapiente organizzazione dei castellani, antichi riti pagani.

Un misto di credenze e superstizioni tipiche dell’arcaico mondo contadino.

Tra le rue in pietra della piccola cittadina, si rievoca “ru rite de’re sette sporte“, una trasposizione teatrale di un cerimoniale, che si è svolta fino agli anni ’50 del 900.

Questa particolare procedura serviva per esorcizzare la paura delle streghe, che secondo leggenda si pensasse entrassero dentro le case, per “succhiare” il sangue dei bambini appena nati.

Attraversando di Castel del Monte

La prima figurante in cui ci imbattiamo, in perfetto italiano ci premonisce ciò che accadrà. E’ l’unica che non parla nel dialetto locale. Non sarà così per tutte le altre figure dell’evento.

Al mio arrivo la fitta nebbia si dirada, permettendomi di osservare l’intero tessuto urbano, che per similitudini architettoniche non è dissimile dagli altri paesini limitrofi.

Nella palla magica è ben distinguibile il mio roseo futuro. La costumante non ha dubbi, tra le “righe” del suo “attrezzo di lavoro” legge con nitidezza l’evolversi del mio brillante destino.

Le ombre si allungano e così le fiaccole, poste lungo il cammino, diventano le protagoniste della notte e perdono la loro “timidezza“, rischiarando il minaccioso cielo.

Sono le 22:20. E’ arrivato finalmente il mio turno. L’estenuante attesa è terminata e di fronte l’arco di volta cittadino si raggruppano tutti i partecipanti.

Prima d’iniziare, due figuranti si affacciano dal balcone e ci ammoniscono severamente di dominare la paura. Sarà una notte lunga e zeppa di sinistre presenze, perciò le nostre menti dovranno essere forti di fronte all’irrazionalità del momento.

Le streghe di Castel del Monte

Una strega ammalia i cittadini di Castel del Monte con il suo flauto

E’ inutile che il dottore tenti di diagnosticare con lo stetoscopio la malattia del bambino. La medicina convenzionale non può nulla contro gli anatemi. La nonna è conscia che per curare il fanciullo, bisogna intonare una nenia che sconfigga l’incantesimo.

In piazza le streghe respirano la nostra paura e formulano delle maledizioni. La città è loro e qui non siamo i benvenuti.

Urlano contorcendosi e i loro occhi sprigionano una forza ancestrale. Senza volerlo, partecipo ad un sabba e le mie sicurezze intrise di arida tecnologia crollano di fronte al mito.

A Castel del Monte nessuno è al sicuro. I locali lo sanno. Non si risparmiano nemmeno i giocosi fanciulli che scorrazzando tra le ruette tentano di allontanare la paura. Sono consapevoli che saranno vittime di qualche incantesimo.

Il promesso sposo, al suono di un flauto è preda di strane visione è dimentica il suo legame amoroso.

Vivono tra noi

Interpreto la scena finale come un simbolo della vacuità della vita.

Le streghe non partecipano ai cortei delle femministe, che negli anni 70 “strizzavano” l’occhio a un loro ritorno, ma sono parte integrante della nostra antropologia culturale.

Indovine, guaritrici e offrono protezione se si ha la cura di invocarle con gentilezza.

Sopra di noi gravitano innumerevoli satelliti, droni combattono le nostre guerre e i social condividono ogni momento della nostra esistenza, anche quelli più insignificanti.

A questo mondo non c’è più posto per le streghe.

Eppure quando venni a filmare dall’alto Castel del Monte, qualcosa andò storto, nonostante avessi tarato con precisione il gimbal del mio SAPR. Forse qualche strega, adirata della mia frettolosa escursione, per ripicca ha voluto che tornassi per una visita più approfondita.

Sono solo assurde credenze?. No. Le streghe incarnano i reconditi desideri che albergano in ciascuno di noi.

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