Scopriamo il Perù. La città di Caral (2^ Puntata)
Si ringrazia l’Ambasciata del Perù in Italia per avermi concesso l’intervista e ©PROMPERÚ per le foto correlate all’articolo.
In una precedente intervista fatta all’Ambasciatore del Perù Eduardo Martinetti, avevo sottolineato quanto desiderassi visitare il suo paese.
Nel webinar odierno ho due esperti di storia locale: la Dottoressa Karla Vanessa Arevalo Del Castillo e il Dottor Miguel Anibal Fuentes Cervantes, a cui ho rivolto delle domande per iniziare a preparare il mio viaggio nella terra andina.
Il complesso di Caral
M.I.: “Noi Europei associamo il Perù a Machu Picchu e Cusco e non immaginiamo quanto sia variegato il vostro tessuto storico a partire da una delle civiltà mesoamericane più importanti: CARAL. Una popolazione isolata, ma che ha contribuito allo sviluppo dei canali d’irrigazione e alla pianificazione dei calendari climatici. Come si è sviluppa il complesso architettonico e urbanistico della città? e quali sono i resti di maggiore rilevanza culturale?“.
K.V.A:” La Città Sacra di Caral è ubicata nella provincia di Barranca, a circa 200 Km a nord di Lima. La sua civiltà ha origine circa 5000 anni fa ed è la più antica del continente americano, nata quasi contemporaneamente a quelle mesopotamica, egiziana, indiana a cinese.
Fu portata alla luce nel 1997, da un team di archeologi guidati da Ruth Shady direttrice dell’allora Caral Archaeological Project, ed è entrata di diritto nel patrimonio culturale dell’umanità.
Occupa 66 ettari ed è divisa in due zone: una centrale e una periferica. La prima è composta da 32 edifici monumentali, facente parte di un complesso sistema di insediamenti religiosi, edifici cerimoniali, residenziali per persone di diverso rango sociale, una serie di templi minori e dei laboratori.
Quella periferica è prettamente ad uso abitativo, distribuita secondo uno schema urbano a forma di arcipelago, ed è ubicata lungo il terrazzo alluvionale che confina con la valle.
Questo sistema fu preso a modello da altre 17 piccole città, ritrovate nella valle di Supe.
Monumenti di Caral
M.I.: “Quali sono i monumenti piu’ importanti del sito?“.
K.V.A.: “Nel sito sono conservate sei piramidi, ognuna con una scala centrale. Tutti gli edifici avevano un altare con un fuoco centrale e condotti sotterranei che incanalavano l’energia del vento e in cui si svolgevano cerimonie religiose, che prevedevano l’incenerimento delle offerte alle divinità.
I monumenti di rilevanza sono: La Piramide Maggiore, con una altezza di 28 metri è la più grande struttura architettonica di Caral. E’ composta da un quadrato circolare di 19 metri di diametro interno e 2 metri di profondità, la cui scala interna larga 9 metri conduce fino alla sommità del monumento.
Il tempio dell’Anfiteatro, con la piazza circolare e un’anticamera, il cui accesso era utilizzato limitato ai soli religiosi.
Ed infine la piccola e decorata Galleria della Piramide, costruita con un passaggio interno di colore bianco e adoperata per funzioni religiose individuali”.
Caral e le nuove civiltà
M.I.: “Com’era formata la civiltà Caral?“.
K.V.A.: “I Carals sono stati una società molto avanzata per i tempi, grazie alle loro conoscenze scientifiche e tecnologiche, trasmesse alle culture vicine.
Gli archeologi hanno scoperto strumenti musicali, con decorazioni a forma d’uccello, serpenti, figure umane, ecc. Sintomo di una civiltà raffinata e dedita esclusivamente al commercio, religione e intrattenimento.
Erano celebri sia per la pesca del “Spondylus“, caratteristico mollusco delle acque tropicali dell’Ecuador, che per estrarre la sodalite, un minerale proveniente dalla Bolivia. Dimostrazione che i Carals erano imparentati con culture geograficamente distanti.
Questa cultura raggiunse il nord del Perù, lasciandoci importanti siti come a Ventarrón, a Lambayeque e il sud del paese nelle valli di Chillón, Rímac, Asia.
Scomparsa di Caral
M.I: “La città sembra cinta da robuste mura ed è stata riconosciuta come il primo modello sostenibile della storia.Allora com’è avvenuta la sua scomparsa?“.
K.V.A.: “A Caral non sono stati trovati resti di armi e la città era sprovvista di qualsiasi sistema difensivo.
Ci sono ancora molti misteri da risolvere sul suo avanzato sistema sociale e sugli stravolgimenti che hanno decretato la sua fine.
Per questioni ancora sconosciute intorno al 1900 a. C., gli insediamenti della valle di Supe furono tutti abbandonati.
La civiltà Caral terminò a causa di alcuni eventi catastrofici legati ai cambiamenti climatici che colpirono l’indotto agricolo, perché i terreni si trasformarono in paludi e terre sabbiose.
Successivamente la carestie colpì la popolazione, che emigrò ponendo fine ad una delle civiltà più brillanti della storia dell’umanità“.