Buon viaggio Gorbaciov
Era il dicembre del 1987, quando fu firmato l’accordo per lo smantellamento di missili a gettata nucleare tra gli allora presidenti Ronald Regan, per gli Stati Uniti e Michail Gorbaciov per l’Urss, che con una “stretta di mano” decidevano la sorte di miliardi di persone.
Ero bambino, ma ricordo con emozione quell’eccezionale momento storico, perché due anni dopo sarebbe scoppiata la celebre “rivoluzione di Velluto”, in tutto il blocco Comecon, eccezion fatta per la Romania di Nicolae Ceaușescu, spodestato con una sanguinosa rivolta popolare.
Gorbaciov e la Perestroika
Ognun per se recitava la dottrina “Sinatra“, nella canzone “My Way“, che permise a tutte le nazioni che gravitavano nell’orbita sovietica di intraprendere un personale approccio verso il libero mercato
Era la fine di un’era e Gorbacev avrebbe consegnato alla storia un paese non più al passo con i tempi, verso una svolta epocale..
Gli orgogliosi russi sono di pareri discordanti nei suoi confronti e mentre noi Occidentali osannavamo le riforme della sua Perestroika, l’Unione Sovietica crollava assieme al suo traballante impero, divenendo lo spettro di se stessa per poi vivere la penuria alimentare e la stagnazione economica, durante il periodo di transizione del suo successore: Yeltsin.
La svolta avverrà il 31 dicembre 1999, quando sarà “incoronato” un nuovo zar: Vladimir Putin, che ricompatterà il caos e riporterà il paese nel cerchio delle grandi.
“Mister Gorbaciov, butti giù quel muro”
Grazie all’operato di Gorbaciov, abbiamo vissuta un’era di relativa pace, ma sembra che la storia si voglia forzatamente ripetere dopo l’attacco russo all’Ucraina.
Siamo tornati indietro ai tempi della cortina di ferro.
Il segretario del PC Rizzo dice di aver stappato Champagne alla tua morte, rimangiandosi successivamente l’infelice frase.
Personalmente, nel pieno della mia maturità mi piacerebbe ricordarti e sussurrarti nuovamente: “Mister Gorbaciov, butti giù quel muro“.
Purtroppo il 9 novembre 89 è una data oramai dimenticata nelle pagini più tristi della nostra recente storia.
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