Intervista a Giampaolo Manca: il suo nuovo libro “Le mie carceri speciali” e la Mala del Brenta.

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La naturalistica Ca’ della Nave e la gompa “tibetana”

La meravigliosa struttura di Ca’ della Nave, in cui Giampaolo Manca ha raccontato il suo passato criminale.

E’ Emanuele (in arte Lele) a venirmi a prendere alla stazione di Venezia e mi sembra di conoscerlo da una vita, perché il nostro istintivo “avvicinamento sociale” è accomunato dalla stessa voglia di vivere.

Davvero un bell’inizio nell’ospitale location di Ca’ della Nave, una country club immerso in un celestiale contesto naturalistico, dove si è svolto l’evento per il lancio del nuovo libro dell’ex “doge” della Mala del Brenta: Giampaolo Manca.

Il gentile signor Luigi, proprietario della struttura, mi sistema in una specie di villino a metà tra lo stile della baita di montagna e la gompa tibetana, in cui gli intarsi in legno dell’arredamento rimandano ad una magnetica atmosfera indiana, con il Dio Ganesha sempre in bella mostra.

Le mie carceri speciali

La copertina dell’ultimo libro di Giampaolo Manca:” Le mie carceri speciali“.

Cerco un posto adatto dove poter “colloquiare” con il signor Manca, che preferisce un’intervista “en plein air” per dare più veridicità alla sua intervista.

M.I.:”Buongiorno signor Manca, nel suo nuovo best-seller, “Le mie carceri speciali”, ha sentito l’esigenza di continuare il suo lavoro affrontando due delicati argomenti: le ramificazioni delle mafie e sopratutto la sua lunga detenzione“.

G.M:”Nei precedenti libri non avevo mai toccato questi due importanti temi e perciò mi sono sentito in dovere di farlo, disegnando una precisa linea temporale, che parte dalla mia cattura a Milano il 28 marzo 1992, lungo tutto il mio percorso detentivo nelle Carceri speciali italiane”.

La Mala del Brenta

Giampaolo Manca, esponente di spicco della Mala del Brenta, oggi è un nuovo uomo, teso all’aiuto dei bisognosi..

M.I:”Qual’è stato il contesto in cui avete operato e sopratutto la Mala del Brenta è ancora attiva, come quella della Magliana, riciclatasi in molteplici settori criminali e non?“.

G.M.:”Grazie per questa domanda. Personalmente ritengo sconfitta la Mala del Brenta dopo il pentimento di Felice Maniero.

Probabilmente c’è ancora qualche cane sciolto in attività, ma quel periodo storico criminale è solo un triste ricordo del passato.

Felice Maniero

Felice Maniero, probabilmente la figura chiave della Mala del Brenta è stato messo a dura prova dal suo ex compagno Giampaolo Manca.

M.I.:”A proposito di Maniero, ha avuto parole durissime nei suoi confronti, apostrofandolo come sua “Eminenza”.

Com’erano i vostri rapporti e sopratutto ha avuto, durante la sua lunga detenzione, l’opportunità di un confronto diretto?.

G.M.:”Il nomignolo affibbiatogli è uno sberleffo a chi come lui si è sempre sentito una “prima donna“. Non lo vedo da tempo, addirittura prima del mio arresto nel 1992, quando per scappare dalla giustizia italiana mi ero rifugiato a Montevideo in Uruguay.

Quando ha poi deciso di diventare un collaboratore di giustizia, tradendo con la sua poca “etica” criminale i suoi ex compagni, le nostre strade si sono ulteriormente divise.

Lo scorsi durante il processo in Corte d’assise a Venezia, quando ci accusò del nostro operato”.

Islam e l’eroina una verità scomoda

Il flagello dell’eroina può essere un’arma per minare le basi della nostra decadente società“, tuona Giampaolo Manca.

M.I.:”Durante il rilascio di una sua intervista raccontò che un narcotrafficante turco le rivelò di come l’Europa sarebbe divenuta islamica, grazie allo spaccio delle sostanze stupefacenti.

Forse la Fallaci, aspramente criticata nelle sue ultime opere, non era andata così lontana dalla verità?“.

G.M.:”Adoro Oriana Fallaci e probabilmente è una delle poche scrittrici che aveva preventivato l’attuale momento storico.

Nel carcere di Voghera un celebre narcotrafficante turco, mi aveva parlato del loro progetto teso all’islamizzazione dell’Occidente attraverso il turpe commercio dell’eroina, la droga più letale in assoluto, che a partire dagli anni 70 ha mietuto migliaia di vittime tra i giovani.

Mi rincresce ammetterlo ma sono stato parte di questa orrenda “visione” avendo venduto l’anima al Dio denaro”.

Mafie attuali e scomode

Antonio Pelle, capo storico della “Ndragheta calabrese.

M.I.:”Dopo la strage di Duisburg, la ‘Ndragheta, meno celebre del Sistema e di Cosa Nostra, poiché legata a vecchi retaggi ancestrali, mostra il suo lato più crudele.

Tanti membri del clan hanno abbandonato coppola e lupara indossando completi e cravatte. Pensa che quest’ultima abbia raccolto l’eredità delle nostre mafie storiche?“.

G.M.:”Questa è una domanda molto pericolosa ma voglio comunque risponderle in tutta franchezza. La criminalità se pur con nomi diverse ha sempre lo stesso modus operandi, in cui la violenza gioca un ruolo determinante.

Concordo con la sua affermazione e la nuova “nomenclatura criminale” ha abbandonato le vecchie costumanze, indossando abiti costosi e studiando in università prestigiose per raccogliere l’eredità criminale dei vecchi boss.

Le parole cambiano ma la sostanza rimase sempre la stessa”.

Saviano, Gomorra, Romanzo Criminale ed il caso di Piacenza

Carlucciell, interpretato magistralmente da Walter Lippa in Gomorra, uno dei personaggi di spicco della serie di Sollima. (Intervista su Gomorra: https://bit.ly/30UgwXG)

M.I.:”Romanzo Criminale e Gomorra, hanno messo a nudo la parte malata del nostro paese ed in questi giorni di “lutto” per l’arma dei carabinieri dopo i fatti di Piacenza, c’interroghiamo se le due fiction non siano poi così distanti dalla realtà”.

G.M.:”Nonostante siano spettacolarizzate le fiction non sono poi così distanti dalla realtà.

Il nostro paese ha questo cono d’ombra duro a morire, ed oggi che mi sento una persona rispettabile lotto per allontanare i giovani dai falsi miti.

Mi appello allo stato Stato poco propenso a vigilare sul futuro dei nostri figli e raramente incline ad offrire quelle opportunità lavorative tese a discostare le nuove generazioni dai tentacoli della criminalità”.

Il dolore di una madre

Purtroppo c’è un ritorno all’eroina che sta minando le basi della nostra decadente società

M.I.:”Oggi Giampaolo Manca è un uomo radicalmente cambiato, impegnato nel recupero dei bambini autistici.

Se incontrasse una madre a cui un suo pusher ha venduto la dose letale, cosa le direbbe?“.

G.M.:”Capisco che anche chinando il capo e facendo il mea-culpa non potrò mai alleviare il dolore di una madre a cui è morto un figlio a causa mia.

Ho perso mio nipote per il flagello dell’eroina ed ho sentito sulla mia pelle cosa si prova. Spero che il mio nuovo percorso mi dia l’opportunità di redimermi e di mettermi in parte in paro con la mia coscienza”.

Un ambizioso progetto

“Il mio nuovo io è teso ad aiutare i bisognosi, sopratutto i più giovani”, mi racconta Giampaolo Manca

M.I.:”Quali sono i suoi progetti futuri come scrittore ma sopratutto come uomo?“.

G.M.:”Con i proventi del libro ho in cantiere un ambizioso progetto; la realizzazione di una struttura per aiutare ragazze madri e bambini autistici, che spero terminerà entro il 2022.

La cifra è importante ed ho chiesto sostegno ad alcuni divi di Hollywood per tagliare questo bel traguardo.

Ho ritrovato la fede in Dio e sono convinto che grazie alla sua intercessione riuscirò a farcela”.

Il risveglio dall’oblio del male

Il “nuovo” Giampaolo Manca mentre firma autografi ai suoi innumerevoli fan, dopo la presentazione del suo libro: “Le mie carceri speciali”.

Le parole di Giampaolo Manca mostrano quanto l’uomo sia ben misera cosa.

Risvegliatosi dall’oblio del male dovrà combattere contro i demoni del suo passato, una dura battaglia interiore, che sono convinto riuscirà a vincere quando coronerà il suo meritevole sogno. 

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