Silvi saluto alla luna emancipata
Le chiamavo i “miracoli“, le mie ultime serate pre-lockdown.
Lo erano, come se non lo erano, perché in cuor mio sapevo che sarebbero state le notti conclusive della mia pseudo-gioventu’, in cui avrei riprovato le stesse emozioni di un giorno di ritrovata “primavera“.
Per questo assaporavo con grande gioia ogni singolo istante, memorizzando volti, persone, gesti e parole.
Con l’età molte cose mi sono state tolte e me ne sono accorto, fin quando non le ho perdute definitivamente.
Il balcone d’Abruzzo
E’ da qualche anno, che ho disertato Silvi Paese, ma oggi ho sentito il forte impulso di tornarci, per fare una passeggiata e fermarmi sul simbolo della rosa dei venti, come facevo tempo addietro.
Anziani parlano con alcuni giovani e senza badare all’anagrafica, deridono la nostra classe politica dando perentori consigli ai ragazzi.
Sanno come muoversi in questa confusione generale, perché fortunatamente per noi hanno la soluzione ai mali che affliggono il “Bel Paese“.
Tra un sorso di birra e un tiro di sigarette, m’incanto a sentirli parlare.
I loro discorsi sono semplici e per questo maledettamente poetici, hanno una mimica e una gestualità tipica di questa amabile terra, che personalmente non finisce mai di stupirmi, con le sue “novità” storiche, artistiche e soprattutto umane.
La mia Silvi era notturna e solitaria e ne scopro una nuova: gentile e sognatrice.
Nemmeno la coppia che amoreggia godendosi il paesaggio, sembra infastidita dalla mia presenza e finite le “fusa“, incuriositi mi chiedono dove poter leggere i miei articoli.
Chissà, forse negli anni avvenire quando rileggeranno il pezzo, torneranno con la mente a questo particolare momento.
Abruzzo la nuova meta
Il siciliano dallo sguardo malandrino, tiene sottobraccio la sua giovane e bella donna, mi da idea che l’abbia conquistata con la sua oratoria, che sciorina con arguzia ogniqualvolta deve dire la sua.
E’ affascinato da Silvi e mi chiede se sia del posto, così da avere informazioni sul borgo e su una prossima tappa.
Non sapeva che la terra d’Abruzzo fosse così affascinante e al contempo si stupisce di quanto sia poco pubblicizzata.
“Preferisco così” mi dice strizzandomi l’occhio, di un uomo che ha dalla sua il carisma dell’esperienza.
Ormai ha deciso, quest’estate abbandona la costiera amalfitana e viene direttamente in bermuda nella bella spiaggia di Silvi.
Silvi ritorno alle origini
Questa meravigliosa ed emancipata luna, ha dovuto sentire tante storie personali e pazientemente ha ascoltato alcuni miei scazzi.
Eppure sento di aver tradito la sua fiducia, perché da quando non sogno piu’ i nostri colloqui sono terminati.
Nemmeno alle sue sorelle stelle, a cui ho appeso l’etichetta di romantiche e malinconiche, ho rivolto da tempo la parola. Oggi le percepisco per quello che sono: sfere gassose che “galleggiano” sopra le nostre teste.
Nelle nuove tecnocrazie, l’uomo ha fatto uscire il suo “demone socratico” e questo strano satellite a cui le antiche civiltà, per secoli hanno affibbiato poteri taumaturgici, ha terminato di ascoltare la voce degli animi sensibili.
Il cosiddetto “decennio breve” ha portato con se una triste eredità fatta di pandemie, guerre e di strani cambiamenti sociali. Ci sono troppe ingiustizie da sanare e la luna è stanca delle nostre “preghiere“.
Cara amica sono venuto finalmente a trovarti. Non significa niente per te?. Accetta le mie scuse e il mio momentaneo abbandono.
Penso che tu mi abbia perdonato; dal “balcone” di Silvi posso vederti brillare di luce propria, come nei miei spensierati anni giovanili.
Non tutto è andato perduto. Ho ancora tanta strada da fare e molte storie da raccontarti.