Roberto Mancini il nuovo Federico II
A Jesi sono nati due imperatori, nel 1194 Federico II di Svevia e nel 1964 l’attuale C.T. azzurro Roberto Mancini, che dopo la delusione della mancata qualificazione del 2018 ai mondiali in Russia 2018 ha saputo rivitalizzare la nostra nazionale.
La città vive nel segno dei suoi cittadini più illustri ma oggi il “Mancio“, come affettuosamente viene chiamato, ha toccato l’apice del successo.
La sua villa è meta di “pellegrinaggio” da parte di curiosi e appassionati che vanno a rendergli omaggio, implementando la visibilità mediatica del paese dell’entroterra marchigiano.
Come accade ogni qual volta un personaggio entra nel gota delle celebrità, in molti si chiedono quale sia la formula per arrivare al successo. Famiglia, predisposizione o fortuna?.
Personalmente mi sono posto anch’io questa domanda, nonostante lo segua dai tempi della Sampdoria, quando assieme al suo compagno di squadra Vialli anellava fantastici successi.
Jesi si stringe attorno al suo “capitano” e il noto giornalista Stefano Brecciaroli, ora in pensione, mi da i giusti ragguagli per capire quali siano le caratteristiche umane del nostro allenatore.
Padre Roberto Vigo
M.I.: “In queste notti europee Jesi ha incoronato il suo nuovo imperatore. In quale quartiere è nato Roberto Mancini?“.
S.B.: “Il nostro tecnico è nato in un quartiere popolare, celebre per la lavorazione delle corde.
La passione per il calcio gli è stata trasmessa dal padre, il quale avendolo visto giocare all’oratorio nei pressi della loro abitazione, lo spinse ad intraprendere questa professione.
Comunque il suo primo tifoso fu il parroco Roberto Vigo, morto qualche anno fa, che apprezzava così tanto le sue qualità calcistiche da incitarlo a fare un provino in qualche blasonata squadra di Serie A.
A Jesi non ha vissuto molto, perché andò a giocare al Bologna in cui esordii molto giovane. Gli amici piu’ stretti lo ricordano come un ragazzo riservato e concreto. Un po’ come la nostra nazionale di calcio”.
Mancini e Jesi
M.I.: “Oltre ad essere stato un giocatore di talento ed aver vinto trofei nazionali e continentali, Mancini ha ridato linfa alla nostra nazionale. Un eroe moderno di cui Jesi è orgogliosa. Com’è il suo rapporto con i suoi concittadini?“.
S.B.: “Mancini è molto legato a Jesi e ci torna frequentemente quando non ha impegni, tanto da aver ristrutturato la sua abitazione. Dal canto nostro rispettiamo la sua privacy ed abbiamo un approccio elastico teso a fargli sentire il nostro calore senza però assillarlo.
La nostra città è a dimensione d’uomo e così capita spesso d’incrociarlo per strada. E’ una persona molto umile che non “fugge” a qualche saluto “audace” o ad un autografo.
Anzi quando è in ferie prende la bici, una delle sue grandi passioni, assieme agli amici di sempre per delle escursioni fuori porta”.
Un jesino doc
Chi meglio di Stefano, jesino doc, può sintetizzare la semplice vita dell’uomo piu’ amato d’Italia?.
Un caloroso ringraziamento a questo gentile professionista che per anni ci ha raccontato la bellezza di una delle regione piu’ belle della nostra stupenda penisola.
2 risposte
Bell’articolo, quanto la gente comune racconta il fascino è doppio. Prossimo passo a casa Mancini?
Mi è stata fatta questa proposta dai cittadini di Jesi. Sarebbe favoloso.