Genga il borgo da visitare nel 2023
La visita alle Grotte di Stiffe mi ha dato la spinta per tornare a quelle di Frasassi, così da scoprire le differenze morfologiche di questi due affascinanti “contenitori” naturalistici.
Oggi però non me la sento di stare al chiuso, ho bisogni di ampi spazi e potermi distaccare almeno per un attimo, da tutte quelle regole entrate violentemente nella mia esistenza.
Nel territorio del Comune di Genga respiro aria nuova, condensata alla libertà e assaporo intensamente il fugace attimo di quiete.
Mi è maturata una specie “sociofobia” per un mondo governato da social e sempre meno social, in cui per esserci bisogna condividere, odiare, sparlare, postare, sperando che dall’altra parte del mondo freghi a qualcuno, quel qualcosa che a noi sembra tanto importante.
Il Tempio del Valadier
Il Comune di Genga offre innumerevoli attrazioni e solo ora mi accorgo quanto sia affascinante la provincia di Ancona, per chi come me è incline ai rudimenti dell’arcano.
Sono curioso di visitare il “Tempietto” di Giuseppe Valadier e mi incammino in alto sperando che i polmoni reggano il mio ritmo.
Fortunatamente mi fermo una sola volta e supero agevolmente i nutriti gruppi di persone. E’ un personale pretesto per capire se i miei polmoni reggano alla fatica.
Il mio non è solo puro giornalismo ma è anche un viaggio adrenalinico verso l’incognito e di conseguenza devo fare molta attività motoria. D’altronde i miei reportage mi conducono ai confini del mondo e devo faticare per raggiungere siti archeologici ed avere una buona resistenza nel caso debba fuggire da qualche pericolo. Accade se non si è “pennivedoli” limitati alla propria confort zone e si preferisce andare a caccia di notizie, rischiando sulla propria pelle.
L’idillio naturalistico a fine sentiero è unico. Le grotte si aprono come fauci e contengono un Tempio ottagonale in travertino, di una mole spropositata rispetto alle foto viste anzitempo.
E’ uno spettacolo unico e irripetibile, torno con la mente a Matera, nella mistica Petra, luoghi magici in cui la dimensione naturalistica stravolge qualsiasi concetto antropologico.
Mi pongo innumerevoli domande a cui sono convinto nessun testo mi saprà dar risposta.
Contemplo nuove mete, ma so di per certo che quando troverò l’occasione giusta, avrò difficoltà nel lasciare questa regione, che non finisce mai di stupirmi.
Radici Cristiane all’Eremo di Santa Maria Infra Saxa
Adiacente il Tempo del Valadier c’è una piccola chiesa. Sembra una specie di “pensatoio“, invisibile nell’immediato ma carico di emotività.
L’eremo di Santa Maria Infra Saxa è stato costruito scavando in un angolo della caverna.
Nel suo interno c’è un cartello, in cui leggo l’affascinante storia di questo piccola chiesa dalle svariate funzioni. Eremo, monastero e rifugio per le popolazioni per sfuggire agli attacchi degli invasori.
La nuova Europa lavora alacremente per una totale inclusività. Per chi come me crede nel valore aggiunto delle differenze è sicuramente cosa buona e giusta, eppure sono convinto, che quando le radici cristiane saranno demolite a vantaggio dei nuovi profeti, il vecchio Continente crollerà come un castello di sabbia.
Confidavo nella crescita illimitata e ho “venduto” la mia anima al sacerdote scienziato, pensando che la tecnologia avrebbe gettato le basi per un nuovo periodo aureo, in cui l’uomo avrebbe potuto vivere libero e felice. Il risultato? Lo abbiamo sotto i nostri occhi.
Mi spaventa la semplicità di questo eremo, perché emana un’energia illimitata densa di antichi riti “sciamanici” a metà tra il sacro e il profano.
Abbazia di San Vittore alle Chiuse e un saluto a Franco
La pieve romanica di San Vittore alle Chiuse è un’altra perla di questo territorio ed è preso d’assalto da frotte di turisti, addirittura provenienti dal Giappone; un valore aggiunto teso a testimoniare quanto sia variegato il nostro tessuto artistico, che richiama gente da ogni dove.
Mi imbatto nella stessa coppia milanese, incontrata precedentemente nell’eremo e ci scambiamo un frettoloso e sorridente saluto.
Il Comune di Genga con tutti i suoi “preziosi” mi ha portato a una visione immateriale della mia esistenza, in bilico tra realtà e fantasia.
Bisogna viverla per capirla e una volta afferrato il suo significato, ricominciare da capo per venire a conoscenza di nuovi segreti.
Vado via per salutare il mia amico Franco, il celebre Dannato, non so se lo ricordate quel famoso personaggio re indiscusso della ristorazione marchigiana.
La sua Polveriera è un museo in decadenza di cui sento la mancanza. Vorrei riabbracciare le mie notti giovanili e godermi come una volta l’alba di un nuovo giorno in questo pazzo locale.
Continuo a sognare,perché ho urgenza di vivere.
Mentre a tutti voi, auguro un buon 2023 dal bellissimo Comune di Genga.