Sassoferrato. Radici e l’orgoglio

Sassoferrato è un’accogliente cittadina in provincia di Ancona, che fa parte del cerchio dei Borghi più Belli d’Italia e resa celebre in questi giorni dall’evento dedicato alla “Passione di Cristo“.
Un’accurata rappresentazione storica, sugli ultimi istanti di vita di Nostro Signore, vissuta con fervida partecipazione da cittadini e dai molti turisti in visita.
Le dimensioni parlano chiaro. Non siamo proprio in un borgo.
La ridente cittadina, ubicata a cavallo tra Umbria e Marche ha una “doppia pelle” architettonica ed è dominata dalla pietra bianca, utilizzata durante il susseguirsi dei periodi storici e visibili nelle stratificazioni costruttive della città romana di Sentinum e negli edifici medioevali del suo tessuto urbano.
Hotel Raffaello Residence

L’amministrazioni locale è molto ospitale e mi riserva un trattamento d’obbligo, facendomi alloggiare in una comoda dimora storica.
Ad aspettarmi nella hall del Hotel Raffaello Residence, c’è il gentile proprietario Rinaldo Cataluffi, che accorcia le distanze, dandomi immediatamente del tu.
Mi racconta di alcuni suoi bei progetti, avendo intuito da tempo le potenzialità turistiche della sua città.

Il suo braccio destro è la simpatica Giuseppina, che mi accompagna in camera.
Una mini reggia di 30 metri quadrati, tinteggiata in rosso impero, con un ampio servizio igienico e una splendida pavimentazione risalente al 1600.
Città Lilla, storica e naturalistica

La cittadina è “addormentata” su dei ripidi pendii, di conseguenza l’auto è d’obbligo per raggiungere lo IAT, dove mi incontrerò con Lorena Varani, delegata ai Borghi più Belli d’Italia e il suo energico staff.
Sassoferrato ha così tanto da raccontare, che difficilmente riuscirò a rispettare la tabella di marcia prefissatami dall’amministrazione Comunale.
Sono a ridosso dell’Umbria, noto infatti diverse similitudini stilistiche con alcuni paesini della regione limitrofa.
La cittadina ha ottenuto un riconoscimento di cui andare orgogliosa, la bandiera Lilla, destinata a chi ha abbattuto buona parte delle barriere architettoniche, migliorando la fruibilità delle persone con ridotte capacità motorie.
Lorena mi porta a visitare la chiesa di San Francesco e la fortezza di Albornoz, che aprirà i battenti nel mese di maggio, dopo un lungo adeguamento sismico.
Natura e cultura si fondono in un connubio senza pari, me ne accorgo passeggiando tre le rue cittadine ma ancor di più quando spicco il volo con il mio “terzo occhio“.
La Taverna di Bartolo e i misteri della Abbazia di Santa Croce

Dopo aver passeggiato tra i dolci saliscendi di Sassoferrato, vengo invitato a pranzo nella Taverna di Bartolo, dove gusto dell’ottimo Angus con patate gratinate e mi rilasso all’interno di un dehor a ridosso della piazza Comunale.

Il locale è molto curato e lungo la muratura sono incorniciate innumerevoli foto, che ritraggono il gentile proprietario Luca Sbicca e Marisa Brunetti con molti personaggi dello spettacolo.
Dopo essermi disteso, saluto entrambi gli avventori e assieme a Lorena mi dirigo verso l’Abbazia di Santa Croce, dove ad attenderci c’è la memoria storica del paese, il signor Vincenzo.
Questo enorme abbazia è stata costruita a fasi alterne. La prima in stile romanico, realizzata con la spoliazione della città romana di Sentinum è stata successivamente inglobata dall’attuale monastero.

Mito e leggenda si fondono, perché la chiesa è un luogo di culto templare ed è costellata da innumerevoli simboli alchemici e linee di energia, che confluiscono nel centro della costruzione.
Vincenzo mi fa osservare un capitello, in cui in bella mostra sono ritratti Carlo Martello e Pipino il Breve.
Una storia non dissimile da quella di San Claudio Nel Chienti, dove alcuni studiosi sembrano vogliano riscrivere la narrazione della vita della dinastia Carolingia.
Il quadro al centro cela un mistero. Sembra solo un ottimo capolavoro, ma appena il mio cicerone spegne la luce, mi dice di scattare una foto.

Ciò che appare è sconvolgente. Intravedo la Sacra Sindone, eppure quando capovolgo il cellulare mi appare addirittura Satana. Quale tecnica pittorica è stata usata? E’ soprattutto qual è il suo significato?.
Una cosa è certa, l’Abbazia di Santa Croce è un libro di pietra che narra storie incredibili a cui non si possono dare spiegazioni razionali.
La Passione di Cristo, I Sacconi, Sentinum e il Mam’s

Vado a ritirare il mio accredito fotografico per partecipare alla Sacra rappresentazione della Passione e aspetto l’inizio dell’evento con la mia “bodyguard”: Marzia, della cooperativa Happennines.
La piazza è colma di gente venuta ad osservare le ultime ore del “figlio dell’uomo“.
Vestiti, movimenti, personaggi, tutto è così perfetto da farmi perdere la nozione del tempo.
Alla morte di Nostro Signore, arrivano i Sacconi. Sembrano quasi dei fantasmi e i loro sai bianchi emanano una forza ancestrale, che mi mette addosso un certo rispetto reverenziale.
Dopo essere entrati in chiesa, escono immediatamente dopo che un raggio di luce abbaglia i presenti.
Il giorno dopo, l’instancabile Lorena, mi conduce nella vecchia città romana di Sentinum, un grande parco archeologico, nato nella Roma Repubblicana.
Oltre ai reperti, la mia guida mi racconta delle rievocazioni storiche, che hanno fatto lievitare le presenze turistiche in paese.

Non manca la foto di rito con il sindaco di Sassoferrato, l’ingegner Maurizio Greci, con cui ho avuto un rapido scambio di battute e scatto una foto di rito nel cortile del meraviglio museo Mam’s.

La miniera di Cabernardi e la città dei minatori

Ho poco tempo disponibile, il viaggio di ritorno durerà più di due ore, ma non posso non dare una “sbirciata” alla miniera di Cabernardi e la città di Cantarino, costruita ai tempi per alloggiare i minatori.
La fretta non mi permette di approfondire tutti i retroscena della miniera di zolfo più grande d’Europa e capire la sua estrazione, trasformazione e la vita degli operai che ci lavorarono.
Nonostante tutto, tento di immedesimarmi nell’esistenza di questa gente, facendomi trasportare sulle ali della fantasia.
Sassoferrato diverrà una meta sempre più gettonata, perché non ha solo storia, cultura, paesaggi e siti ma anche l’orgoglio di una cittadinanza attaccata alle proprie radici, che nel breve periodo diverrà uno dei borghi più visitati delle Marche.